Numero 01/2023

8 Gennaio 2023

Un Testo Unico per i produttori di birra artigianale

Un Testo Unico per i produttori di birra artigianale

Condividi, stampa o traduci: X

 

Negli ultimi sette anni, il comparto della birra ha visto più che raddoppiato il numero di imprese coinvolte e aumentare del 23% la spesa media mensile degli italiani, registrando un aumento dei volumi consumati tra il 2017 e il 2021 del 127%. Eppure, il settore si scontra con un impianto normativo diventato obsoleto, con un’anzianità che – in alcuni casi – supera anche il mezzo secolo di vita. La fotografia arriva da un convegno sulle birre artigianali promosso da Unionbirrai e di Unione italiana Vini (Uiv) in occasione del Simei.

A causa di questa anzianità normativa (alcune delle leggi in materia sono ferme al 1962, altre al 1970), la birra made in Italy si appresta a chiedere un cambio di passo legislativo per garantire lo sviluppo e la competitività del settore. Per Simone Monetti, segretario generale dell’Associazione Unionbirrai, «È arrivato il momento di disciplinare la legislazione italiana in materia brassicola con un Testo Unico della Birra, così come è stato fatto per il vino. La normativa vigente sul prodotto birra è obsoleta e stratificata, e si rivela spesso lacunosa e contraddittoria, fuorviante nella presentazione dei prodotti al consumatore. Oltre a inibire l’innovazione – ha concluso Monetti -, questo rappresenta un ostacolo alla commercializzazione delle birre prodotte in Italia, favorendo l’ingresso di proposte più innovative dai mercati esteri».

Tra gli esempi ricordati nel corso dell’incontro, i parametri in vigore in materia di acidità risalenti agli anni ’70, che penalizzano il segmento delle birre sour italiane, o quelli sull’anidride carbonica che riguardano i prodotti invecchiati in botte con una ritenzione minima di CO2.

 

Il settore brassicolo made in Italy emerso dal focus sulle birre artigianali realizzato dall’Osservatorio Birre Artigianali è un comparto forte di 1.326 imprese che impiega poco più di 9.600 addetti diretti (dati a ottobre 2022).
Tra i dati emersi dallo studio condotto dall’Università di Firenze spiccano l’elevata frammentazione tra piccoli e microbirrifici (che rappresentano 8 imprese su 10 pur impiegando solo il 19% degli addetti) e le aziende medio/grandi e quello della produzione dei birrifici artigianali italiani, che hanno realizzato una produzione tra 400 e 600mila ettolitri con una distribuzione del prodotto fortemente localizzata e quasi interamente destinata al mercato domestico (dati 2018).

Il Mastro Birraio tipo ha circa 40 anni, un diploma o laurea, e ha avviato quest’attività dal 2010. La crisi che ha colpito l’intero settore nel 2020 ha determinato una riduzione del numero degli addetti del comparto associata alla grande industria, ma non per i birrifici agricoli che rappresentano oggi il 22% dei birrifici nazionali, il 233% in più negli ultimi sette anni.

Sul fronte dei consumi, infine, si stima che le famiglie spendano per la birra nel suo complesso circa il 30% del budget destinato alle bevande alcoliche (24 euro al mese nel 2021).

 

Condividi, stampa o traduci: X