Numero 06/2020
8 Febbraio 2020
Dalla Repubblica Ceca: South Bohemian Breweries
Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
(South Bohemian Breweries) České Budějovice/Repubblica Ceca
Società azionaria che, con la privatizzazione del 1992, riunì tre birrerie della Boemia Meridionale.
Budweiser Bürgerbräu/České Budějovice
Fu fondata dai borghesi di lingua tedesca nel 1795 con la denominazione Das Bürgeliche Brauhaus in Budweis. Pur essendo nata esattamente 100 anni prima, fino al 2005 non poté usare il marchio Budweiser Bürgerbräu, registrato dalla concittadina e più famosa Budweiser Budvar.
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Nel 1948 divenne proprietà dello stato e incorporata nella První Českobudějovický Pivovar. Nel 1960 fu ribattezzata Pivovar Samson, dalla fontana di Sansone, eretta nel 1727 sulla piazza centrale cittadina.
Nel 1992 entrò a far parte della South Bohemian Breweries. Nel 2001 cambiò il nome in Budĕjovický Měšt’anský Pivovar. Nel 2011 il birrificio fu diviso in due società: Budĕjovický Měšt’anský Pivovar e Pivovar Samson, venduta, quest’ultima, alla Anheuser-Busch InBev.
La Samson ha una propria malteria e un punto vendita in città, il bar U Svejka dello U Samsona Hotel. Quanto alle strategie di produzione, come Budweiser Bürgerbräu, era rimasta molto indietro rispetto all’avanzata Budweiser Budvar. Ma, col passaggio alla Anheuser-Busch InBev, poté iniziare a crescere con un rapido processo di modernizzazione.
La gamma verte su diversi prodotti, spumeggianti, secchi e, per lo più, chiari.
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Samson 10% Světlé Vyčepní, pilsner di colore giallo chiaro (g.a. 4,3%, passata in precedenza da 3,8% a 4,1%). La carbonazione è alquanto sostenuta; la schiuma bianca, fine, compatta, cremosa, di buona allacciatura e stabilità. L’aroma si presenta dolce e quasi burroso, con sentori di malto, grano, fieno, pane di mais, caramello, paglia, lievito, nonché sfumature di erba fresca e luppolo secco. Il corpo tende al sottile, in una spiccata consistenza acquosa. Notevole l’equilibrio gustativo che si riscontra fra un dolce malto granuloso, un luppolo fiorito ed erbaceo e una sottile acidità da lievito. Il finale dura abbastanza in una pervicace secchezza luppolizzata. Il retrolfatto appare invece più remissivo, nelle sue sfuggenti sensazioni finemente amare.
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Samson 11° Světlý Ležák, pilsner di colore dorato pallido (g.a. 4,7%); con nuova ricetta dal 2010. La carbonazione è medioalta; la schiuma bianca, sottile spessa, cremosa, duratura. L’aroma si libera alquanto burroso, con malto, pane, caramello, paglia, lievito, fieno, mosto, butterscotch, mais, avena, in primo piano e in secondo, erbe, agrumi, luppolo; nonché una sfumatura tostata. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza prettamente acquosa. Malto, zucchero e mais allestiscono un piacevole imbocco, intanto che prendono piede pian piano note, prima, pungenti di erbe e, poi, piccanti di luppolo. Il finale si rivela secco e amaro, e cede presto il campo a un corto retrolfatto, morbido, quasi diacetilico.
Platan/Protivín
La sua data di nascita non è documentata, anche se normalmente viene fatta risalire al 1598, a opera di nobili proprietari terrieri. Il nome invece è dovuto ai platani del parco boscoso di 14 ettari in cui ha sede il birrificio.
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Nel 1711 il birrificio fu acquistato dalla famiglia aristocratica Schwarzenberg, che nel 1698 aveva ereditato quello di Třeboň dai Rosenberg.
La fabbrica giunta fino ai nostri giorni fu realizzata, tra il 1873 e il 1876, secondo le più avanzate tecniche dell’epoca per la bassa fermentazione. Le sue birre infatti, già dal secolo XIX, venivano commercializzate anche nelle grandi città tedesche e austriache.
Nel 1992 entrò a far parte della South Bohemian Breweries. Nel 2000 fu rilevata dalla città di Protivín che però, per problemi finanziari, fu costretta a cederla agli imprenditori di Liberec. Infine, nel 2008, fu acquistata da K. Brewery Group, oggi Brewers Lobkowicz Group, una holding cinese con partecipazioni in diversi birrifici cechi.
I prodotti di Platan sono tutti pastorizzati.
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Platan 10% Svěýtlé Vyčepní, pilsner di colore paglierino dorato (g.a. 4%); la birra chiara a basso prezzo per il consumo quotidiano locale. La carbonazione è un po’ troppo alta; la spuma bianco sporco, enorme, sottile, di buona tenuta e allacciatura. L’aroma spira tenue, delicato, pulito, a base di malto, fieno, caramello, biscotto, esteri, cereali, paglia; con, in secondo piano, un erbaceo piccante e luppolo floreale, nonché una sfumatura oleosa e fruttata. Il corpo tende allo scarno, in una consistenza decisamente acquosa. Nel gusto, il malto iniziale viene pian piano attenuato da note di erbe ancora piccanti, di luppolo terroso, di lievitio acido. Il finale completa l’“opera” di bilanciamento ripulendo il palato e predisponendo, insieme, un corto retrolfatto, neanche intenso, ma di un ostinato luppolo amaro.
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Platan 11% Světlý Ležák, pilsner di colore dorato scuro e dall’aspetto a malapena velato (g.a. 4,6%). La carbonazione è medioalta; la schiuma bianca, spessa, cremosa, relativamente durevole e aderente. L’olfatto appare alquanto burroso, in un miscuglio di malto e caramello, biscotti e pane tostato, paglia e fieno, grano e miele, su sonnolento fondo di erbe e luppolo florerale. Il corpo medio si propone in una scorrevole consistenza acquosa. Il gusto, moderatamente segnato dal malto, ha una base amarognola di luppolo che si fa notare per l’intera corsa, più che regolare, con inappuntabile, costante, discrezione. Solo nel corto retrolfatto, dopo un fugace finale asciutto e pulito, sbuca una decisa impressione amara, ai limiti dell’astringenza.
Regent/Třeboň
Una delle più antiche fabbriche di birra della Repubblica Ceca. Si trova nel centro storico cittadino.
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Fu fondata nel 1379 presso Třeboň, come birrificio della famiglia nobiliare dei Rosenberg, il cui stemma compare tuttora sulle etichette. Regent (cioè “reggente”) si riferisce all’economista e amministratore dei possedimenti dei Rosenberg, Jakub Krčin.
Nel 1698 la proprietà dei Rosenberg passò in eredità all’altra famiglia aristocratica degli Schwarzenberg, che ne spostarono la sede nel castello Rosenberg, con ingresso da piazza Žižka. Seguirono diverse opere di ristrutturazione, fino alla creazione, sfruttando l’armeria, di un nuovo birrificio completato nel 1712 da architetti italiani. Mentre l’aspetto attuale risale alla ricostruzione operata nel 1886-87.
La birreria ebbe una tale crescita da diventare fornitore della corte degli Asburgo.
Durante la seconda guerra mondiale la produzione calò, fino a cessare del tutto nel 1945.
Dopo la nazionalizzazione il birrificio passò sotto il controllo della South Bohemia Beer Brewery Enterprises (un’impresa di proprietà pubblica/governativa) con sede a České Budějovice.
Dal primo gennaio entrò a far parte della Cooperative Company České Budějovice.
Dopo la privatizzazione, nel 1992, divenne parte di una società azionaria, South Bohemian Breweries.
Nel 1999 gli azionisti decisero di vendere il birrificio Regent che, l’anno successivo, passò alla società azionaria Bohemia Regent.
Anche la Regent, saldamente legata alla tradizione, ha dovuto alla fine convertirsi ai moderni metodi produttivi, benché compia da sé il maltaggio di buona parte del proprio fabbisogno.
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Bohemia Regent Světlý Ležák 12°, pilsner di colore giallo paglierino (g.a. 5%). La carbonazione abbastanza sostenuta genera una spuma bianca piuttosto sottile, compatta, cremosa, di scarsa allacciatura ma lunga durata. L’aroma di malto è impregnato di fieno, caramello, mais, lievito, pane, zucchero di canna; con luppolo ed erbe, in sottofondo e a far capolino, miele, frutta, vaniglia, melassa. Il corpo medio ha una consistenza decisamente acquosa. Nel gusto, si propone subito ancora il malto, con una solida base, dolce e fruttata; ma presto arriva un’ondata di luppolo erbaceo con un tocco di acidità a comporre un buon equilibrio che regge sin in fondo. Il secco amarognolo del finale si rivela molto gradevole. Le impressioni dello sfuggente retrolfatto sanno tanto di malto dall’accento aspro.
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Bohemia Regent Prezident 14°, pilsner di colore dorato chiaro e dall’aspetto lievemente confuso (g.a. 6%); prodotta sempre secondo la ricetta originale conservata negli archivi del birrificio. La carbonazione è parecchio attiva, comunque non aggressiva; la schiuma bianca, sottile, cremosa, non ricca però duratura. L’aroma tende decisamente al dolce, con sentori di malto, paglia, caramello, fieno, burro, miele, frutta, in primo piano e in secondo, di erbe fresche e luppolo floreale. Il corpo medio ha una consistenza alquanto oleosa, anche appiccicosa. Con l’alcol che si fa malapena notare, la buona base di malto regge a meraviglia le note amare, floreali e speziate del rampicante, all’inizio un po’ spigolse, poi lisce e scorrevoli. Il finale apporta secchezza e pulizia. Le corte impressioni del retrolfatto recano spiccati toni erbacei di un piacevole amarognolo.