Numero 06/2019
8 Febbraio 2019
Gestione del luppoleto: le principali fitopatologie non fungine
Posted in : Luppolo on
Tag: coltivazione
Il luppoleto, oltre ad essere soggetto ad una varietà piuttosto ampia di malattie fungine, per le quali è necessario porre in essere costanti cure colturali e specifici interventi fitosanitari, risulta suscettibile, in misura variabile in funzione della varietà e delle condizioni pedoclimatiche, ad altri attacchi da parte di fitopatogeni di differente natura.
Tra le principali fitopatologie di origine non fungina, le principali risultano:
- Virus del mosaico (Hop mosaic virus): Il virus del mosaico nelle fasi iniziale presenta sintomi comuni alla pseudo peronospora, pertanto è difficile da riconoscere. I sintomi si manifestano con la formazione di macchie gialle sui tralci o sulle foglie, le quali si deformano o si increspano. La distruzione dei cloroplasti e l’alterazione dell’attività degli enzimi che regolano la fotosintesi bloccano la crescita della pianta e ne provocano il conseguente deperimento. Si può incorrere in perdite di produzione comprese tra il 15 e il 62%. I virus sono trasmessi per contatto o in modo non persistente dagli afidi (Phorodon humuli). La diffusione del virus è favorita dagli afidi e soprattutto dall’impiego di materiale infetto. La lotta consiste nella prevenzione ovvero utilizzare materiale certificato, rimuovere le piante infette, ridurre i contatti per sfregamento tra piante, e disinfettandogli attrezzi di potatura.
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- .Afide del luppolo (Phorodon humuli): Gli attacchi di questo insetto provoca arricciamento, cascola fogliare e avvizzimento; può favorire anche la trasmissione di virosi. Si rilevano danni principalmente a livello del floema. Le secrezioni di questo insetto generalmente favoriscono lo sviluppo di muffe, determinando ulteriori problemi alla pianta. La lotta indiretta comporta una riduzione della concimazione azotata, mentre come difesa diretta vengono usati insetticidi acaricidi , oppure nella lotta a basso impatto ambientale preparati repellenti a base di aglio, peperoncino ed anche formulati a base di sapone di marsiglia.
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- Ragnetto rosso (Tetranychus urticae) Il ragnetto rosso danneggia la pianta succhiando la linfa. Le infestazioni sono evidenti nella parte superiore della foglia, dove sono visibili i punti di suzione, come puntini decolarati; successivamente la foglia prende una colorazione bronzea e tende a seccare. Il ragnetto rosso viene favorito da un clima caldo e secco favoriscono il loro sviluppo. La lotta può essere eseguita attraverso l’utilizzo di acaricidi, oppure nemici naturali, con distribuzione anche sulle foglie.
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- Calabrone (Vespa crabro) Il calabrone provoca la rosura sul fusti in piante prossime alla maturazione fino alla sua completa spaccatura. Queste lesione divengono un punto di accesso per crittogame. Gli attacchi sono stati riscontrati principalmente sulle varietà in piena maturazione, in particolar modo su Saphir e Tettnangher.
- Nematodi: Endoparassiti terricoli che lasciano sulle radici delle protuberanze, delle cisti, che variano dal bianco al marroncino.