Numero 20/2020
17 Maggio 2020
Dalla birra al disinfettante, uno svizzero si reinventa in Tanzania
In Tanzania, l’imprenditore sociale svizzero Raphael Flury ha riconvertito in breve tempo la fabbrica di birra che dirige in un’azienda specializzata nella produzione di disinfettante per le mani. In questo modo aiuta la comunità locale e garantisce uno stipendio ai suoi collaboratori.
Lavare o disinfettare le mani. È una specie di mantra pronunciato spesso di questi tempi in tutto il mondo. In Europa è semplice seguire questo suggerimento, non così invece per molte persone in Africa.
Dopo lo scoppio della pandemia COVID-19, lo svizzero all’estero Raphael Flury ha riconvertito il suo birrificio in un’azienda specializzata nella produzione di disinfettante. Il 30enne giurista si definisce un imprenditore sociale innamoratosi dei prodotti naturali dell’Africa orientale mentre viaggiava per il mondo con il sacco in spalla.
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Al momento, l’Africa sembra sia toccata meno dalla pandemia di COVID-19 rispetto ad altre regioni del mondo. Tuttavia, qui è difficile rispettare i provvedimenti volti a contendere la diffusione del virus, per esempio il distanziamento sociale. Secondo Raphael Flury, le norme igieniche e lo “stay home” sono difficilmente applicabili in un Paese con un tasso di povertà del 26 per cento, con un’elevata densità di popolazione e un accesso limitato all’acqua corrente. “La gente deve andare al mercato e la maggior parte non ha alcun risparmio per affrontare questa situazione. E poi sono in pochi quelli che possono lavorare da casa visto che non hanno un lavoro fisso”, spiega il giovane svizzero all’estero.
In collaborazione con un produttore di gin che ha una rete di fornitori molto articolata in Tanzania, per una settimana Raphael Flury si è scervellato per produrre un disinfettante che rispettasse le direttive dell’OMS. “Inoltre, mi sono rivolto per consigli e valutazioni a medici e farmacisti in Svizzera”, spiega. In due settimane, il suo disinfettante e l’autorizzazione di produzione erano pronti.
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L’approvvigionamento delle materie prime era ed è difficile. “Abbiamo bisogno di etanolo, perossido di idrogeno, glicerina, acqua distillata e oli essenziali”, illustra l’imprenditore. La nostra azienda è stata la prima a produrre disinfettante in Tanzania. Ora disponiamo delle licenze e dei certificati necessari. “Qui dobbiamo essere ancora più precisi che in Svizzera poiché l’inosservanza delle disposizioni legislative viene severamente punita”.
L’obiettivo era di fabbricare un disinfettante per le mani economico, ma di ottima qualità. Il nostro prodotto ha un contenuto alcolico dell’80 per cento. “Intanto il mercato viene invaso da merce di scarsa qualità. Sono in molti a voler approfittare dalla situazione”, sostiene Flury. A causa dei tanti imbroglioni, i produttori di etanolo non riforniscono più tutti i clienti.
Stando a Flury, la Twiga Brewery è in grado di produrre fino a 1000 litri di disinfettante al giorno. “In questo momento forniamo settimanalmente ospedali, farmacie, scuole e ONG attive in ambito sanitario nel nord della Tanzania”. È stato possibile, per esempio, donare 3000 litri di “Sanitizer” a una scuola frequentata da 3000 allievi.
“Il profitto non è la preoccupazione principale della fabbrica di birra”, ricorda infine Flury.