Numero 33/2022
18 Agosto 2022
Birra Peroni rilancia il vuoto a rendere come strategia ecosostenibile e a ridotto consumo energetico
Per amore dell’ambiente, sì, ma anche per far fronte al rincaro dei costi di energia e materie prime, Birra Peroni riscopre il bello del vuoto a rendere e rilancia la bottiglia Uni multiuso prodotta nello stabilimento di Bari. Del resto, quella del vuoto a rendere rappresenta per Peroni una pratica consolidata avviata sin dalla sua nascita nel 1846, con i fusti in cauzione, ed affermatasi negli anni ’60, con l’adozione della bottiglia Uni, formato standard condiviso tra tutti i produttori di birra fino alla fine degli anni ’70.
Dopo l’avvento del vetro monouso, il vuoto a rendere è diventato un prodotto di nicchia, appannaggio pressoché esclusivo dello stabilimento produttivo di Bari che nel 2019, poco prima dello scoppio della pandemia, si è dotato di una nuova linea mista di imbottigliamento costata 12 milioni di euro, in grado di produrre fino a 50 mila bottiglie l’ora, senza distinzione alcuna tra monouso e multiuso. Riutilizzabili fino a 15-18 volte, le bottiglie a rendere hanno un peso maggiore rispetto a quelle usa e getta e sono caratterizzate da: silhouette priva di linee sinuose, formato Uni da 33 cl e veste grafica distintiva, con l’indicazione “vuoto a rendere” in bella evidenza sul collo.
Gestito in collaborazione con il distributore locale principalmente nelle province di Bari e Taranto sotto l’egida dei marchi Peroni e Raffo, il vuoto a rendere, superato il momento di blocco del canale horeca, è tornato in auge negli ultimi mesi, complici i rincari dell’energia e il cosiddetto ‘glass shortage’.
In particolare, orientato inizialmente all’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per le bottiglie monouso – il cosiddetto “Deposit return system” – funzionale a ridurre la dispersione dei rifiuti nell’ambiente e a favorire, al contempo, il riciclo del vetro attraverso il coinvolgimento fattivo del consumatore finale, lo stesso legislatore si è ritrovato a fronteggiare una situazione ben diversa da quella ipotizzata nel DL Semplificazioni del luglio 2021, nella quale il distributore continua a rivestire un ruolo chiave.