Numero 35/2021
31 Agosto 2021
L’abbinamento birraletterario l’Umbria, il Texas e gli Dei
“Sono davanti a casa tua dice Arlo e tu dove sei?
Ho portato i cani a fare un giro risponde March e sono finito in un posto che si
definisce gastropub.
Va bene arrivo.
Finalmente compare la cameriera.
Mi porti una Bud Light? detesta la Bud Light ma alla spina c’è sempre.
“Prova una delle nostre birre artigianali”, dice lei.
Come no, portami la tua preferita.
“Subito” fa lei e annuisce.
Salve Arlo, se sapevo che dovevi arrivare tu ti avrei portato una Amber.
Sono sicuro che va benissimo questa dice March e prende il boccale pieno di
qualcosa di giallo e torbido. “Come si chiama?”
“Banana hefeweizen” dice lei
Ti dispiace portarmi la solita Amber tesoro? Dice Arlo, per March va bene così, lui
adora la frutta!
“Bastardo” dice March, beve un sorso e fa una smorfia.
L’unica speranza è che con tutte le botte che ho preso la mia lingua abbia smesso di
distinguere un sapore dall’altro”.
Durante le mie tanto attese e ormai terminate vacanze, ho letto “Infelici gli Dei”, di Stacey Swann edito da Bompiani.
La storia è ambientata in un piccolo paesino polveroso e assolato di duemila abitanti chiamato Olympus in Texas e narra le vicende dei componenti della famiglia Briscoe.
I Briscoe sono una famiglia agiata e potente dove però, sin dalle prime pagine, ci rendiamo conto che felicità e armonia non fanno certamente parte di questa complessa famiglia allargata.
Il capofamiglia è Peter, ha avuto sei figli da tre donne diverse, una delle quali è sua moglie June, che nonostante l’infedeltà, è rimasta comunque al suo fianco accumulando però una certa rabbia verso il marito e verso se stessa.
Il loro primogenito è March, sin da bambino ha sofferto di attacchi di rabbia incontrollata. È appena rientrato in paese dopo due anni di esilio, era andato via dopo aver avuto una relazione con Vera, la moglie di suo fratello Hap.
Arlo e Artie invece sono gemelli, figli di Peter e Lee, Arlo è un musicista, è ritornato a Olympus perché durante la tournée il suo manager l’ha piantato e vuole chiedere a sua sorella di riprendere a lavorare per lui. Artie però ha altri progetti, ama la caccia e vuole trasformare questa sua passione in un lavoro, inoltre ha conosciuto un ragazzo Ray di cui forse si è innamorata.
Tra scazzottate familiari, pick up impolverati, incidenti fatali, fucili da caccia, tradimenti e dialoghi rivelatori di dure verità, “Infelici gli dei” si rivela un romanzo travolgente. In grado di convincerci ancora una volta, attraverso le storie dei suoi personaggi, che non è mai salutare farci andare bene ogni cosa e non sempre possiamo essere buoni, alle volte bisogna anche rischiare di essere considerati un po’ stronzi o egoisti.
Per questo romanzo ho scelto di abbinare una birra capace di esprimere un amaro intenso ma che avesse una dolcezza nascosta capace di apportare un buon equilibrio alla bevuta.
Ho scelto quindi “Glaciale” prodotta da Birra dell’eremo, Assisi, un Imperial ipa con aggiunta di miele.
La birra si presenta con un colore ambrato scuro, schiuma beige fine e persistente. Al naso sentiamo note erbacee e balsamiche tipiche dei luppoli americani, con chiari sentori che ricordano gli agrumi, arancia e mandarino. In bocca il corpo è morbido, la nota mielate tende a ridurre l’ amaro rotondo e non astringente apportato dai luppoli.
“Glaciale” come “Infelice gli Dei” ci racconta con tutta la sua intensa nota amara, il difficile a volte equilibrio dei nostri rapporti familiari ma con la sua delicata nota dolce ci riporta alla mente l’affetto che alla fine vince, perché -cito l’autrice- l’amore distrugge come un fuoco e come un fuoco, forse, purifica. Cheers