Numero 48/2016
28 Novembre 2016
A lezione con l’Onab: le Linee Guida agli Stili BJCP – Parte 1
Il BeerJudgeCertification Program, in sigla BJCP, è un’associazione no-profit americana, nata nel 1985 con lo scopo di promuovere la cultura della buona birra, saperne riconoscere le varie caratteristiche e i vari stili, e formare e certificare giudici in grado di emettere valutazioni coerenti e corrette all’interno delle varie competizioni birrarie.
L’Onab si avvale dell’utilizzodelle loro Linee Guida durante le proprie lezioni sui vari stili birrari; cerchiamo di scoprirne un po’ di più.
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Perché le Linee Guida agli Stili
Lo scopo originario del BJCP nella stesura di questo testoera quello di creare una serie di descrittori di stile standardizzati utile esclusivamente nell’ambito dei concorsi di homebrewing, per facilitare la divisione delle birre in gara nel modo più omogeneo possibile, e per indirizzare i giudici verso le caratteristiche peculiari su cui basarsi per valutare al meglio ogni prodotto proposto all’interno di queste competizioni. La situazione è però “sfuggita di mano”, in quanto l’utilizzo di queste linee guida si è esteso rapidamente a tutto il mondo, venendo preso ad esempio pure dagli stessi produttori artigianali per catalogare le loro creazioni brassicole, e spesso dando luogo ad interpretazioni ed impieghi errati, che hanno creato non poca confusione in certi casi.
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Da qui si è ritenuta necessaria un’ampia revisione delle Linee Guida, avvenuta nel 2015: oltre che al mondo dei concorsi, il nuovo testo si è rivolto anche al più ampio mercato della birra artigianale, presentando un elenco dettagliato (ma non completo, per stessa ammissione del BJCP) dei vari stili birrari attualmente esistenti al mondo, con un occhio anche a ciò che veniva prodotto in passato e alle nuove frontiere per quanto riguarda gli ingredienti che costituiscono nuove realtà birrarie. Il tutto con lo scopo di unificare un po’ tutte le varie interpretazioni che si danno ai vari aspetti del mondo della birra artigianale e creare un sentiero comune per tutti, senza però allo stesso tempo mettere paletti, limitazioni e obblighi, ma anzi sottolineando in modo continuo che ciò che viene scritto equivale ad una traccia da seguire, non ad un dogma incontrovertibile.
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Nell’introduzione alle Linee Guida 2015, gli autori del BJCP tengono a precisare alcuni aspetti fondamentali del loro lavoro, affinché ne venga fatto il miglior uso possibile; il tutto può essere riassunto in dieci punti:
- Le Linee Guida agli Stili BJCP non sono specifiche: sono suggerimenti, non “limiti invalicabili”, non narrano verità assolute, ma cercano di dare una completa visione di insieme per facilitare il lavoro di valutazione di ogni birra.
- Sono state scritte principalmente per i concorsi di homebrewing, come accennato in precedenza.
- Vengono utilizzate da molte persone in differenti contesti a livello mondiale: molti birrifici utilizzano le linee guida come “ricettario” per riproporre stili storici o brassare stili non conosciuti nel loro territorio.
- Gli stili cambiano nel tempo: le Linee Guida si impegnano ad occuparsi principalmente degli stili birrari disponibili al giorno d’oggi, raccogliendo in una categoria a parte le birre storiche.
- Le birre commerciali difficilmente rientrano nelle Linee Guida: anche se alcune birre vengono definite in base ad uno stile elencato nel testo, queste non necessariamente rientrano effettivamente nelle caratteristiche necessarie per essere valutate all’interno del BJCP.
- Non viene definito ogni stile birrario: alcuni stili sono troppo poco noti, o non vengono prodotti in quantità apprezzabili, o provengono da parti del mondo non approfonditamente note; per questo non vengono elencati all’interno delle Linee Guida. Esse non rappresentano una completa categorizzazione degli stili birrari.
- Gli esempi commerciali cambiano nel tempo: nel definire gli stili, per facilitarne la comprensione da parte di giudici e pubblico vengono utilizzati esempi di “nomi famosi” di birre. Alcune di esse possono sparire nel tempo, o modificare le proprie caratteristiche. Non è detto che le birre citate siano le migliori prodotte per tale stile: i nomi vengono citati a puro scopo indicativo.
- Gli ingredienti cambiano nel tempo: e di conseguenza cambiano le birre. Per questo le linee guida non sono immutabili né troppo rigide: basta utilizzare un tipo di luppolo diverso (soprattutto al giorno d’oggi in cui arrivano sul mercato sempre nuove specie) per modificare il carattere di un prodotto. In ogni stile viene indicata la lista degli ingredienti generalmente usata, non si entra mai nello specifico di una singola birra.
- Molti stili sono abbastanza ampi: alle linee guida vanno aggiunte l’inventiva e la creatività dei singoli birrai. E così dalla base di uno stile di birra, possono nascerne diverse sfumature in base all’aggiunta di ingredienti extra. È bene sottolineare però che non tutti questi esperimenti riescono bene, ed è compito dei giudici capire anche quando un ingrediente in più si amalgama bene o stona: innovazione e flessibilità sono benvenute, ma con giudizio.
- Le Linee Guida agli Stili non sono i Dieci Comandamenti: un giudice deve fondamentalmente capire se una data birra ricorda lo stile con cui viene presentata, e se può essere bevuta in modo gradevole. Tutto ciò che viene scritto nelle Linee Guida è un aiuto a facilitare questi due compiti, ma non ci si deve basare su di esse come se fossero sacre scritture.
Nel prossimo appuntamento vedremo più nello specifico come il BJCP descrive i vari stili birrari di cui si occupa.