Numero 26/2024
24 Giugno 2024
Il giro del mondo in… tante birre: Cile
Il Giro del Mondo in tante Birre ci fa volare nuovamente sopra l’Oceano Atlantico per atterrare in America del Sud e mettere piede nel cosiddetto “Paese dei tre continenti”: il Cile. Il Cile, infatti, comprende territori appartenenti all’Oceania, come l’Isola di Pasqua e rivendica la sovranità del Territorio Antartico Cileno dove sono presenti ben 13 basi scientifiche.
È il paese dalla forma più allungata del mondo, così stretto fra l’Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande che la distanza media tra est e ovest è di soli 180 Km. Il clima, perciò, varia molto. Si passa dalle regioni desertiche del nord (v. foto Deserto di Atacama) a quelle umide e rigide del sud. Persino l’origine del nome Cile pare derivi dal termine “chin” che per il popolo Quechua significa “freddo”. Curiosa anche un’altra ipotesi. Gli amerindi Mapuche, la principale etnia indigena, usano “chilli” per indicare “dove finisce la terra”.
Territorio scoperto dall’esploratore portoghese Ferdinando Magellano nel 1520, diventa terra di conquista spagnola dopo qualche anno. I famigerati “Conquistadores”, fra superiorità tecnologica e nuove malattie, mietono migliaia di vittime. Durante il periodo coloniale, il Cile fa parte del Vicereame del Perù, di cui, però, costituisce una delle provincie più povere, a causa di conflitti interni e della sua posizione decentrata. Nel 1818 ottiene l’indipendenza e inizia a ricostruire un nuovo assetto politico-sociale.
Cruciale il golpe attuato dal generale Pinochet nel 1973, dove perde la vita il presidente Salvador Allende, che da inizio ad una lunga e feroce dittatura terminata nel 1990. Da non dimenticare le decine di migliaia di “desaparecidos”, persone arrestate o solo accusate per motivi politici di cui si sono perse le tracce, letteralmente “scomparse”. Potrei continuare a scrivere parole su parole ma basterebbe ascoltare due canzoni dei Litfiba come “Santiago” e “Desaparecido”, per avere una fotografia di ciò che è successo in quegli anni.
LA STORIA DELLA BIRRA IN CILE
Anche in Cile, come in tanti altri paesi sudamericani, la storia brassicola è legata alle birre tradizionali, soprattutto alla “chicha”. Bevanda casalinga a base di cereali, servita durante le cerimonie e come benvenuto per gli ospiti. I chicchi in passato venivano masticati dalle donne per far partire la trasformazione enzimatica degli amidi in zuccheri semplici. Il cereale più usato è il mais, pilastro della gastronomia e della cultura dell’America meridionale. Durante il periodo coloniale è preparata anche con mele e uva come alternativa economica del vino, tradizione tuttora presente. Ancora oggi i Mapuche, che vivono nelle aree centro meridionali del Cile, preparano la “muday”, una chicha rustica, biancastra e torbida, dal basso contenuto alcolico, legata, soprattutto, alla socialità e ai rituali delle comunità.
Di rado si produce anche con altri ingredienti come i “cauchaos” (bacche nerastre della pianta Luma), i frutti del Maqui (simili al mirtillo) e il miele.
Un altro simbolo del Cile è il “Pisco Chileno”, un’acquavite ricavata dalla distillazione di vino bianco senza invecchiamento. Si produce principalmente lungo la costa oceanica centro – settentrionale, viene usato anche come base per cocktail (Pisco Sour su tutti) e se mischiato alla Coca Cola dà vita alla “Piscola”. Il 15 maggio si celebra la Giornata Nazionale del Pisco.
Tornando alla nostra bevanda preferita, le birre moderne fanno capolino in Cile intorno agli anni ‘20 dell’Ottocento grazie all’arrivo dei primi immigrati europei. Il quartiere La Chimba, nella capitale Santiago del Cile, è famoso per il suo birrificio già nel 1822. Ma tre anni dopo, l’irlandese Andrew Blest fonda la prima vera e propria azienda a Valparaíso (v. foto seguente) e comincia a produrre birre scure in stile Porter.
Nella seconda metà del 1800, il know-how tedesco rivoluziona il settore brassicolo, dando vita ad un successo quasi inaspettato. Le birre Lager iniziano, così, a minare il mercato della chicha in Cile, diventando le più consumate del Paese.
La birra, infatti, è da sempre usata anche per creare drink molto fantasiosi. Fossi in voi alcuni li proverei! Ecco qualche esempio:
- Fanschop: birra chiara con aggiunta di aranciata
- Malta con Huevo: birra scura, uova, vaniglia e zucchero
- Michelada Chilena: birra chiara tipo Lager con succo di limone e Merkén (mix di peperoncino piccante affumicato, semi tostati di coriandolo e sale) sul bordo del bicchiere
5 BIRRIFICI DEL CILE CON…QUALCOSA IN PIU’!
Il consumo di birre in Cile, ad oggi, si attesta intorno al 60% del mercato delle bevande alcoliche. Secondo la ACI Chile (Asociación Cervecera Independiente), nel Paese si contano circa 350 birrifici artigianali che coprono il 2% del mercato, tutto il resto è appannaggio dei colossi industriali locali ed internazionali (dati del 2022).
– Il più antico birrificio del Cile: COMPAÑÍA DE CERVECERÍAS UNIDAS (CCU)
Fondato nel 1850 dal tedesco Joachim Plagemann nella città di Valparaiso, è ancora in super attività! Prende il nome di CCU nel 1902 dopo aver acquisito due birrifici, uno locale e l’altro della capitale Santiago. Nel 1916 diventa, addirittura, il più grande produttore di birre in Cile. Incorpora anche un’azienda di bibite gassate, creando, così, un canale commerciale parallelo. Il culmine si ha nel 1959 quando inizia la produzione locale della Pepsi. Dagli anni ’60 in poi, la gamma di prodotti si amplia ancora con l’entrata di acqua minerale e vino. Quindi, CCU si può definire un vero colosso industriale. Nel 2003, infatti, Heineken ne diventa proprietario al 50%.
CRISTAL: birra chiara a bassa fermentazione. La Pilsner iconica del birrificio facile da bere e dissetante. Gradazione alcolica: 4,2%
ESCUDO: birra chiara a bassa fermentazione. La prima lager lanciata nel 1942 dai toni erbacei e maltati. Gusto più corposo rispetto alla precedente. Gradazione alcolica: 5,5%
CRISTAL LA ROJA: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Red Lager dai toni più maltati, con note di biscotto e caramello. Gradazione alcolica: 4,6%
– Il birrificio artigianale cileno “più contadino”: CERVEZA TOROPAIRE
Fondato nel 2007 da Gabriel Merino nella cittadina di Quillón. Il nome del birrificio è dedicato al nonno di Gabriel che nel 1900 si stabilì qui nel Cile centrale. “Paire”, infatti, è la parola usata dai contadini per indicare il padre, il capostipite. Gabriel, come tutta la sua famiglia, è molto legato al territorio. Utilizza solo ingredienti di origine cilena e le sue birre portano nomi in lingua “Mapudungun” quella parlata dai Mapuche, la “gente della terra”.
ANTÜ: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Pale Ale britanniche. “Antü” indica il “sole dorato” come il colore che si ritrova nel bicchiere. Al palato fresche note erbacee e fruttate. Gradazione alcolica: 5,8%
KURRÜ: birra scura ad alta fermentazione di tradizione inglese. “Kurrü” significa “nero”, infatti è una Porter dai sentori di caffè e cioccolato. Piacevole la nota amara data dalla tostatura del malto. Gradazione alcolica: 6,1%
KELÜ: birra ambrata ad alta fermentazione. “Kelü” vuol dire “colorato”. Una India Pale Ale rivisitata dove le note speziate e fruttate sono accompagnate da un amaro moderato. Gradazione alcolica: 6%
– Il microbirrificio “più europeo” della capitale: CERVEZA DIE M
Inaugurato nel 2000 a Valdivia de Paine, è il primo microbirrificio artigianale della regione metropolitana di Santiago del Cile. Questa realtà ha l’Europa dentro. Il nome “Die M” è l’abbreviazione di “Die Mönche” che in tedesco significa “I monaci”. E proprio due frati sono rappresentati sul logo. Ma non finisce qui. Il fondatore Guillermo Allan Castillo ha avuto l’idea di aprire un birrificio bevendo una pinta in un pub inglese e le attrezzature arrivano direttamente dall’Ungheria.
DRY IPA: birra ambrata ad alta fermentazione. Una India Pale Ale fruttata e agrumata, dall’amaro deciso. Gradazione alcolica: 5,5%
AMBER ALE: birra ambrata ad alta fermentazione ispirata alle Amber Ale. Protagoniste le note di biscotto e caramello, rinfrescato da un piacevole tocco di amaro. Gradazione alcolica: 4,5%
STOUT: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alla tradizione irlandese. Vellutata e morbida con sentori di caffè e cioccolato fondente. Gradazione alcolica: 4,5%
– Il birrificio artigianale “più leggendario” del Cile: CERVEZA DEL PUERTO
Aperto nel 2003 a Valparaíso, città portuale e pittoresca che nello stesso anno è stata nominata Patrimonio dell’Umanità. Dal 2016, visto il successo delle birre prodotte, è attivo un secondo stabilimento. Il pirata scelto come simbolo è un chiaro omaggio alla storia della città. Spostandosi a nord verso Quintero, infatti, si può visitare la “Grotta del Pirata”. La leggenda narra che il famigerato corsaro inglese Francis Drake qui abbia nascosto un ricco tesoro protetto da una maledizione: chi prova ad avvicinarsi, rischia di annegare!
PALE ALE: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Pale Ale inglesi. Bouquet complesso dai sentori fruttati, erbacei ed agrumati. La spalla maltata dà rotondità alla bevuta. Gradazione alcolica: 4,5%
SESSION IPA: birra chiara ad alta fermentazione, una Session IPA dai toni tropicali che ricordano il mango e il frutto della passione. Fresca e dissetante. Gradazione alcolica: 4,7%
SCOTTISH ALE: birra ambrata ad alta fermentazione. Una Scottish Ale dai toni caramellati ed erbacei. Delicato amaro sul finale Gradazione alcolica: 6%
– Il birrificio famigliare cileno “più piccolo”: CERVEZA MAIHUE
È un birrificio artigianale aperto da Gladys Galaz e la sua famiglia nel 2011 a Curicò nel Cile Centrale. In gamma, ad oggi, nove etichette che si distinguono per l’uso di frutta e spezie locali. Il forte legame con il territorio è testimoniato anche dalla scelta del nome: “Maihue”, infatti, in lingua Mapudungun, significa “piccolo vaso per bere” ed indica pure un lago della Cordigliera delle Ande.
BERBERIS ALE: birra ambrata ad alta fermentazione con aggiunta di “calafate”, piccola bacca blu simile al mirtillo o al ribes nero (Berberis è il termine in latino). In primo piano le note fruttate addolcite dai toni maltati. Gradazione alcolica: 6%
LLAHUCÑ ALE: birra ambrata ad alta fermentazione che prevede l’uso di fragole, il nome della birra ne è la traduzione in lingua Mapuche. Note acidule e fruttate ben bilanciate dal carattere maltato. Gradazione alcolica: 6%
JENGIBRE ALE: birra chiara ad alta fermentazione con aggiunta di zenzero (jengibre in spagnolo). Oltre alla speziatura lievemente piccante, si ritrovano anche note fruttate ed agrumate. Gradazione alcolica: 6%
Che fermento c’è in Cile e che birre! Un movimento artigianale nato agli inizi degli anni Duemila che ha conosciuto in poco tempo una crescita esponenziale. Consumatori più curiosi e consapevoli e utilizzo di materie prime locali rappresentano insieme la molla per questo importante sviluppo.
Alla prossima pinta!
Siti internet e pagine social di riferimento:
Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)
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