Numero 16/2016
21 Aprile 2016
BEer INSPIRED: la nuova beerfirm abruzzese, dai grandi progetti! – parte 2
Continua la nostra intervista a Antonio Ferretti, portavoce del team di BEer INSPIRED, una giovane e per ora piccola beerfirm abruzzese, ma dal progetto molto interessante, così come già anticipato nel precedente articolo. Infatti, oltre alla produzione di birre, i fondatori della beerfirm stanno sviluppando la coltivazione del luppolo e hanno altre idee in cantiere per il futuro. Nelle prossime domande abbiamo proprio voluto approfondire questo ultimo aspetto legato ai coni amaricanti.
Come nasce l’idea di creare un vostro luppoleto? Parlaci di come è strutturato.
Provenendo da una terra dove l’agricoltura dona prodotti straordinari e particolarmente apprezzati, una delle prime domande che abbiamo iniziato a porgerci, dopo aver preso contatto con la produzione di birra artigianale, è stata: perché non produrle direttamente? Di lì a poco sarebbe stato varato il Decr.Min. 212/2010 che ha definito la birra come prodotto agricolo e non più industriale, nonché i limiti di produzione per poter definire la birra agricola. Pertanto abbiamo avviato gli studi e la ricerca per valutare la fattibilità agronomica ed economica finalizzati alla produzione di malto e luppolo. L’idea di creare una micro-malteria, almeno per il momento, si è rivelata troppo ostica in termini di creazione del nuovo indotto e di investimenti necessari all’avvio di un’attività economica efficiente e sostenibile. Al contrario la coltivazione del luppolo, fin dai primi impianti, ha dimostrato una buona risposta all’ambiente di coltivazione delle colline di Atri nella provincia di Teramo.
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Quali sono i principi che vi guidano nella scelta luppoli da coltivare? Avete già sperimentato i vostri luppoli in produzione?
Il luppoleto conta 16 varietà tra inglesi, americane, tedesche, ceche e slovene. In particolare coltiviamo: East Kent Golding, Primadonna, Target, Fuggle, Challenger, Bullion, Progress, Northdown, Magnum, Hersbrucker, Northern Brewer, Perle, Cascade, Chinook, Saaz e Styrian Golding. Oltre alla raccolta di dati agronomici, abbiamo ovviamente sperimentato il raccolto fin da subito nelle birre, cercando di affinare soluzioni migliori per mantenere il più possibile la freschezza dei coni e di conseguenza la stabilità di AA% ed aromi. Producendo birre in stile, i primi risultati sono stati incoraggianti con un trend di miglioramento quali-quantitativo di raccolto in raccolto, grazie ad accorgimenti colturali crescenti e al passaggio del periodo di affrancamento (fino al terzo anno) che decreta l’entrata in maturità delle piante. Le varietà inglesi e americane si sono dimostrate le più adatte al microclima, soprattutto in termini di resistenza al caldo che può essere un fattore fortemente limitante per le nostre zone.
La tua visione sul luppolo italiano: come sta evolvendo la situazione?
Il luppolo può costituire una reale risorsa di riqualificazione e innovazione dell’Agricoltura Specializzata Italiana. L’interesse crescente da parte di coltivatori amatoriali e professionali, l’attenzione dei birrifici artigianali italiani per le birre nelle declinazioni FreshHops o WetHops, sono segnali molto incoraggianti per l’avvio di un settore produttivo praticamente inesistente nel nostro paese. Fondamentale diventa la coordinazione tra coltivatori e il sostegno delle istituzioni per accelerare le tempistiche di strutturazione dell’indotto e rendere redditivi, nel breve-medio termine, gli investimenti dei primi pionieri nella coltivazione su larga scala. Non meno importante è lo sviluppo di varietà autoctone che offrirebbero ulteriore possibilità di caratterizzazione della birra artigianale italiana oltre che linfa vitale ai coltivatori.
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Progetti per il futuro?
Dopo i primi mesi dall’avvio ufficiale è in pianificazione la costituzione di un’azienda agricola espressamente dedicata alla coltivazione del luppolo, necessario alla sempre maggiore caratterizzazione delle birre. Particolarmente rilevante e fondamentalmente strategico è il continuo sviluppo e il consolidamento del networking, nonché la ricerca di partnership che possano apportare un valore aggiunto: la collaborazione è uno dei punti cardine del progetto, che nella condivisione di esperienze tecniche e soluzioni vede il suo sviluppo. Il BEer INSPIRED si pone inoltre l’obiettivo di promuovere la coltivazione del luppolo sia nel contesto locale che nazionale.
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Un’ultima domanda dedicata alla birra. La vostra birra, dove viene prodotta e quali sono le sue peculiarità?
La nostra birra attuale è l’O.U.T. Citrus, APA sperimentata da homebrewers e trasferita “con orgoglio” dal pentolone all’impianto professionale. La birra è prodotta con luppoli Cascade, Amarillo e Citra. Di colore ambrato chiaro, corpo leggero è di facile beva, grazie al bilanciamento tra i malti caramellati e la luppolatura in amaro, aroma e dry hop. Al momento, la nostra produzione avviene mediante terzi presso il birrificio artigianale La Fortezza, selezionato sulla base di un’attenta e meticolosa analisi e soprattutto per il possesso di determinati ed elevati standard.
Ringrazio Antonio e tutto il team della BEer INSPIRED per la lunga intervista sul loro progetto, se volete qualche notizia in più sulla loro birra , fate una visita sul mio blog.