Numero 07/2025

10 Febbraio 2025

Il giro del mondo in… tante birre: Egitto

Il giro del mondo in… tante birre: Egitto

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Si sorvola l’Oceano Atlantico per tornare, dopo tanto tempo, in terra africana e questa volta il Giro del Mondo in Tante Birre ci fa atterrare in Egitto.

 

Un Paese che molto probabilmente non avrebbe neanche bisogno di presentazioni. Sfido chiunque a non essere affascinato dalla sua storia millenaria e a non rimanere incantato davanti all’ennesimo documentario rivelatore.

Prima o poi dovrò mettere piede anch’io su questa terra magica che attrae ogni anno, come una calamita, turisti da tutto il mondo. Nel 2024 è stato visitato da ben 15,5 milioni di persone che hanno potuto ammirare le meraviglie, non solo della capitale Il Cairo, con il celeberrimo museo e le piramidi di Giza, ma anche di questi altri luoghi suggestivi:

  • Penisola del Sinai: un mix unico di sacro e profano che vede protagonisti assoluti il Monte Sinai e Sharm el-Sheikh
  • Alessandria d’Egitto: sede della più grande e ricca biblioteca dell’Antichità
  • Luxor (l’antica Tebe): custode delle famose necropoli della Valle dei Rei e della Valle delle Regine
  • Abu Simbel: il complesso templare voluto dal grande faraone Ramses II (v. foto sotto)

 

A me è venuta una voglia di partire!

Territorio abitato fin dal Paleolitico inferiore (circa 2,9 milioni di anni fa), nel tempo i popoli si sono insediati principalmente lungo la Valle del Nilo, il secondo fiume più lungo del mondo. Le cui periodiche inondazioni hanno reso fertili i terreni circostanti e fatto grande il Paese.

Grandi civiltà, faraoni e regine sono stati al centro della storia antica tra alleanze, intrighi e guerre sanguinose. L’Antico Egitto ha da sempre un che di magnetico, tantoché a seguito delle campagne militari di Napoleone (1798-1801), è scoppiata l’egittomania. Proprio durante una di queste operazioni militari, è stata ritrovata la mitica Stele di Rosetta che ha permesso di decifrare gli arcani geroglifici.

LA STORIA DELLA BIRRA IN EGITTO

L’Egitto si può considerare come la culla delle birre più famose dell’Antichità, approdate persino nelle taverne dell’Antica Roma.

Tre sono le tipologie più consumate:

  • Hekt: più conosciuta con il termine “zythum”, indica la birra chiara di orzo o farro con aggiunta di miele
  • Curmy: birra scura
  • Sa: il prodotto di eccellenza, destinato al Faraone e usato durante i rituali religiosi

La nostra beneamata bevanda ricopre un ruolo centrale nella vita egiziana dell’epoca, avendo, addirittura, origini divine. Osiride, infatti, dio dell’agricoltura e portatore di civiltà, insegna al suo popolo la produzione di birra.

Il biondo nettare accompagna gli egiziani per tutta la vita e anche oltre. Decide il sesso del nascituro, svezza i lattanti e segna il passaggio all’età adulta. Il dono di un’anfora rappresenta la quantità giornaliera di birra. Costituisce il salario dei lavoratori e segna il passaggio verso l’Aldilà. Senza birra non si accede ai Campi Elisi.

È anche rimedio e cura, come descritto nei Papiri Edwin Smith (v. immagine seguente) ed Ebers, testi medici del tempo.

Tutta questa centralità deve essere assicurata anche da una produzione che soddisfi l’altissima domanda. In Egitto nascono, infatti, le prime fabbriche di birra su larga scala. Il ritrovamento archeologico del birrificio di Hierakonpolis (Egitto centrale), risalente a più di 5500 anni fa, conferma questa necessità. Si stima producesse 22.000 litri di birra al giorno!

La situazione odierna è ben diversa. Circa l’85% della popolazione è di fede musulmana, religione che vieta il consumo di alcolici. Quindi, le birre prodotte in Egitto sono consumate dal restante 15% di cristiani copti e dai numerosi turisti. Molto in voga, logicamente, sono anche le birre analcoliche e le bevande a base di malto aromatizzate alla frutta.

Retaggio del passato, rimane la produzione contadina della tradizionale “Bouza”, birra a base di frumento.

I BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI IN EGITTO

In mancanza, per ora, di birrifici artigianali, in Egitto, il mercato è nelle mani delle birre industriali. Colossi nazionali ed internazionali, si contendono i palati egiziani anche a suon di bevande prive di alcol, in rispetto delle prescrizioni religiose. Tra le più bevute: Birell e Fayrouz.

 

– Il primo birrificio in Egitto: AL AHRAM BEVERAGES COMPANY

Viene fondato come “Crown Brewery Company” nel 1897 ad Alessandria d’Egitto. I fondatori belgi aprono anche uno stabilimento a Giza chiamato “Pyramid Brewery”. Insieme iniziano a produrre il marchio che diventerà il simbolo delle birre in Egitto: Stella. Tra gli anni ’30 e ’40, Heineken diventa azionista di maggioranza, mentre nel 1963, il birrificio viene nazionalizzato e prende il nome attuale. La multinazionale olandese torna alla carica nel 2002 acquisendo definitivamente Al Ahram che diventa anche produttore di Heineken e Desperados.

 

STELLA: birra chiara a bassa fermentazione. La birra iconica dell’Egitto che detiene circa il 90% del mercato interno. Lager facile da bere, un po’ più dolce rispetto alla tradizione, con un lieve amaro sul finale. Gradazione alcolica: 5%

MEISTER MAX: birra chiara a bassa fermentazione. La prima birra egiziana con un alto contenuto di alcol. Non stucchevole e bilanciata dai luppoli. Gradazione alcolica: 8%

SAKARA GOLD: birra chiara a bassa fermentazione. Può sembrare la versione light di Stella, molto scorrevole e veloce. Gradazione alcolica: 4%

– Il primo birrificio egiziano indipendente: EGYPTIAN INTERNATIONAL BEVERAGES

Con sede nella capitale, nasce “El Gouna Beverages” nel 1999 come primo produttore indipendente di vino e birre dell’Egitto. Nello stesso viene immesso sul mercato il marchio “Sakara”. Nel 2001 l’azienda viene acquisita dal birrificio “Al Arham Beverages”. “Egyptian International Beverages” vede la luce nel 2005 e lancia la nuova etichetta “Luxor”. Dopo quattro anni anche questa produzione viene inglobata da “Al Ahram”.

LUXOR CLASSIC: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager più luppolata rispetto agli standard egiziani, con note erbacee e floreali. Gradazione alcolica: 5%

LUXOR WEIZEN: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Weizen tedesche. Più agrumata che speziata. Gradazione alcolica: 5%

LUXOR NUBIA: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alle Stout irlandesi. Scorrevole dalle note di caffè e cioccolato. Gradazione alcolica: 6%

– Il birrificio “più egiziano” dell’Egitto: AL MASRIA AL ALAMIA COMPANY

Fondato nella capitale Il Cairo, è in attività dal 2004. “Al Masria” significa “egiziano”, un nome che rappresenta fortemente l’identità dell’azienda. La produzione e la distribuzione spaziano anche nel campo dei vini e dei superalcolici come whisky e vodka. I prodotti vengono esportati verso le Americhe e il Sudest asiatico.

 

 

SPHINX: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager dove l’amaro e la secchezza fanno da contraltare al carattere maltato di base. Gradazione alcolica: 5%

FIVE STARS: birra chiara a bassa fermentazione. Lager dalle note maltate in primo piano e un delicato amaro finale. Gradazione alcolica: 4,5%

 

Non si può negare che l’Egitto sia stato la culla delle birre nell’Antichità. Produzioni di massa e consumi faraonici hanno segnato i secoli d’oro di questa intrigante civiltà. E adesso? Manca solo qualche giovane che si ricordi del passato glorioso e faccia sorgere l’alba del movimento artigianale egiziano.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.alahrambeverages.com

www.egy-bev.com

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!