Numero 42/2022
18 Ottobre 2022
Il Birrificio IBEER si conferma una storia di successo anche in questo difficile contesto
In uno scenario di crisi economica, crisi energetica, il conflitto russo-ucraino e anche una pandemia che ancora fa sentire i suoi effetti, molte attività chiudono, altre riducono gli orari di operatività per cercare di concentrare i flussi di lavoro e contenere i costi, altre sono costrette a rallentare per la carenza di materie prime.
Il marchigiano Birrificio Agricolo IBEER, grazie a scelte fatte a suo tempo, a una visione imprenditoriale lungimirante riesce a proseguire le attività senza stop forzati e senza rincari dei prezzi ma qualcosa “deve cambiare”.
Il birrificio IBEER è stato fondato nel 2015 sulle colline marchigiane nei pressi di Fabriano per volontà di Giovanna Merloni, imprenditrice innamorata della birra e del suo ciclo produttivo e birraia formatasi nella scuola di specializzazione Doemens Akademie di Monaco di Baviera e detentrice del titolo di Miglior Biersommelier d’Italia vinto nel 2019.
Giovanna Merloni ha anche deciso di allargare il business aprendo dei locali a marchio dove le birre IBEER sono sapientemente abbinate a una proposta ristorativa di qualità. A maggio ha infatti aperto “Spirito Agricolo birra e cucina” in centro a Rimini, un locale dove le birre vengono proposte in abbinamento in un menù a cavallo tra il tradizionale e il fast food, rivisitato in chiave “agricola”. A fine settembre ha aperto il secondo “Spirito Agricolo” a Gallarate in provincia di Varese
Merloni, a proposito dell’attuale contesto per i birrifici, evidenzia che una “premessa mi sembra doverosa: nella contrattualistica, di solito, la clausola ‘eventi eccezionali e/o calamità naturali’ occupa una delle ultime posizioni del documento… ecco io credo che, a livello statistico si sia un po’ sovvertito l’ordine degli argomenti del contratto! Ossia negli ultimi due anni e mezzo, eventi congiunturali e politici hanno evidenziato in maniera esponenziale le difficoltà economiche e strutturali del nostro Paese, in modo piuttosto devastante. Chi, da piccolo imprenditore, agricoltore o artigiano che fosse, si trovava in condizioni già poco favorevoli prima del 2020, ha purtroppo dovuto fare i conti con emergenze su emergenze e crescite spaventose di costi dell’attività. Senza farla lunga su argomenti già abbondantemente discussi, questo biennio ha messo a dura prova un po’ tutti, con conseguenze estreme per i più piccoli, i più deboli, o i meno organizzati”.
IBEER dal suo canto, in questi 2 anni, “ha approfittato per sviluppare e poi ultimare un progetto di ampliamento, trasferendo la sede produttiva in un capannone da 1000 mq (quello precedente ha una superficie di 90 mq), installando un nuovo impianto, convertendosi al biologico per parte della produzione e delle colture. Questo ampliamento, già tutto pianificato nel 2018 ha affrontato diversi momenti difficili, blocchi di consegne, ritardi di avviamento, mancanza di materiali per ultimare i lavori, e da ultimo il rincaro spaventoso dei costi delle materie prime. Grazie a una attenta pianificazione che prevedeva anche un cuscino economico per la gestione delle emergenze, si è ritrovata in qualche modo ad ultimare, seppure con un inevitabile grande ritardo, il progetto”.
“Essendo noi coltivatori diretti – spiega ancora Merloni – e avendo iniziato a lavorare i terreni per un fabbisogno di produzione previsto nel business plan, ma ancora mai raggiunto, siamo tra i produttori di birra agricola più fortunati, possiamo ossia usufruire del nostro raccolto e malgrado le basse rese dell’estate 2022, abbiamo per adesso molto cereale stoccato che non ci fa soffrire dei gravi disagi di approvvigionamento”.
Il birrificio IBEER inoltre non è stato costretto a interrompere la produzione a causa della carenza di anidride carbonica. “Anche su questo, per fortuna, siamo attualmente sereni, anche se stiamo cercando di pianificare bene tutte le operazioni di cantina e di condizionamento proprio per evitare di trovarci in difficoltà nelle prossime settimane o mesi”, ha spiegato ancora la titolare del birrificio.
Circa lo scenario globale, invece, Merloni ha spiegato che “sono obiettivamente preoccupata, ma anche un po’ fatalista. Quello che sta succedendo a livello di contesto globale, ci dimostra come a volte anche il ‘progetto perfetto’ debba fare i conti con variabili inaspettate. Questo mi mette nella condizione di pensare che ce la possiamo mettere tutta ma che a volte, il gioco si fa davvero difficile, indipendentemente dalle nostre risorse o capacità. Al momento non stiamo ancora risentendo di particolari difficoltà, ma ovviamente potremmo dover rivedere in modo significativo alcune strategie aziendali nell’arco del breve periodo”.
Su eventuali ricadute sui prezzi delle birre, Merloni ha sottolineato che “se la situazione perdura, immagino che prima o poi anche il prezzo dei prodotto ne risentirà, ma al momento cerchiamo di mantenerci in una fascia che rende possibile a tutti l’acquisto ‘felice’ (ossia senza ripercussioni per il portafogli)”.
Infine, su possibili azioni che potrebbero essere messe in atto, per esempio da parte del Governo, per aiutare realtà imprenditoriali artigianali, Merloni spiega che “secondo me sarebbe davvero opportuno che lo Stato applicasse politiche di sostegno per la classe dei piccoli imprenditori, ma servono azioni serie e soprattutto celeri. Voglio essere ottimista e sperare che questa crisi congiunturale passi in fretta, ma se così non fosse, è necessario che lo Stato tuteli le sue piccole o meno piccole realtà agricole e artigianali, affinché possano superare il periodo difficile non solo con le loro forze ma anche con supporti concreti e garantiti”.