Numero 07/2020

10 Febbraio 2020

Solène Ronnaux-Baron, fondatrice di B06, Costa Azzurra

Solène Ronnaux-Baron, fondatrice di B06, Costa Azzurra

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Oggi vi presentiamo Solène Ronnaux-Baron, 38 anni, birraia e fondatrice del micro-birrificio B06 ad Antibes.  Il suo micro-birrificio artigianale produce 30.000 bottiglie all’anno di una birra di alta gamma: luppolo americano e giapponese e orzo francese. Dal suo primo anno di produzione nel 2016, ha vinto la medaglia d’oro al concorso internazionale a Lione nella categoria “Rousse Ale” contro 1.700 birre provenienti da tutti i paesi.

L’universo maschile dei birrai non aveva messo in conto di combattere contro una bella bionda sicura di sé. Il trofeo le ha aperto le porte dei vari punti di riferimento del lusso: da Monaco a Saint Tropez, da Byblos a Cap Estel, per non parlare dell’Hotel du Cap – Eden Roc d’Antibes.

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Le birre di Solène rispettano i canoni tradizionali, ma potete trovare anche delle note aromatiche caratteristiche del territorio: assenzio all’anice, fior d’arancio etc. Gli amanti della birra artigianale di qualità apprezzano B06 e i suoi aromi insoliti.

Solène, può raccontarci la sua storia e da dove viene la sua passione per la birra?

Ho scoperto la birra mentre ero in vacanza in Scozia e in Irlanda. Per molto tempo facevo la birra in casa per divertimento, e per rilassarmi nei fine settimana.

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Com’è nato il progetto B06? Qual è il contesto oggi?

Quando ho lanciato la B06 nel 2015 c’erano ancora pochi micro-birrifici nella regione. Il loro numero è raddoppiato da allora! Fin dagli inizi la mia idea era di specializzarmi nei prodotti di alta gamma: hotel di lusso e ristoranti gourmet, consapevole che non c’era del marketing nel settore della birra artigianale e che dovevamo portare un tocco di eleganza sul mercato. Quindi la mia scelta è ricaduta sulle bottiglie di alluminio, che presentano molteplici vantaggi per il consumatore.

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Può descrivere il suo impianto di produzione?

Un Braumeister da 250 litri e 3 fermentatori (presto 4) da 600 litri. Faccio la doppia cotta. Influenzata dai miei viaggi e dalla scoperta di nuovi sapori, produco le mie birre in modo artigianale secondo le ricette che ho sviluppato con passione e completezza. L’uso di tecniche innovative e ingredienti di altissima qualità sono i miei impegni quotidiani per offrire un’esperienza unica.

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Che tipi di birra produce? Quali sono gli stili?

Le birre B06 sono birre ad alta fermentazione e, per preservare i loro aromi, non vengono né filtrate né pastorizzate. Prova di ciò è la presenza di un leggero deposito di lievito sul fondo della bottiglia.

Prodotte e imbottigliate manualmente nel mio laboratorio di Antibes, sono prodotte in quantità limitate e numerate per sottolineare la cura particolare che porto a ciascuno e garantirne la totale tracciabilità.

La bionda: una Summer Ale che rileva le sue note delicatamente fruttate. Stile: American Pale Ale. Malto d’orzo e grano. Luppolo americano.

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La blanche: 40% di grano, luppolo dolce e fruttato. Sentori di cocco e lime. Abbinamenti consigliati: caviale, gamberi, ostriche, formaggio e cioccolato.

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L’ambrata: malto affumicato e luppolo americano. Sentori di miele, pane e caramello. Abbinamenti consigliati: foie gras, petto d’anatra, comté fruité (un formaggio a latte crudo pressato), vaniglia. Medaglia d’oro al concorso internazionale di Lione 2017. Medaglia d’oro al concorso birra 2019 Foire de Brignoles.

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Presto farò uscire anche una Stout. Faccio anche birre di stagione (quest’estate ho fatto una birra allo Yuzu, un frutto tipico del Giappone).

Crede davvero nei prodotti locali? Una buona birra può essere prodotta solo con le materie prime del territorio francese?

Io uso il malto d’orzo francese ma i miei luppoli provengono da tutto il mondo.

Lei è una persona molto vicina alla natura e la sua azienda è molto attenta alla sostenibilità ambientale e alla biodiversità: può darci maggiori dettagli?

Uso un sistema di raffreddamento a circuito chiuso per limitare il consumo di acqua. Le bottiglie in alluminio sono un elemento essenziale per la loro infinita riciclabilità, il loro peso ridotto (impronta di carbonio) e perché sono prodotte da un’azienda che utilizza solo energia rinnovabile.

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Come è stato recepito il suo progetto nella sua regione?

Bene, c’era una vera aspettativa da parte dei consumatori.

Come donna, si sente avvantaggiata o svantaggiata nel suo lavoro?

Non faccio differenza.

Per maggior informazioni: www.biereb06.fr

 

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Lina Zadorojneac
Info autore

Lina Zadorojneac

Nata in Moldavia, mi sono trasferita definitivamente in Italia per amore nel 2008. Nel 2010 e 2012 sono arrivati i miei due figli, le gioie della mia vita: in questi anni ho progressivamente scoperto questo paese, di cui mi sono perdutamente infatuata. Da subito il cibo italiano mi ha conquistato con le sue svariate sfaccettature, ho scoperto e continuo a scoprire ricette e sapori prima totalmente sconosciuti. Questo mi ha portato a cambiare anche il modo di pensare: il cibo non è solo una necessità, ma un piacere da condividere con la mia famiglia e gli amici. Laureata in giurisprudenza, diritto internazionale e amministrazione pubblica, un master in scienze politiche, oggi mi sono di nuovo messa in gioco e sono al secondo e ultimo anno del corso ITS Gastronomo a Torino, corso ricco di materie interessanti e con numerosi incontri con aziende produttrici del territorio e professionisti del settore. Il corso ha come obiettivo la formazione di una nuova figura sul mercato di oggi: il tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie e agro-alimentari. Così ho iniziato a scrivere per il Giornale della Birra, occasione stimolante per far crescere la mia professionalità.