Numero 04/2019
26 Gennaio 2019
BERSERKER: Capitolo 48
Erano trascorsi tre giorni, da quando Okir, i suoi servi ed il messo erano partiti alla volta della capitale.
Il vecchio, lo sciamano che aveva inventato il tonico, appariva sempre più lento, stanco.
Okir lo aveva percepito.
Ed anche la bella serva lo sapeva.
Stava sempre lì, a sorreggerlo, a porgergli acqua e a proporre pause frequenti in modo che egli potesse riposarsi.
La sera del terzo giorno, lì, vicino al fuoco che il vichingo aveva acceso, Okir decise di fare quello che, da tempo, si era ripromesso di portare a termine.
«Vecchio, come ti senti?» chiese con tono quasi premuroso.
«Padrone… la mia età non mi consente più di affrontare certi viaggi a cuor leggero e…»
«Ormai è quasi un anno che sei al mio servizio… ho imparato a conoscere le tue espressioni. So capire, attraverso il tuo volto rugoso, se mi menti oppure se sei sincero. Quindi, te lo ripeto nuovamente… come stai?»
«Male, mio Signore! Ho affrontato tante cose nella mia lunga vita… ho visto uomini valorosi crepare miseramente e reietti vili sopravvivere per lustri. Ma questa sfida, lo so, non riuscirò a portarla a termine. Me lo sento nelle ossa!»
«Intendi… questo viaggio?»
«Intendo la battaglia! Sì, non terminerò questo viaggio e sì, non ti vedrò trionfare grazie alla mia pozione! Ma che cosa vuoi che ti dica, padrone… la mia vita l’ho vissuta. Ed è stata lunga e piena di soddisfazioni! Non ho quasi nulla da recriminare. E quel poco che potrei recriminare agli Dei… beh, ne discuterò con loro tra poco».
«Sei sicuro che non sia solo un accumulo di stanchezza?»
«Un uomo lo sente, quando la vita lo sta abbandonando. Vedo già il paradiso che i miei Dei mi hanno promesso! Detto tra noi, anche se so che manca poco, non vedo l’ora di raggiungerlo!»
«Non dire così!» la schiava stava piangendo.
«Sasha, nipote adorata. A breve non potrò più proteggerti. Ma il Padrone è un uomo di parola, un guerriero forte e valoroso! Non credo che infrangerà il nostro patto. E se lo facesse… beh, tornerei sotto forma di demone ed instillerei il germe della follia nella sua mente!»
«Guarda che sono qui, ti sento!» disse in tono dolce il vichingo.
«Lo sto facendo apposta, padrone!»
«Dunque, ho da farvi una comunicazione e approfitto della presenza di un altro uomo libero che mi farà da testimone, se me lo concede».
«Sono al tuo servizio, lo sai già, Conte Okir!»
Conte…
Gli suonava ancora strano, questo titolo…
Ma gli piaceva!
Oh, se gli piaceva!
«Bene. Ho una promessa da mantenere. Ed ho intenzione di onorarla. Io, Conte Okir, libero dalla schiavitù voi due. I servizi che mi avete reso, sono stati impeccabili e, grazie alla tua pozione, il mio livello sociale è aumentato notevolmente. Solo un folle non riconoscerebbe i tuoi meriti! Siccome il mio nuovo titolo è merito tuo, ti sia resa la libertà, come ringraziamento! Dinnanzi ad un uomo libero, un testimone imparziale e fedele, io Giuro che da oggi nessuno potrà accampare pretese su di voi! Nessuno potrà trattarvi come schiavi, neppure io stesso! Ogni abuso, sia esso fisico o verbale, sarà punito con equità, poiché, ora, siete un uomo ed una donna liberi. Avrete diritto di possedere oggetti, terra e schiavi. Che gli Dei mi siano testimoni, avrete diritto ad una sepoltura, nel nome dei Vostri avi e dei vostri Dei. Che Odino il Grande, Thor il Potente Frejia la Madre e gli Dei tutti mi siano testimoni! E tu, mio umano e libero testimone, hai qualche criticità da sollevare in merito alla mia decisione?»
«Mio Signore, schiavi tuoi, decisioni tue. Io sarò solo testimone fedele degli eventi.»
«E sia! Siete liberi. Potete andare dove volete. Se preferite restare al mio fianco, non più al mio servizio, ma come compagni di viaggio, sarò onorato di percorrere questa strada con voi. Se vorrete, continuerete a vivere sotto al mio tetto come graditi ospiti!»
«Padrone, tu…» il vecchio respirava a fatica.
La fine stava giungendo.
«Okir, vecchio mio… non Padrone!»
«Okir, nonostante tutto…è stato un Onore conoscerti. È stato un Onore vivere e servirti. Sono contento che tu sia un uomo di Parola! Posso morire libero ed in pace! Grazie!»