24 Novembre 2015
Weekend in Irlanda: il beer-tour del sabato! Parte1
Debutto con il mio primo articolo per www.giornaledellabirra.it con il racconto dei miei due giorni a Dublino e Howth, in Irlanda: giusto un piccolo weekend dedicato, però, molto intensamente alla birra e vissuto assieme a due compagni di viaggio!
Per tutti l’Irlanda è la Guinness, l’Arpa, le canzoni allegre suonate con il violino, ovviamente whisky e, parlando di musica, la band degli U2.
La Guinness è quasi una tappa obbligatoria per gli appassionati di birra, così come i tanti pub storici, in cui bere e ballare la classica musica irlandese, ed i tanti locali tipici dove gustare la tradizionale cucina irlandese o del buon pesce!
Così, forte del fatto che un amico si è da poco trasferito fuori Dublino per lavoro, ho pensato di “fare un salto”, giusto due giorni, per scoprire l’Irlanda dei pub, la vecchia fabbrica della Guinness di St. James, ovviamente Dublino e una gita fuori porta.
Partiti dall’Italia il venerdì sera dall’aeroporto di Orio Al Serio, siamo giunti alle 23,30 locali a Dublino: ad attenderci vento, pioggerella e freddo.
Sabato mattina alle 10,30 circa, ci avventuriamo nel nostro beer-tour: partiamo da O’ Connel Street, una delle strade più larghe d’Europa, la via più famosa della città, dove ogni anno si tiene la parata e i festeggiamenti per San Patrizio.
.
.
Subito ci si presenta davanti il primo e unico microbirrificio di Dublino, il J.W. Sweetman: un vecchio edificio a 3 piani (abbiamo potuto visitare solo il primo, perché la mattina è aperto al pubblico solo parzialmente), con interni in legno finemente curati, che si trova di fronte al fiume Liffey e al ponte O’ Connel Bridge. 6 le birre prodotte, la parte dedicata alla brassatura si divide in più livelli: la sala di cottura con la caldaia in rame si trova in vista all’interno del locale, mentre la cantina per la fermentazione e rifermentazione sono invece ubicate nel seminterrato. Il J.W. Sweetman e le birre meritano sicuramente una sosta, che consiglio a tutti i beer-tourer. Di mattina, ovviamente, il locale è pressoché deserto e si ha la possibilità di degustare la birra tranquillamente, con magari la possibilità di visitare il birrificio. Prendiamo 3 birre diverse essendo noi, gruppo di amici, in 3: la Porter da 4,8 ° non mi è affatto dispiaciuta, una Irish Red Ale e una scura stagionale.
.
.
Dopo la prima tappa birraria, ci incamminiamo verso il Castello di Dublino, ma solo per ammirarlo dall’esterno, considerato che il tempo per visitare i saloni interni non lo abbiamo a disposizione (preferiamo dedicare più attenzione alla birra!). Un panino con pochi euro e poi via dritti al locale Porterhouse, mentre la città si fa sempre più affollata.
La PorterhouseBrewing Company è una catena di pub, fondata nel 1989 da Liam La Hart e Oliver Hughes, con cinque pub sparsi in Irlanda e Londra. Il locale di Dublino si sviluppa su tre piani, ognuno col suo banco spine ed una zona dove solitamente suonano piccoli complessi. Sulle pareti diversi quadri con i rispettivi riconoscimenti al locale e alle birre, oltre ad una bella collezione di bottiglie.
Diverse le bottiglie in referenza, ma noi andiamo sul sicuro: 3 ottime birre della casa accompagnate da alette di pollo, la Oyster Stout, con la quale forse il miglior abbinamento era un bel piatto di ostriche, ma mi accontento.
.
.
La Oyster come dice il nome viene prodotta utilizzando appunto ostriche sgusciate aggiunte in maturazione: scura e pastosa, offre un bel bouquet di profumi dal cacao al cioccolato, per passare all’orzo, caffè, avena, farina di castagne con un finale amaro dato dai luppoli: Questa, in particolare è un’ottima interpretazione dello stile.
Altra birra degustata è la Plain Porter, leggermente più leggera in gradazione 4,3% TAV, con bel taglio vellutato e non molto amaro; i luppoli impiegati sono Nugget, Galena e East Kent Golding, con l’aggiunta, a differenza della Oyster, di malto Crystal. Discreta.
Infine, la Wrasslers, prodotta ancora come si faceva all’inizio del XX secolo. Come la precedente, si tratta di una Porter, ma di gradazione maggiore, con una persistenza incredibile che gioca con la dolcezza dei malti.
Interessante notare che entrambe sono fatte esattamente con gli stessi malti e luppoli (Pale Malt, RoastBarley, Black Malt, FlakedBarley e Galena, Nugget, East Kent Goldings).
Soddisfatti, continuiamo il nostro giro tra chiese ed edifici storici, come la Christ Chrurch Cathedral, resa però meno attraente da alcuni lavori in corso e la maestosa St. Patrick’s Cathedral, di cui decidiamo di visitare il suo interno ed il bellissimo parco antistante.
.
.
Ci avviamo verso la destinazione privilegiata, il tempio sacro della birra a Dublino, ossia il Guinness Storehouse, nella ex fabbrica a St. James , dove dal 2000 sorge una sorta di museo sulla storia di questa amata e popolare birra.
Sono ben 7 i piani della Storehouse, di cui l’ultimo è occupato dal The Gravity Bar, dal quale si può godere di una vista a 360 gradi su Dublino.
Durante la visita ci viene anche data (a tutti… non solo a noi) la possibilità di spillare la nostra Guinness e dopo qualche breve consiglio…finalmente, si degusta!!!
.
.
Giunta l’ora di cena, scegliamo un locale di cui avevo sentito parlare “strabene”: il Brazen Head; non proprio un pub, ma una taverna, la più vecchia della città datata 1198. Una piccola perla da visitare e assaporare: interni come da tradizione in legno, diverse mensole colme di vecchi libri e bottiglie di whisky, giardino esterno affollatissimo. Sembra impossibile trovare un tavolo per tre persone , ma alla fine riusciamo nell’impresa. Il menù offre piatti tipici della cucina irlandese oltre a buone birre; prendiamo il classico stufato alla Guinness e lo accompagno a una Smithwicks Irish Ale, di color rubino con cappello di schiuma poco spesso ma stabile, tenore alcolico 4,1%. Si sente il caramello all’inizio, poi una passata di malto e luppolo infine.
.
.
Da bere è semplice , fondamentalmente acquosa, ma il malto le dona un tocco dolce che svanisce in fretta e si passa ad un amaricante delicato, che ci accompagna fino al finale. Prodotta nella zona di Kilkenny, fino a metà degli anni Sessanta era considerata la seconda birra dell’isola: è da provare, soprattutto, perchè non la si trova altrove, da marzo 2012 è finalmente importata in Italia.
.
.
A cena conclusa non ci resta che dirigerci a Temple Bar, il noto quartiere del divertimento e dei pub. La città nel weekend è molto attiva, quasi ogni locale è colmo di gente che balla e canta la tradizionale musica irlandese e beve birra o whisky , quindi ci tuffiamo in un paio di locali e diamo inizio alla serata gogliardica.
La seconda parte del beer-tour sarà on-line martedì 1 dicembre!