Numero 46/2024
11 Novembre 2024
Il giro del mondo in… tante birre: Croazia
Finalmente dopo tanto peregrinare su e giù per il globo, il Giro del Mondo in tante Birre torna nel Vecchio Continente per visitare la nostra dirimpettaia Croazia.
Un Paese da sempre considerato come punto di incontro e scontro tra diversi popoli e culture.
È terra di confine tra l’Impero Romano d’Occidente e d’Oriente, quindi, regione dell’Impero Bizantino. Per oltre 8 secoli, resta sotto il Regno d’Ungheria (1102-1918) seguendone le sorti. Non mancano, in questo lungo intervallo, il controllo della Repubblica di Venezia e degli Asburgo.
Nel XVII sec. un fatto curioso. Sale alla ribalta un accessorio che farà la storia della moda: la cravatta. I soldati croati, infatti, si annodano al collo un fazzoletto di seta che protegge dalle lame nemiche e ricorda le fidanzate fedeli. Testimonial d’eccezione del “foulard à la croate”?!? Addirittura, il Re Sole Luigi XIV.
Nello stesso periodo diventa capitale Zagabria (v. foto seguente), ma, storicamente per questo ruolo, si alternano altre nove città!
La Croazia alla fine della Prima Guerra Mondiale è annessa alla Jugoslavia e in seguito alla Repubblica Socialista Federale.
La morte del famigerato dittatore Tito (1980) rappresenta uno spartiacque storico. La conseguente crisi economica riaccende le profonde differenze culturali e sociali degli stati federali che portano alla dissoluzione della Jugoslavia (1990) e all’esplosione della Guerra dei Balcani. La Croazia si dichiara indipendente nel 1991 ma per quattro anni deve combattere duramente contro l’esercito serbo. Al termine del conflitto, il Paese è estremamente prostrato.
Solo verso la metà degli anni Duemila, l’economia si riprende complici il settore terziario e il turismo. Forti richiami per i viaggiatori sono il migliaio di isole che punteggiano la costa, tra cui Hvar (la più soleggiata d’Europa), i numerosi monumenti come l’anfiteatro romano di Pola e le città dal fascino indiscutibile: Zagabria, Dubrovnik, Spalato e Zara.
LA STORIA DELLA BIRRA IN CROAZIA
La produzione delle birre in Croazia ha origine antichissime. Si può far risalire addirittura a 5000 anni fa. Il popolo Vučedol, infatti, consuma una proto-birra a base di orzo, segale ed avena, bevuta usando lunghe cannucce.
Anche gli Illiri, indoeuropei stanziati nella penisola balcanica nord-occidentale, con il termine “sabaia” indicano la birra d’orzo all’epoca dell’età del ferro. Ma non solo, lo storico Ammiano Marcellino (IV sec. d.C.) riporta che “sabaiarius”, cioè bevitore di birra, è il soprannome dell’imperatore romano Valente, nato a Cibalae, l’odierna Vinkovci.
Pochi chilometri separano questa città da un altro luogo fondamentale per la storia birraria croata, cioè Osijek (v. foto seguente).
Facendo un salto in avanti di qualche secolo, qui si possono trovare le radici delle birre in Croazia (le cosiddette “Pivo”). Durante il XVII sec., l’esperienza brassicola dei tedeschi trasferiti in quest’area si fa sentire. Nel 1664, infatti, il signor Bauer inizia produrre birra e i registri locali indicano la presenza di ben 3 birrai in città: Hamerle, Steer e Casper.
E la tradizione continua fino ad arrivare alla metà del 1800 con l’apertura di quello che sarebbe diventato l’odierno birrificio “Osječka Pivovara”. Il Novecento si caratterizza per la presenza di grandi birrifici di stampo industriale che producono basse fermentazioni sia chiare che scure (per saperne di più, leggi il prossimo capitolo).
Seguendo il susseguirsi di acquisizioni, nazionalizzazioni, privatizzazioni e diversi conflitti, si arriva, anche qui in Croazia, alla comparsa delle birre artigianali. Il movimento craft parte intorno al 2014, anche se già a metà degli anni ’90 si affaccia sul mercato il primo birrificio artigianale: “Pivovara Medvedgrad”. Nel 2018 nasce l’associazione dei microbirrifici indipendenti.
6 BIRRIFICI DELLA CROAZIA CON QUALCOSA… IN PIU’!
Il mercato delle birre in Croazia è controllato da sei big industriali, tra cui i leader indiscussi di Zagrebačka e Karlovačka Pivovara. Ma anche il comparto artigianale si difende bene, almeno per il numero di birrifici in attività che ha superato quota 100.
– Il più grande birrificio della Croazia: ZAGREBAČKA PIVOVARA
Nel 1892, il conte Pongratz e il barone Turković fondano il birrificio nella capitale Zagabria. Si può considerare il primo birrificio industriale della Croazia, l’unico edificio servito da un impianto di illuminazione elettrica (sistema introdotto nel resto della città solo quindici anni dopo). Sempre in crescita, la produzione continua anche durante il primo conflitto mondiale, quando la farina di patate sostituisce il malto d’orzo. Nel secondo dopoguerra, invece, viene nazionalizzato. Durante gli anni ’70 forma un gruppo con altre due grandi realtà brassicole: Daruvarska Pivovara e Karlovačka Pivovara. Dal 2012 fa parte del colosso statunitense Molson Coors. Ad oggi detiene quasi la metà del mercato delle birre in Croazia.
OŽUJSKO: birra chiara a bassa fermentazione. Il simbolo del birrificio, la più consumata del Paese. Prende il nome dal mese di marzo. Facile da bere e dall’amaro piacevole. Gradazione alcolica: 5%
TOMISLAV: birra scura a bassa fermentazione. Dark Lager prodotta dal 1925 dedicata al re Tomislav. In primo piano le note torrefatte del malto dai sentori caramellati. Gradazione alcolica: 7,3%
REZANO: birra scura a bassa fermentazione prodotta con il 60% di Ožujsko e il 40% di Tomislav. Una birra “tagliata” (Rezano in croato significa taglio) per rendere la bevuta ancora più scorrevole. Gradazione alcolica: 5,9%
– Il birrificio croato più conosciuto all’estero: KARLOVAČKA PIVOVARA
Nel 1854 il barone ungherese Nikola Vranyczany apre il birrificio “Perhovo” a Karlovac, città vicino alla capitale. Nel 1908 l’arrivo del birraio Wambrechtshamer e, soprattutto, il divenire filiale di Zagrebačka Pivovara (1929) ne decretano il vero successo.
Negli anni ’60 e ’70 si assiste alla progressiva modernizzazione degli impianti e all’espansione del mercato. Negli anni ‘80 il birrificio supera l’allora leader Zagrebačka Pivovara, toccando la quota record di un milione di ettolitri prodotti! Karlovacko diventa, così, la birra nazionale. Dal 2003 fa parte del colosso internazionale Heineken ed è il maggior esportatore di birre della Croazia.
KARLOVAČKO: birra chiara a bassa fermentazione. Lager iconica del birrificio, dalle note maltate ed erbacee. Facile da bere, per tutti palati. Gradazione alcolica: 5%
KARLOVAČKO CRNO: birra scura a bassa fermentazione. Una Dark Lager dai toni caramellati che ricordano la frutta secca e il cioccolato. Ricca e scorrevole. Gradazione alcolica: 6%
CRNI LIMUN: birra scura a bassa fermentazione con aggiunta di succo di limone ed arancia. Il mix tra una Dark Lager e una Radler di stampo tedesco. Gradazione alcolica: 2%
– Il birrificio più antico in Croazia: PIVOVARA DARUVAR
Fondato nel 1840 nella città settentrionale di Daruvar, dal conte Izidor Janković, aiutato dall’esperienza dei concittadini di origine ceca e tedesca. Nel 1893 il birrificio viene acquistato da imprenditori locali mentre nel 1925 passa ad una ricca famiglia ebrea.
Nel secondo dopoguerra viene nazionalizzato e negli anni ’60 cresce e si espande. Nemmeno la Guerra Balcanica ferma la produzione. Verso la fine del conflitto, il birrificio viene privatizzato e inizia un periodo difficile tra nuove proprietà e difficoltà economiche. Dal 2010 il marchio viene rilanciato e ora è nelle mani di imprenditori austro-bosniaci.
STAROČEŠKO: birra chiara a bassa fermentazione ispirata alle Pils boeme. La prima nata in casa Daruvar, dove i sentori floreali ed erbacei dei luppoli fanno da contraltare alla spalla maltata. Gradazione alcolica: 4,8%
5TH ELEMENT FOREIGN EXTRA STOUT: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alla tradizione d’Oltremanica. Una delle cinque birre del nuovo canale craft creato nel 2014. Note maltate in primo piano di cioccolato, caffè e vaniglia. Gradazione alcolica: 7,5%
– Il birrificio artigianale croato che si “dà più arie”: BURA BREW
Fondato nel 2015 a Parenzo, città costiera dell’Istria. Alessandro, lombardo di origine, sua moglie Veronika, croata ma di papà tedesco, conosciuta a Dublino e l’amico birraio Claudio sono le menti e le braccia dietro a questo progetto internazionale. Stanchi della vita monotona, il vento del cambiamento ha soffiato pure per loro. Bura Brew, infatti, prende il nome proprio dalla Bora che sferza impetuosa sull’Adriatico. Raffigurata anche dal logo molto arioso disegnato dal fratello di Veronika.
OPTIMIST: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Golden Ale britanniche ma con luppolatura slovena. Fresca e facile da bere grazie alle note erbacee, agrumate e un pizzico di speziato. Gradazione alcolica: 5,4%
REDSAND: birra ambrata ad alta fermentazione. Amber Ale con un mix di luppoli sloveni e statunitensi. Protagoniste le note regalate dai quattro malti usati, rinfrescate da sentori fruttati. Gradazione alcolica: 5,6%
TRIPPIN TRIPEL: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione belga con aggiunta di zucchero candito. Una Tripel dalle note profumate di frutta bianca, caramello e un tocco di speziato. Finale secco e alcol ben nascosto. Gradazione alcolica: 8,1%
– Il birrificio artigianale croato con “più santi in paradiso”: BUJSKA PIVOVARA
L’idea del birrificio nasce tutta in famiglia da due fratelli (Simon e Goran) e un cugino (Marko). Nel 2012 inizia l’avventura nella città istriana di Buje e proprio al suo santo patrono sono dedicate le birre: “San Servolo”. Ma i santi non finiscono qui. L’acqua usata in produzione proviene dalla vicina sorgente di San Giovanni. Dal 2023 nuovo stabilimento e nuovo impianto da 15.000 Hl. Ad oggi, otto birre in gamma.
SAN SERVOLO RED BEER: birra ambrata a bassa fermentazione. Amber Lager prodotta con tre malti che regalano note caramellate, di biscotto e frutta secca. Il finale amaro rinfresca il tutto. Gradazione alcolica: 5,4%
SAN SERVOLO IPA BEER: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione anglosassone. Una IPA con malti e luppoli inglesi, buona spalla maltata alleggerita dalle note floreali e fruttate. Gradazione alcolica: 6%
SAN SERVOLO GOLD TRUFFLER: birra chiara ad alta fermentazione con aggiunta di tartufo fresco locale. La prima birra istriana con questo ingrediente gourmet. Gradazione alcolica: 7,1%
– Il birrificio artigianale “più laborioso” della Croazia: BRUMAN CRAFT BREWERY
Aperto dal 2018 a Buzet, cittadina dell’Istria chiamata anche Pinguente. I tre amici Darko, Goran e Dragan iniziano come beer firm appoggiandosi a Suxo Brewery di Pola, poi, nel 2019, arrivano le prime birre prodotte nell’impianto di proprietà. Il nome del birrificio è il risultato di un concorso e significa lavoratore, uomo buono e onesto. Il logo rappresenta un supereroe mascherato in tenuta da lavoro.
BRAINFUCKER: birra ambrata ad alta fermentazione di tradizione anglosassone ma con luppolatura americana. Un mix di toni tropicali, agrumati e resinosi. Gradazione alcolica: 7%
BABAU: birra scura a bassa fermentazione: Una Dark lager dai toni maltati in primo piano: caffè, cioccolato fondente e pane nero. Gradazione alcolica: 5,1%
KONTRAKOLPO: birra scura ad alta fermentazione. Strong Ale maltata e caramellata con un finale dall’amaro deciso e persistente. Gradazione alcolica: 6,9%
Le persone, che come me vivono sul versante adriatico, hanno la fortuna di godersi il panorama delle birre artigianali in Croazia a poche ore di auto oppure di traghetto. E le novità sono sempre dietro l’angolo, visto il fermento che non accenna a diminuire.
Alla prossima pinta!
Siti internet e pagine social di riferimento:
Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)
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