21 Novembre 2013
Birra più "salata"…per colpa delle accise
Tag: accisa, accise, birra, germania, italia, IVA, mercato, tasse
Il Decreto Legge n. 104 del 2013, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.214 del 12 Settembre 2013 (data di entrata in vigore della norma) all’articolo 25 contiene disposizioni volte ad elevare le aliquote di accisa su birra, prodotti alcolici intermedi ed alcol etilico. Gli aumenti avverranno in tre momenti: il primo dal 10 Ottobre 2013, il secondo dal 1 Gennaio 2014 ed il terzo dal 1 Gennaio 2015.
Dal primo Ottobre l’accisa sulla birra aumenterà da 2,33 a 2,66 euro ad ettolitro, importo che dal 1 Gennaio 2014 diventerà 2,70 euro ad ettolitro e dal 1 Gennaio 2015 2,99 euro ad ettolitro.
Tali aumenti saranno ancora più sensibili per il consumatore considerando che l’accisa è a sua volta soggetta ad IVA.
La tassazione sulla birra già elevatissima subirà, quindi, ulteriori aumenti.
Se si considera che ad Ottobre è previsto l’aumento dell’IVA dal 21% al 22% si può stimare nel 30% il futuro incremento del peso del fisco sulla birra. Questa notizia non farà sicuramente felice i 35 milioni di fan della birra che probabilmente vedranno aumentare il prezzo della loro bevanda preferita.
L’Italia è sicuramente fra i Paesi occidentali con la più alta pressione tributaria sulla birra. Decisamente inferiore il peso del fisco sulla birra in Germania (dove si trovano probabilmente i più grandi consumatori di birra e dove, verosimilmente, un’alta tassazione sulla birra creerebbe problemi di ordine sociale).
Questi ultimi aumenti si collocano in un trend crescente di incrementi che hanno riguardato il settore negli ultimi 7 anni, incrementi che stanno preoccupando sempre di più tutti gli operatori: non solo i birrifici artigianali ma anche le aziende con marchi storici.
La birra diventa, quindi, più salata e per una bevanda che disseta è quasi il colmo.