Numero 20/2018
19 Maggio 2018
BERSERKER: capitolo 12
Okir si gettò nella mischia.
Uno contro due.
Già lo scontro era impari per evidente inferiorità numerica, figurarsi se gli avversari si comportavano come dei cani rabbiosi!
I due nemici si muovevano in modo imprevedibile.
Non una tattica comune, non uno che tentasse di distrarre Okir in modo da favorire l’affondo mortale da parte dell’altro.
Era come se i due non ragionassero.
Due animali imbizzarriti, assetati di sangue, in competizione estrema l’uno nei confronti dell’altro.
Okir schivò un fendente.
Si voltò di circa quaranta gradi e parò in extremis un altro colpo.
Il braccio del Vichingo fu scosso da una scarica di dolore sotto al colpo nemico.
Che forza disumana mostravano i due guerrieri?
Okir non era un fanciullo e, anche come uomo, era un guerriero alto e molto muscoloso.
Dei guerrieri come quelli, più bassi di lui di almeno quindici centimetri, le membra fini, anche se robuste… ma erano, senza dubbio, di una qualità inferiore rispetto lui, fisicamente…
Eppure…
Eppure, quei due “nanetti” gli tenevano testa, non soltanto in quanto ad agilità, cosa del tutto normale, visto che pesavano meno, ma addirittura sotto il profilo della mera forza bruta!
Incredibile!
Un altro colpo vibrato con un’intensità degna di Thor!
Un altro affondo schivato.
Una lama gli sfiorò il braccio.
Il taglio era superficiale, il sangue però iniziò a sgorgare a fiotti.
Il dolore, invece, era tutt’altroche superficiale!
Le lame leggermente seghettate ed arruginite dei due guerrieri erano insidiose, soprattutto perché potevano causare infezioni…
Questo Okir lo sapeva bene…
Tanti guerrieri valorosi erano stati sottoposti ad amputazioni per via di graffi quasi innoqui ricavati in battaglia!
Okir, certamente, non voleva fare quella fine!
Non poteva più permettersi una nuova ferita.
Parò l’ennesimo colpo, scartò a lato.
Le due lame, che avevano cozzato tra loro in un fragoroso CLANG metallico, scivolarono l’una sull’altra, filo contro filo.
Scintille incandescenti sprizzarono dal metallo accompagnate da un suono acuto e fastidioso.
Okir ebbe la lucidità di abbassarsi, la punta della sua lama diretta all’addome del nemico.
Non un colpo particolarmente potente, in vero… Ma, sicuramente, efficace.
La lama della sua ascia penetrò di una decina di centimetri nella pancia del guerriero e, il vichingo, per massimizzare l’effetto devastante dell’affondo, trascinò con tutta la forza che possedeva la lama nella carne, muovendola a lato.
Il busto del guerriero era lacerato, per lui, evidentemente, nessuna speranza!
La bava dell’uomo, ora, era rossa, mischiata con il sangue.
Okir fece una capovolta in avanti per allontanarsi dall’altro guerriero che, presumibilmente, stava immaginando di colpirlo alle spalle ove, naturalmente, aveva un punto cieco.
Si rialzò di scatto e, come aveva supposto, il suo nemico stava correndo verso di lui in modo scoordinato, quasi come se fosse un’inarrestabile valanga che precipitava a valle!
Fu un attimo.
Okir girò la propria arma nella mano, in modo da poter prendere il manico anche con la sinistra.
Posizione orizzontale dell’ascia, vicino al suo corpo.
un’azione difensiva ed offensiva allo stesso tempo.
Doveva essere preciso.
Implacabile.
E lo fu!
Un passo a lato per evitare la spada nemica, un rapido movimento delle spalle.
Il filo dell’ascia che penetrò nel petto del nemico con uno schiocco secco.
Okir sfilò la lama in diagonale.
L’intero torace nemico aperto fino alle costole.
Il sangue fuoriusciva copioso.
La morte sarebbe sopraggiunta in pochi minuti.
l’uomo avrebbe sofferto le pene dell’inferno, nell’attesa di morire, incapace di muoversi poiché i muscoli del tronco erano lacerati.
Okir aveva vinto la battaglia!
«Bene, sciamano… che cosa avrei dovuto imparare della tua strana cultura? Come si muore impazzendo?» schernì il vecchio, dando le spalle ai suoi nemici agonizzanti.
Qualche attimo di silenzio del vecchio che, inspirando, sorrise e rispose:
«Che faresti meglio a non sottovalutare il tuo nemico, per esempio!»
«Altri guerrieri?»
«Gli stessi sono più che sufficienti!»
«Sono moribondi, tu vaneggi!»
Dei grugniti carichi di odio provenirono dalle sue spalle.
Okir si voltò.
Li vide.
Tutti e due i suoi nemici, come resuscitati, erano in piedi, come se le ferite mortali infertegli non procurassero dolore alcuno.
«Per… Per gli Dei!»