Numero 09/2025
24 Febbraio 2025
Il giro del mondo in… tante birre: El Salvador
Ormai mi sembra di vivere in un mini-golf perché, rimbalzando di qua e di là, si riparte per una transoceanica e si mette piede in Centro America, nello Stato più piccolo, El Salvador.
Bagnato dall’Oceano Pacifico, confina con Honduras e Guatemala. Il nome è un omaggio a Gesù il Salvatore. La stessa radice religiosa si ritrova nel toponimo della capitale San Salvador, fondata dagli spagnoli nel 1525.
Paese dominato dalla corona spagnola e dal regno di Guatemala, ottiene l’indipendenza nel 1841. Ma essere liberi non significa sempre assicurarsi una vita migliore. Infatti, dagli anni ’30 in poi si susseguono dittature, governi militari e colpi di stato. Dal 1980 al 1992, una guerra civile dilania definitivamente questa terra già martoriata da decenni di instabilità.
Come avrete capito, tanti conflitti hanno segnato la storia di questo territorio ma uno ha dell’incredibile: la “Guerra del calcio” anche conosciuta come la “Guerra delle cento ore”.
Lo scontro scoppia il 14 luglio del 1969. Il casus belli è l’espulsione da parte dell’Honduras di 300.000 immigrati salvadoregni.
Ma cosa c’entra il calcio in tutto questo?!? Le tensioni socio-politiche tra i due paesi sono storicamente all’ordine del giorno e le qualificazioni ai Mondiali del Messico (1970) rappresentano la scintilla perfetta.
Il caso vuole, infatti, che in semifinale si incontrino le nazionali di El Salvador e Honduras. Durante le partite di andata e ritorno, le tifoserie antagoniste danno mostra del lato peggiore. Atti di violenza e vandalismo, decine di feriti, omicidi e guerriglie urbane. Quando la squadra salvadoregna vola ai Mondiali, l’Honduras decide, addirittura, di rompere ogni rapporto diplomatico. E con tutto questo popò di roba cosa poteva scoppiare?!? La pace?!? Direi di no…
Una vera guerra-lampo, durata appena 4 giorni, ma talmente sanguinosa che ha lasciato sul campo, seimila vittime e più di quindicimila feriti.
LA STORIA DELLA BIRRA IN SALVADOR
Anche in Salvador, come in altri Stati del Nuovo Mondo, la tradizione brassicola è preceduta da quella delle bevande tradizionali. Qui non si prepara solo la celebre “chicha di mais” da consumare durante le feste e le celebrazioni, ma anche tipicità risalenti all’epoca pre-ispanica, tra cui:
- Horchata de morro: il popolare mix tritato di semi di zucca messicana, sesamo, arachidi, riso e cannella, tutto sciolto in acqua o latte
- Atol de alote: fermentato caldo e cremoso a base di mais, latte e spezie. Molto consumato nelle feste patronali
- Tiste: bevanda sacra delle comunità indigene con cacao, mais e spezie
- Chaparro: distillato, simbolo del Paese, preparato con semi fermentati di mais e panela (melassa essiccata)
Il caffè, considerato quasi un rito collettivo, viene introdotto, invece, intorno al 1850. Diventa leader dell’export e il principale motore dell’economia. Seguendo però, anche, le alterne vicissitudini politiche dello Stato.
Le birre, invece, arrivano in Salvador durante il periodo coloniale e rimangono un prodotto costoso di importazione fino ai primi del Novecento. Bisogna ringraziare l’intuito di una mamma, se il figlio Rafael decide di aprire il primo birrificio locale nella città di Santa Ana (v. foto seguente). L’idea vincente è quella di produrre birre meno care ma con la stessa qualità di quelle straniere. Nel prossimo capitolo, scoprirete come va a finire.
Comunque, anche qui in Salvador, le birre industriali vanno via come il pane e monopolizzano il mercato interno insieme a marchi famosi come Heineken, Baltika e Corona. Ma l’onda lunga della Craft Revolution non si fa attendere.
Intorno al 2010/2012 iniziano ad aprire i primi birrifici artigianali che trovano subito terreno fertile nei palati curiosi dei salvadoregni. Nel 2018, nasce l’associazione “Microcerveceros Artesanales Unidos Salvadoreños (MAUS)” che organizza, nello stesso anno, il primo festival delle birre artigianali in Salvador.
5 BIRRIFICI DEL SALVADOR CON QUALCOSA…IN PIU’!
Un birrificio industriale è il protagonista assoluto del mercato interno ma il numero di realtà artigianali sta crescendo di anno in anno, proponendo birre prodotte anche con ingredienti tipici del Salvador.
– Il birrificio più grande del Salvador: INDUSTRIAS LA CONSTANCIA
Fondato nel 1906 a Santa Ana come “Rafael Meza Ayáu y Compañía”. Quattro le etichette subito in produzione: Perro, Abeja, Extracto de Malta y Pilsener. Quest’ultima è ancora oggi la bandiera del birrificio e la più consumata del Paese. Nel 1935 prende il nome attuale dopo aver acquisito la “Cervecería Polar”. Tra gli anni ’70 e ’80 cresce il mercato dell’export soprattutto verso gli Stati Uniti.
Nel 2005 passa sotto il controllo di SABMiller e dal 2016 entra a far parte del gruppo AB-InBev. Oltre alla birra produce anche: bibite gassate, succhi di frutta, bevande energetiche e latte vegetale. È un vero pilastro dell’economia locale: fa lavorare tremila impiegati e contribuisce all’1% del PIL nazionale.
PILSENER: birra chiara a bassa fermentazione. La birra numero 1 in Salvador. Il nome dice già tutto: dissetante, maltata con un tocco di amaro finale. Facile da bere. Gradazione alcolica: 4,4%
GOLDEN: birra chiara a bassa fermentazione lanciata nel 1990. La versione più maltata e leggera della Pilsener. Gradazione alcolica: 4%
– Il primo birrificio artigianale salvadoregno: CADEJO BREWING COMPANY
Aperto nel cuore della capitale San Salvador nel 2012 da David Falkenstein, Mariano Salazar altri due soci. È il primo birrificio artigianale del Paese, promotore della Craft Revolution locale. Il nome deriva da una leggenda centroamericana tramandata dai nonni che vede protagonisti due lupi mitologici. Il cadejo bianco è uno spirito buono che salva e protegge, mentre il cadejo nero è un essere malvagio che spaventa chi ha perso la retta via. Entrambi rappresentano il doppio che risiede in ognuno di noi.
ROJA: birra ambrata ad alta fermentazione. Una Red Ale rivisitata dove la luppolatura americana rinfresca i malti caramellati. La prima birra prodotta che richiama il colore rosso degli occhi ferini. Gradazione alcolica: 5,3%
HIJA DE POOH: birra chiara ad alta fermentazione con aggiunta di miele locale. Le note maltate di pane bianco si fondono con note floreali più dolci. Gradazione alcolica: 4,3%
SUEGRA: birra ambrata ad alta fermentazione. Una IPA dedicata alle suocere, pungente ma dolce. I luppoli statunitensi bilanciano le note maltate più caramellate. Gradazione alcolica: 5,5%
– Il birrificio artigianale “più coraggioso” del Salvador: SANTO CORAJE
Dopo aver vissuto in Germania e frequentato un Master in tecnologia birraria, Cecilia Cruz torna a casa e nel 2015 decide di aprire il suo birrificio nella capitale. Grazie ad una buona dose di “santo coraggio” riesce a realizzare il suo sogno: diventare la prima birraia salvadoregna. L’influenza della cultura brassicola tedesca si ritrova nella scelta delle materie prime. Solo ingredienti naturali come indicato dall’Editto di Purezza del 1516, presente, addirittura, sulla home page del sito aziendale.
PREMIUM LAGER: birra chiara a bassa fermentazione. Una lager dalla luppolatura più incisiva che va ad alleggerire l’aspetto maltato della bevuta. Gradazione alcolica: 5%
WEIZEN BOCK: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione tedesca. Birra di frumento speziata come una classica Weizen ma dal tenore acolico più elevato come una Bock. Gradazione alcolica: 7%
RED COFFEE ALE: birra ambrata ad alta fermentazione con aggiunta di caffè 100% salvadoregno. Protagoniste le note maltate torrefatte rese intriganti dall’amaro e dall’aroma tipici regalati dal caffè. Gradazione alcolica: 5%
– Il birrificio artigianale “più simbolico” del Salvador: EL TOROGOZ CERVECERIA
Nato nel 2019 vicino a Santa Ana come progetto universitario di Joaquín Rodríguez. Torogoz è il simbolo nazionale del Salvador, l’uccello chiamato in italiano “Motmot dai sopraccigli azzurri”. È stato scelto questo volatile dal piumaggio variopinto perché rappresenta il valore della famiglia, in quanto entrambi gli adulti si prendono cura dei piccoli. E infatti, Joaquín, porta avanti il suo birrificio insieme ai fratelli.
WEISSBIER: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Weizen tedesche. L’etichetta è dedicata all’uccello-simbolo del Salvador. Fruttata, speziata ed acidula come da tradizione. Gradazione alcolica: 4,8%
HONEY BEE-R: birra chiara ad alta fermentazione con aggiunta di miele locale. In primo piano le note dolci e floreali del nettare. Gradazione alcolica: 6,4%
PORTER: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alla tradizione anglosassone. Un po’ più alcolica rispetto allo stile classico, più dolce che amara. Bevuta morbida. Gradazione alcolica: 7%
– Il birrificio artigianale salvadoregno “più amichevole”: CHERO BREWING
Aprire un birrificio a Santa Ana nel 2019, è stato per Ignacio Barahona un modo di rafforzare ancora di più il legame con la sua terra. Per prima cosa la scelta del nome. Nello slang locale, infatti, ”chero” significa “amico”. Una delle prime birre, addirittura, è stata prodotta utilizzando in fermentazione una brocca tipica del Salvador. E poi l’uso di ingredienti del territorio come frutta e spezie.
CHUCHOEFINCA: birra chiara ad alta fermentazione. Una Belgian Strong Ale maltata, fruttata e corposa, con una lieve speziatura. Forte come i cani da guardia delle fattorie, “los chuchos”. Gradazione alcolica: 8,9%
JOCOTE ALE: birra chiara ad alta fermentazione con aggiunta di frutto Jocote dal gusto simile alla prugna. Le note fruttate sono alleggerite dai luppoli con sentori agrumati e tropicali. Gradazione alcolica: 6,3%
KONG: birra scura ad alta fermentazione. Stout dalle tipiche note di caffè e cioccolato, impreziosita da sfumature speziate di vaniglia e cannella. Gradazione alcolica: 7%
In Salvador il movimento delle birre craft è in pieno sviluppo. Molti birrifici, avendo aperto le porte poco prima della pandemia da COVID-19, hanno ancora tanto da esprimere e parecchie idee da mettere in pista.
Alla prossima pinta!
Siti internet e pagine social di riferimento:
Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)
www.facebook.com/ElTorogozBrewing
www.instagram.com/cherobrewing
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