Numero 46/2020
13 Novembre 2020
Storia degli usi del luppolo nella medicina tradizionale
Già dal tempo dell’antico Egitto e dei Babilonesi erano note le attività del luppolo che veniva utilizzato nella preparazione della birra ed in altre simili bevande. Era conosciuto anche in varie tribù indigene indiane. È impossibile però risalire alla data precisa della prima preparazione. Il documento più antico di letteratura medica risale alla cultura araba. Anche al tempo dei Romani e Greci si faceva uso di luppolo nella preparazione della birra. Nel nono secolo fu scoperto il primo documento che testimoniava la crescita spontanea lungo le rive del fiume, ai bordi di foreste ed il suo portamento tortuoso sugli alberi. Nel decimo secolo, il medico Mesuë il Giovane descriveva i suoi effetti purificativi sul sangue per l’azione anti-infiammatoria contro la febbre. Nel 1160 la suora tedesca Hildegard nel trattato “Physica” di Bingen riportò le proprietà di conservazione nelle bevande e l’attività antibiotica ed antisettica. Nel 1260 “De Vegetabilibus” di Albert il Grande conosciuto come Albertus Magnus (rappresentante della dottrina monacale) portò avanti il pensiero di Hildegard; entrambi simboleggiarono lo sviluppo delle conoscenze dell’uso del luppolo sia per scopo voluttuario che medicinale. Nel 1539 “Kreuterbuch”, Hieronymus Bock, scritto dal medico e predicatore Palatino, fu il primo ad affrontare l’aspetto dell’utilità del luppolo in campo ginecologico.
L’infuso ottenuto dai coni risultò utile per il concepimento e per i disturbi della menopausa. Prima della fine del diciassettesimo secolo nel libro delle piante “Herbal Book” era possibile trovare l’elenco della varietà dei sui effetti benefici. Nel 1820 un farmacista di Parigi descrisse tutti gli effetti medicinali della pianta nel “Journal de Pharmacie”. A New York, nello stesso anno, il medico Ansel W. Ives esaminò le ghiandole dei coni e ne propose per la prima volta il nome di “Lupulin”. Nel 1876 Pausteur svolse studi sulla fermentazione aprendo così la strada allo studio sui batteri e lieviti della birra, caratterizzando le diverse fermentazioni dalle quali è possibile ottenere cultivar diverse di birra. Il re George III (1738-1820) risolse i propri problemi di insonnia ponendo i coni sotto il cuscino. Nel 1953 fu pubblicata la prima ricerca sulla proprietà estrogenica del luppolo da parte di Koch ed Heim infatti fu scoperto un fitoestrogeno che riproduceva la struttura degli ormoni femminili. Nello stesso anno si scoprì il suo utilizzo anche contro la Tubercolosi in quanto fu riscontrato che i lavoratori delle distillerie di birra mostravano una minor predisposizione a tale infezione.
Si suppose che il termine Lupus (Humulus lupulus L.) potesse anche derivare dal nome latino “lupus” per la sua azione benefica che mostrava avere sul sintomo cutaneo (lupus) causato dalla tubercolosi. Con la Rivoluzione Industriale in Europa, oltre alla nascita di nuovi birrifici con macchinari sempre più specializzati, si ebbe anche lo sviluppo nel campo della ricerca scientifica e l’espansione nel settore dell’agricoltura. Nel ventesimo secolo la compagnia Blaes di Monaco mise in commercio la prima preparazione a base di luppolo e valeriana avente proprietà blando-sedative contro i disturbi legati al sonno. Nel 1984 la Commissione tedesca di Fitofarmaceutica E (German Federal Health Office) approvò Humulus lupulus L. come pianta farmaceutica. Dal quel momento si continuò a farne un utilizzo non sono nella medicina popolare, in campo alimentare, nella produzione di birra ma anche in ambito farmaceutico.