Numero 05/2025
31 Gennaio 2025
B4hopes: un progetto d’inclusione sociale
nclusione, sostenibilità e sensibilizzazione. Sono questi i valori di Idee in fuga, una cooperativa sociale nata ad Alessandria nel 2020 per promuovere attività di formazione all’interno delle carceri della città. Lo scopo è creare nuove opportunità di lavoro per aiutare il reinserimento dei detenuti nella società. Nascono così progetti di falegnameria, produzione dolciaria e di birra artigianale.
Ed è proprio con la creazione di un luppoleto che la cooperativa riesce ad approvvigionarsi di quanto serve per la produzione di birra. Grazie alla collaborazione con piccole aziende locali, sono nate delle birre in grado di valorizzare le materie prime prodotte, in sinergia con altre carceri italiane: la Sbirra, prodotta con gli agrumi del carcere di Siracusa e la Skizzata, con la camomilla del carcere femminile di Pozzuoli.
B4hopes, un progetto d’inclusione sociale un sorso alla volta 1A queste, presto, se ne aggiungerà un’altra, prodotta nel birrificio Trunasse di Castelletto di Stura. La birra è protagonista del progetto B4hopes nel programma Nodes che coinvolge un team guidato da Michele Fontefrancesco dell’Università cattolica del Sacro cuore, con la docente Luisa Torri e Nazarena Cela e Chiara Nervo dell’Università di scienze gastronomiche. Lo scopo è indagare l’attitudine dei consumatori verso le birre sociali, provenienti da economia carceraria, cercando di migliorare la trasparenza e la comunicazione grazie alla tecnologia informatica blockchain.
Il professore Fontefrancesco spiega: «Scegliere una birra è sempre più un fattore che va oltre il piacere. Quelle carcerarie sono un esempio calzante di come la produzione brassicola possa creare i presupposti di una società migliore. La nostra comunicazione vuole spiegare come effettivamente sia possibile e soprattutto come i nuovi strumenti possano avere un ruolo cruciale nel garantire la tracciabilità degli ingredienti e dell’impatto della scelta».
Torri aggiunge: «La nostra ricerca è fondamentale per comprendere come i consumatori percepiscono le birre carcerarie e il loro ruolo sociale. Strumenti come la blockchain permettono di comunicare con trasparenza questi valori, consentendo ai consumatori di fare scelte più informate e consapevoli in termini di sostenibilità sociale, economica e ambientale».
Da qui nasce l’esigenza di approfondire l’indagine tramite un questionario, che studia la percezione dei consumatori verso le birre sociali, valutando come migliorarne la comunicazione e aiutando il consumatore a fare scelte più consapevoli e sostenibili. Questo progetto rappresenta, per i detenuti, non solo una possibilità di riscatto ma un’occasione unica di crescita personale e professionale.
La visione sociale della detenzione, quindi, ci aiuta a comprendere come sia sempre più fondamentale offrire una seconda opportunità a chi ha sbagliato, per ridurre la possibilità di recidiva e creare una connessione tra il mondo dentro e fuori le mura del carcere. Un esempio concreto di come lavoro e dignità possano rappresentare una via per il riscatto e il cambiamento, un sorso alla volta cambiamento, un sorso alla volta.
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