Numero 37/2016
13 Settembre 2016
Jazz Beer: pioniere di Basilicata!
Il panorama di birrifici artigianali della Basilicata, a differenza di molte alte regioni italiane, non brulica ancora di molte realtà produttive. Tra queste, una delle prime ad essere fondate è il Birrificio Jazz Beer, che ha mosso i suoi primi passi “nel lontano” 2008. Da allora, la piccola brasseria di Bernalda ha compiuto molta strada ed oggi ha una gamma di 5 birre in produzione, che spaziano tra vari stili, ma tutte accomunate dall’alta qualità delle materie prime, dall’attenzione nella gestione del processo di produzione e, quindi, dall’eccellenza nel bicchiere.
Di seguito l’intervista esclusiva concessa a Giornale della Birra da Annamaria Scasciamacchia, Cosimo Carella e Roberto Torraco, che ci hanno accolto con grande simpatia e disponibilità.
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Annamaria, come è nato il vostro birrificio? La Basilicata è una regione che è risultata nel tempo piuttosto refrattaria alla nascita di imprenditorialità legata al settore brassicolo, in confronto ad altre regioni italiane. Quali sono state le difficoltà ed i vantaggi derivati da questa situazione?
La nostra passione professionale per la birra è nata, come in moti casi, dalla passione della birra fatta in casa per autoconsumo. Come è successo a molti homebrewers oggi titolari di un birrificio, ad un certo punto ci siamo resi conto che la nostra produzione non poteva rimanere tra le mura domestiche e pertanto abbiamo deciso di sottoporci al giudizio dei consumatori iniziando la produzione ufficiale.
Effettivamente la Basilicata è una regione che non brulica di birrifici artigianali. I vantaggi legati a questa condizione sono sicuramente quello di essere tra i primi in questo tipo di attività, che ci garantisce anche molta curiosità da parte dei consumatori locali. Sicuramente, negli ultimi tempi questa curiosità si è trasformata in voglia di avere a disposizione prodotti di qualità, ed il nostro team si impegna per dare sempre il meglio.
Non si possono negare comunque degli svantaggi, tuttora notevoli, che sono quelli legato alla mancanza di cultura del settore specifico ed all’impossibilità di fare rete.
Cosimo, quali sono le peculiarità del vostro impianto produttivo?
Il nostro è un impianto davvero piccolo, da appena 2 hl, quasi del tutto manuale, con il quale “litighiamo” in continuazione perché avremmo bisogno di una capacità maggiore! Abbiamo a disposizione tre tini di fermentazione che ci permettono di produrre mediamente 9 hl al mese, mentre il nostro laboratorio si sviluppa in uno spazio di appena 25 mq. L’attuale capacità produttiva si attesta attorno a 100 hl di annui.
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La scelta delle materie prime per raggiungere l’obiettivo di realizzare birre di alta qualità è sicuramente un elemento fondamentale: come avviene il processo di selezione?
Gli ingredienti sono una componente non sottovalutabile ed a cui poniamo molta attenzione, approvvigionandoci sul territorio nazionale ed all’estero. In realtà, le schede tecniche e le analisi chimiche, microbiologiche e sensoriali non sono sufficienti a testare le reali potenzialità di un prodotto. Quindi, la nostra selezione avviene in primo luogo attraverso la sperimentazione negli anni e va di pari passo all’impegno di migliorare costantemente le nostre ricette.
Roberto, le birre attualmente in produzione sono 5: con quale “marchio di fabbrica” desiderate caratterizzarle? Il territorio, in questo senso, è un elemento di forza?
Non amiamo tanto assegnare delle “etichette” ai nostri prodotti, preferiamo che i nostri consumatori ne assegnino una che li ha colpiti e devo dire che questi riscontri non mancano soprattutto negli ultimi tempi. Cerchiamo sempre di dare spazio al luogo in cui le nostre birre nascono: ci piace che il nostro territorio sia ricordato per quello che noi proponiamo e per ciò che ad esso è associato.
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La vostra impresa è a tutti gli effetti un portabandiera delle produzioni della Basilicata a livello italiano: quali prospettive e quali futuro immagini per il settore craft della vostra regione?
Ultimamente il settore è “gettonato” da un punto di vista degli investimenti imprenditoriali, ovvero sono in tanti a pensare che questo settore sia un “ buon investimento”. Lo crediamo anche noi, ma non è solo questione di guadagni: bisogna avere passione e dedizione e non tralasciare mai un concetto fondamentale, ovvero la qualità. Solo la qualità, infatti, può essere il biglietto da visita delle nostre produzioni locali, e sarà l’elemento che consentirà di distinguerle e valorizzarle in futuro sul mercato, unitamente a investimenti e politiche dei governi regionali.
Maggiori informazioni sul birrificio JAZZ BEER e possibilità di acquisto on-line sul sito web aziendale: www.jazzbeer.it