6 Novembre 2013
Abbazia di Nostra Signora di Konigshoeven: trappista, ma non sempre!
Tag: abbazia, birra, Konigshoeven, monaci, olanda, trappista
L’Abbazia di Nostra Signora di Konigshoeven sorge a Berkel-Enschot, vicino a Tilburg nel Brabante Settentrionale in Olanda.
Nel 1880 alcuni monaci del monastero trappista di Sainte Marie du Mont in Francia cercarono una nuova dimora causa le pesanti norme anticlericali sancite in quel periodo storico nel loro paese. Dopo aver valutato vari luoghi, decisero di stabilirsi a Berkel-Enschot, visto che l’Olanda garantiva asilo ai perseguitati religiosi.
Abbazia di Nostra Signora di Konigshoeven.
La famiglia proprietaria dei terreni decise di concedere gratuitamente i propri possedimenti ai monaci per i primi tre anni. Gli appezzamenti venivano detti dalle persone del luogo “Koningshoeven”, ovvero fattoria del Re, perché appartenuti in precedenza al Re Guglielmo II d’Olanda.
Koningshoeven divenne così il primo monastero trappista in Olanda. Seguendo le regole a loro imposte, i monaci iniziarono immediatamente a coltivare, ma apparse subito chiaro che i frutti della terra non bastavano a soddisfare il loro fabbisogno. Nel 1883 decisero allora la costruzione di una birreria, che almeno inizialmente doveva rifornire esclusivamente il monastero. I primi anni di vita del monastero furono molto prosperi, tanto che la comunità monastica si ampliò fin quasi i 200 membri.
Il birrificio dell’Abbazia.
Nel 1891 il monastero venne “promosso” ad Abbazia. Negli anni a seguire l’Abbazia si moltiplicò e fondò nuove comunità e nel Novecento i monaci olandesi fondarono monasteri anche in Uganda ed Indonesia.
Il burrificio, nel dettaglio, iniziò la produzione nel 1885 quando l’Abate Dom Nivard, figlio di un mastro birraio, inisieme ad un confratello della Moravia si cimentò nei primi brassaggi. Dopo un inizio un po’ difficoltoso, con alcuni insuccessi, la produzione si affinò e già nel 1891, quando iniziò la vendita di birra al pubblico, i monaci potevano fronteggiare la concorrenza degli altri birrifici. Progressivamente i monaci ammodernarono continuamente le loro attrezzature e crearono società esterne per la distribuzione della birra. Dopo la seconda guerra mondiale i consumi calarono e i monaci ebbero difficoltà a posizionarsi sul mercato. Nel 1969 i monaci decisero di vendere le loro produzioni alla Artois, sia a causa della crisi, sia perché molti dei monaci presenti nel monastero erano anziani. Il contratto di vendita prevedeva la cessione per 10 anni degli impianti alla multinazionale e la possibilità di rinnovare il contratto alla scadenza se la produzione fosse stata mantenuta all’interno del monastero. Artois decise di sospendere la produzione delle birre dei monaci e utilizzò gli impianti del monastero per produrre alcune birre industriali di importanza secondaria. Allo scadere dei dieci anni Artois decise di non rinnovare il contratto, così dal 1980 i monaci iniziarono nuovamente a produrre birra allargando il loro catalogo di prodotti alle pils.
Il moderno impianto di imbottigliamento dell’Abbazia.
Tra il 1980 e il 1985 furono messe in commercio le birre più prestigiose e dal 1985 si decise di collaborare con la John Martin per ampliare le esportazioni. Nel 1998 fu scelta Bavaria come partner commerciale. Con la firma dell’accordo i monaci decisero di ritirarsi e di non supervisionare più la produzione di birra. Fu così che l’Associazione Trappista Internazionale decise di escludere l’abbazia dall’associazione. Nel 2005, dopo una lunga battaglia giuridica e alcune ispezioni che dimostrarono che i monaci avevano nuovamente ripreso a sovraintendere la produzione, venne riassegnata la possibilità di stampare il logo “Authentic Trappist Product” sulle birre dell’abbazia.
Il logo che fregia le birre “Authentic Trappist Product”.
L’abbazia è allo stato attuale visitabile solo in parte con un tour guidato della durata di 45 minuti, che comprende la visita degli impianti di birrificazione. Adiacente all’abbazia si trova una “tasting room” dove potrete degustare tutte le specialità trappiste dei monaci olandesi. Inoltre, c’è la possibilità di fare dei percorsi in bici nei pressi delle strutture e poter così scoprire maggiori curiosità su Koningshoeven.