Numero 19/2023
11 Maggio 2023
Quindici candeline per il Birrone
Il birrificio di Isola Vicentina festeggia il 26 e 27 maggio il suo quindicesimo anniversario. E presenta il progetto “200% italiana”.
E sono 15: il birrificio artigianale – nonché agribirrificio – Birrone di Isola Vicentina festeggia infatti quest’anno il suo quindicesimo anniversario, con una due giorni di eventi. Si parte venerdì 26 maggio alle 18.30 con la presentazione in anteprima della “Storia del Birrone”, libro del giornalista e giudice birrario Simone Cantoni, a cui seguirà alle 19.30 una tavola rotonda tra pubblico e operatori del settore sul tema della salvaguardia e promozione della birra artigianale italiana. Alle 20 verrà poi presentato l’ultimo progetto del birrificio, battezzato “200% italiana”: una birra la cui filiera – materie prime e lavorazione – avviene interamente nel nostro Paese, e contraddistinta dal logo del Consorzio Birra Italiana in etichetta. A seguire momento conviviale, e musica con il Dj Marco Festa dalle 22. Sabato 27 maggio sarà dedicato alle visite guidate su prenotazione alle 18 e ad una serata di festa a partire dalle 19. Anima del tutto è naturalmente il fondatore Simone Dal Cortivo, Birraio dell’Anno 2014, a cui abbiamo rivolto alcune domande per l’occasione.
Simone, qual è la più grande soddisfazione di questi 15 anni?
Quella di aver fatto didattica tramite il nostro modo di lavorare: abbiamo creduto sin dall’inizio che la birra sta bene dentro ai maturatori a casa nostra, e quindi deve essere sempre in quelle condizioni lì. Siamo gli unici che abbiamo lavorato sempre e solo senza intermediari e chiedendo come requisito minimo l’impianto di spillatura e il mantenimento della catena del freddo: certo la cosa ci ha ridotto, almeno inizialmente, la platea di clienti, ma poi tanti ci hanno copiato e i locali interessati si sono attrezzati per rispondere a questi requisiti. Dico spesso, con soddisfazione, che siamo arrivati a produrre 5000 ettolitri l’anno senza vendere birra: non nel senso letterale del termine, ovviamente, ma nel senso che non siamo mai stati noi a strutturare una rete di vendita bensì i clienti interessati a rivolgersi per primi a noi. Ora ci stiamo attrezzando per i prossimi 15 anni, crescendo sì, ma in maniera misurata e intelligente: ad esempio abbiamo già iniziato a strutturarci per fare un passo in più ed essere, diversamente da prima, attivi nella vendita e nella promozione.
Guardando al Birrone oggi, qual è una caratteristica che a tuo avviso lo identifica e lo contraddistingue?
Direi proprio il fatto di aver lavorato sempre nella maniera che ho appena descritto.
In occasione dei 15 anni presenterete il progetto “200% italiana”. A voler fare l’avvocato del diavolo, si potrebbe dire che il tema della filiera italiana non è nuovo, e che è già stato percorso, ciascuno a proprio modo, anche da altri: qual è dunque la peculiarità di quello del Birrone?
Abbiamo portato a compimento un percorso partito 2020, il cui valore aggiunto è tutta la lavorazione interamente italiana, non solo le materie prime: abbiamo affittato 5 ettari di terreno in Puglia, il cui orzo viene poi maltato in loco dalla Monfarm; e mezzo ettaro di luppoleto in provincia di Modena. Di qui la dicitura “200%”: perché le materie prime sono 100% italiane, e 100% italiana è la lavorazione. Sia i 15 anni che questo passo sono tappe aziendali, e anche di vita, importanti. Del resto, sono convinto che il tema della filiera locale sia il futuro, e che sempre più birre verranno realizzate così: in questo senso, dunque, questo progetto si inserisce in quell’attrezzarci per i prossimi 15 anni di cui parlavo prima. Per il resto, i dettagli saranno svelati la sera del 26.