Numero 14/2022
9 Aprile 2022
Woodforde’s Brewery
Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Woodbastwick/Inghilterra
Microbirrificio di ultima generazione, in una fattoria del distretto di Broadland, nel Norfolk. Una parte della costruzione è tuttora coperta con le canne che crescono lungo il vicino sistema di specchi d’acqua chiamato Norfolk Broads.
Fu aperto però, nel 1981, a Drayton (sempre nel distretto di Broadland) da due amici che facevano la birra in casa dagli anni ’60, Ray Ashworth e il dottor David Crease. Il nome è quello del pastore del secolo XVIII James Woodforde di Weston Longville, autore del Diary of a Country Parson (pubblicato postumo), in cui parla del suo amore per il buon cibo e la birra. Il trasferimento, per motivi di spazio a fronte della crescente domanda dell’ottimo prodotto, avvenne nel 1989.
Nel 2007 fu addirittua aperto un secondo birrificio dalla capacità di 60 barili. Ma ecco che, nel 2016, tutta l’attività fu acquistata da un gruppo di investitori che, alla fine dell’anno successivo, portarono la Woodforde’s Brewery allo stato del birrificio più grande del Norfolk, con una produzione annua di oltre 20 mila barili. Mentre le birre uscivano addirittura dal Paese guadagnando vieppiù mercati esteri.
Nel 2018 una partnership con Marks & Spencer assicurò un interessante sbocco per la birra in lattina in tutto il Regno Unito.
La Woodforde’s Brewery infine, oltre a una tied house nel Norfolk, ha, accanto, una taproom, Fur & Feather.
Woordforde’s Wherry, ordinary bitter ale di colore ambrato pallido e dall’aspetto livemente velato (g.a. 3,8%); condizionata in bottiglia. Il nome è quello di un’imbarcazione poco fonda molto usata localmente. Con un’effervescenza bassa, la schiuma bianco sporco sbocca non così generosa, ma minuta, soffice, cremosa, di sufficiente stabilità e allacciatura. L’aroma di libera piuttosto aspro, a tratti quasi pungente, con malto, pane, caramello, lievito speziato, esteri di frutta, grano tostato, miele, fieno appena falciato, luppolo terroso. Il corpo medio ha una consistenza relativamente grassa, e un po’ appiccicosa. Il gusto luppolizzato è intessuto di note amare ma ben equilibrate dal fragrante e sodo fondo di malto biscotto. Nella sua secchezza, un finale perentorio propone invece la scorza d’arancia candita. Più che pulito, il retrolfatto esalta le sensazioni di un luppolo asgrumato che si bilanciano alla perfezione con quelle del malto tostato.
Woodfordes Nelson’s Revenge, best bitter ale di colore ramato e dall’aspetto nebuloso (g.a. 4,5%); condizionata in bottiglia. È conosciuta anche come Marks & Spencer Norfolk Bitter. La carbonazione è decisamente bassa; la schiuma ocra, abbondante, minuta, soffice, cremosa, di sufficiente tenuta e allacciatura. Non molto pronunciato, l’aroma propone biscotto, caramello, malto tostato, pane, torta di frutta; in perfetta sinergia con sentori erbacei, terrosi, pepati, di luppolo floreale e scorza di agrumi. Il corpo medio dispone di un’opportuna consistenza acquosa. Il gusto, morbido, pulito, dopo un inizio di malto tostato, prende via via note di luppolo sempre più amaricanti, erbacee e resinose, per chiudere il percorso con un gradevole spunto rinfrescante di limone. Nel retrolfatto, secco e alquanto pepato, sensazioni di media durata oscillano tra un amaro erbaceo e la terrosità della luppolizzazione.
Woordforde’s Norfolk Nog, old ale di colore marrone scuro con un tocco rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 4,6%); prodotto di lunga tradizione. Nell’Anglia orientale, Nog è il nome di una birra forte. La carbonazione è moderata; la schiuma cachi, ugualmente modesta, spessa, cremosa, di buona tenuta e allacciatura. Buccia di banana matura, caffè e liquirizia si mettono subito in evidenza all’olfatto; seguono tenui sentori di malti tostati, caramello, melassa, cacao in polvere, liquirizia, frutta scura: il tutto avvolto in un delicatissimo alone speziato. Il corpo è quasi pieno, in una densa trama oleosa. Il gusto inizia con l’acredine del malto bruciato, assume via via note di cioccolato amaro e, all’insegna di un tono del nocciolato di Sherry Oloroso, sfocia in un’aspra consistenza fumosa. Il finale persiste secco nel suo prelibato amarognolo. Estremamente morbido, il retrolfatto omaggia sensazioni a malapena luppolizzate, intrise di caffè e frutti di bosco scuri.
Woordforde’s Headcracker, barley wine di colore oro scuro/rame molto chiaro e dall’aspetto confusto (g.a. 7%). Il nome, head “testa” e cracker “spacca”, è tutto un programma. Si tratta del resto di un prodotto molto complesso. Regolare in botte, è disponibile anche in bottiglia condizionata. La carbonazione è moderata; la schiuma biancastra, abbastanza generosa, sottile, cremosa, di buona durata e allacciatura. Sotto l’esplosione aromatica del gradevole fruttato aleggia un odore stuzzicante di spezie, mentre dal sottofondo l’alcol riscalda malto, caramello, miele, albicocca, luppolo erbaceo e terroso. Il corpo, da medio a pieno, ha una tessitura leggermente sciropposa. Nel gusto, dopo un approccio dolce, il malto si evolve in note via via più asciutte, sfociando in un lungo finale luppolizzato tenuto vivace da una punta acida di prugna. La discreta persistenza retrolfattiva richiama il fruttato dell’olfatto, tra piacevoli impressioni di arancia amara e marmellata di agrumi.