1 Dicembre 2015
Weekend in Irlanda: il beer-tour della domenica! Parte2
Riprende il beer-tour in Irlanda! Leggi la prima parte (clicca qui).
Domenica mattina sveglia non troppo presto, decidiamo di fare una gita fuori Dublino: destinazione Howth, una piccola penisola sul mare, a circa 45 minuti di treno. Appena usciti dalla stazione ferroviaria, ci incamminiamo verso il castello per qualche foto “di rito”, poi verso il pontile per ammirare il panorama del porticciolo e del paese, il faro e i tanti ristorantini caratteristici per l’eccezionale menù di pesce. Improvvisamente dall’acqua esce una simpaticissima foca, che si diverte a farsi fotografare.
Arriva rapidamente l’ora di pranzare: entriamo al King Sitric, affacciato sul mare, una decina di birre artiginali in bottiglia ma nessuna birra scura.
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Ordino una Guinness da accompagnare col mio piatto a base di granchio, fantastico, oltre a dei calamari buonissimi. Appagati e soddisfatti ci concediamo mezz’ora a prendere il sole (si ho scritto giusto…sole!), poi un giro ai mercatini in paese ed è già ora di prendere il treno e rientrare in città. Prima di partire noto un cartello con scritto CraftBeer, nel locale attaccato alla ferrovia… ma purtroppo il tempo stringe.
Rientrati a Dublino, mancando poche ore prima di cena, facciamo un salto al Trinity College, famoso polo universitario, risalente al 1592, oggi un vero e proprio amplissimo tempio accademico. Imperdibile la biblioteca, che contiene circa 5 milioni di testi oltre ad una collezione di manoscritti.
Proseguiamo la camminata in Graften Street, la via dello shopping, dove non possiamo mancare la visita alla statua di Molly Malone, la giovane pescivendola, che alternava il lavoro a quello di prostituta, morta in giovane età forse a causa di una forte febbre. Una operetta dedicata Molly Malone è anche l’inno ufficioso della città di Dublino.
Per bere ancora qualche buona birra torniamo nel quartiere di Temple Bar ed entriamo nell’omonimo pub: meno affollato della sera prima, ma comunque pieno, sempre animato a ritmo di musica irlandese.
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Ordiniamo una Beamish, una Murphy ed una Carrig Irish Lager. Quest’ultima, che mi sono sorseggiato con calma, però non mi ha entusiasmato. E’ prodotta dalla CarrigCraftBrewing Company, ma brassata alla Bo Bristle, fondata nel 2011 dai coniugi SineadO’Connell e MartieDeegan. Carrig, che significa roccia, è sinonimo di paesaggio irlandese, in cui quasi ogni parrocchia ha un toponimo che inizia con Carrig o Carrick. Poche comunque le birre in lista al Temple Bar, che merita assolutamente una visita essendo un riferimento per ogni turista amante della vita da pub.
Prossimo pub, molto noto, ma leggermente nascosto e, quindi, meno frequentato è il Mulligan’s: una storia lunga 200 anni, durante la quale ha ospitato i celebri Judy Garland, Seamus Heaney, Con Houlihan, James Joyce e John F. Kennedy.
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A mio avviso, si respira il vero spirito irlandese più in questo locale, che in tutti gli altri visitati: sembra di essere tra amici, circa 25 spine con diverse birre artigianali irlandesi. Prendiamo una Brewdog, che però irlandese non è, e due birre del FranciscanWell, birrificio artigianale di Cork, nel sud dell’isola, la ShandonStout e la RebelRed Ale. La prima non è una semplice stout, con note di caffè torrefatto, cioccolato e aggiunta probabilmente di lattosio, mentre la Red Ale merita davvero di essere assaggiata, anche se per i miei gusti personali è un po’ troppo dolce.
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A cena un semplice hamburger, la mattina seguente la sveglia è alle 4.00, quindi non possiamo permetterci una lunga serata. Un’ultima pinta in un pub lungo la O’ Connel Street, al Madigans. Nel locale, datato 1922, poche persone e in tv una partita del campionato calcistico irlandese. Ordiniamo un whisky e successivamente birra: la O’Hara Irish Stout alla spina, ben maltata dal gusto asciutto e deciso, amara, ma tendenzialmente tostata, in Italia si trova in commercio in bottiglia. Infine, abbiamo gustato una Galway Hooker Irish Pale Ale, del birrificio omonimo creato nel 2006 dai cugini RonanBrennan e Aidan Murphy, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti in ambito nazionale. A mio avviso, dopo la Oyster Stout di Porterhouse, è la miglior birra che abbia bevuto nel mio week end irlandese: di colore chiaro, ha un gusto pieno, ben equilibrato e un amaro non eccessivo, caramellata, con sentori di miele, una leggera nota agrumata. Un’ottima birra.
Viaggio concluso con un bel arricchimento del mio bagaglio culturale birrario: unica nota dolente, il prezzo di alcune birre, considerato che mi sembra eccessivo pagare 7- 8 euro per una pinta.
Insomma, Dublino merita: buon viaggio!