Numero 31/2017
31 Luglio 2017
A lezione con l’Onab. Viaggio tra gli stili birrari in compagnia del BJCP: le Historical Beers – Parte 3
Eccoci arrivati al rush finale del nostro lungo viaggio alla scoperta delle birre storiche prese in esame dalle Linee Guida agli Stili del BJCP. Come vi abbiamo già ricordato negli scorsi appuntamenti, questo elenco non presenta tutte le birre ormai estinte o poco note a livello internazionale, e anche noi ci siamo limitati a conoscere un po’ meglio i nove stili proposti dalla Guida.
Oggi ci soffermeremo sui tre tipi di birra che ancora mancavano all’appello: la Pre – Prohibition Porter, la Roggenbier e la Sahti.
Pre – Prohibition Porter
Questa birra venne prodotta a livello commerciale a Phildalephia durante il periodo della Rivoluzione Americana, dal 1765 al 1783, raggiungendo un rapido ed enorme successo in tutti i tredici nuovi stati costituenti l’Unione, tanto da venire particolarmente apprezzata anche da George Washington; era conosciuta anche con il nome di Pennsylvania Porter o East Coast Porter.
Si trattava molto semplicemente di un adattamento americano della classica Porter inglese, prodotta utilizzando solamente ingredienti americani.
Di colore marrone scuro, questa birra prediligeva gli aromi di cereale con richiami al cioccolato e al bruciato, ed ogni tanto di liquirizia, limitando al minimo il luppolato. Lo stesso valeva per il gusto, ben equilibrato e con l’aggiunta di sfumature di caramello.
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Roggenbier
Questo particolare tipo di birra, prodotta in origine a Regensburg, in Baviera, era essenzialmente composta da malto di segale: tra tutti i cereali, la segale è quello con il gusto più deciso in assoluto, e questo contribuì allo scarso successo di questo stile di birra nel corso del tempo, tanto da essere definitivamente scomparso al giorno d’oggi.
La Roggenbier era una variante della Dunkelweizen, dal colore scuro. Rispetto alle Weizen presentava un corpo più carico e una parte luppolata più accentuata. Per quanto riguarda il sapore, la segale prevaleva sul resto, caratterizzandone fortemente il sapore, anche se all’inizio dell’assaggio il malto riusciva ad infondere una leggera nota di dolce. In bocca risultava molto carbonata e dalla consistenza quasi cremosa.
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Sahti
Il Sahti è uno stile birrario tradizionale finlandese. Viene prodotto in ambito contadino da almeno 500 anni, soprattutto in occasioni di festa particolari quali i matrimoni estivi, e consumato entro due settimane dalla produzione. Si tratta di uno stile autoctono non presente altrove nel mondo, ma in Estonia ne esiste una variante molto similechiamata Koduolu.
Caratteristiche fondamentali di questa birra sono l’impiego di una buona percentuale di segale non maltata e l’utilizzo di rametti di ginepro nel processo di filtrazione, che portano ad ottenere un gusto forte e deciso che va dal pan di segale al gin e ai frutti di bosco. Inoltre non viene mai bollita, ma si genera mediante un lungo ammostamento a cui viene aggiunto il luppolo sotto forma di infuso.
Il risultato è una birra molto dolce, dai sapori forti e di elevata gradazione alcolica (arriva anche all’11%), in cui la parte luppolata non si avverte minimamente e gli aromi sprigionati dai lieviti aumentano la sensazione di dolcezza. Non essendo bollita, in bocca risulta molto densa, anche a causa della scarsa carbonazione. Il gusto, in generale, ricorda molto quello del mosto, una particolarità non riscontrata in altri stili, ed è assolutamente privo di acidità. A livello strutturale ricorda molto una Weizenbock, però è più dolce e densa.
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Ed eccoci giunti alla fine di questa lunga carrellata di birre storiche. Abbiamo cercato di fornire le informazioni essenziali per ogni stile trattato, evitando di entrare in discorsi troppo complessi che meriterebbero degli ulteriori approfondimenti a sé.