14 Novembre 2014
Dal corno al boccale: la storia dei bicchieri da birra
Tutti gli appassionati della degustazione sono ben consapevoli che per apprezzare al meglio le qualità di una birra, un particolare da non trascurare è il bicchiere. Oggi i degustatori più esperti impiegano precise tipologie di bicchieri, scientificamente progettati, per standardizzare le percezioni, inoltre, non bisogna neppure sottovalutare l’importanza culturale assunta dagli stessi: infatti, le varie tipologie di boccali sono spesso tipici di uno stile di birra e, nei casi più particolari, di singoli birrifici.
Ma come sono nati i bicchieri e come si è evoluta la storia dei boccali?
I primi contenitori per bere di cui si abbia notizia nella storia dell’umanità sono semplici manufatti derivati da materiali diffusi in natura: conchiglie, cortecce, corno scavato ed altri oggetti più o meno evoluti.
Le richerche archeologiche hanno attribuito ai Fenici l’invenzione del vetro e dei bicchieri e si hanno testimonianze provate che siano stati la prima popolazione a commercializzare recipienti trasparenti in vetro.
Dapprima considerato prezioso, il vetro diventa un materiale di uso comune attorno al I secolo d.C., grazie al perfezionamento delle teniche di produzione tra cui la soffiatura libera e la formatura in stampo, che consentono produzioni su larga scala.
Il crollo dell’Impero romano e la frantumazione culturale influenza anche l’evoluzione dei bicchieri, con lo sviluppo di forme nuove, spesso legate a tradizioni locali. Molto caratteristici i bicchieri franchi, di forma conica o a corno ed in genere privi di piede, da cui sono derivati molti degli attuali boccali da birra.
La rinascita della produzione dei vetri inizia nel XVI secolo nelle botteghe artigiane ed artistiche di Venezia. Le forme cilindriche si arricchiscono del piede, gli steli si allungano, e si ampliano le dimensioni delle coppe. La fama degli artigiani veneziani ed a seguire degli artisti del cristallo di Murano, porta il trasferimento delle tecniche di produzione anche in Olanda, Germania, Spagna e Francia, con lo sviluppo di nuove forme locali più legate alle bevande ed agli usi tipici di ciascuna cultura.
Contemporaneamente, a partire dalla seconda metà del Cinquecento, in Germania si assiste alla nascita del boccale realizzato non solo in vetro, ma anche in peltro, argento, legno, porcellana, ceramica. Si tratta di contenitori caratterizzato dall’avere un solo manico ad ansa e con dimensioni molto più ampie rispetto ai classici bicchieri del tempo. Tale momento storico può essere focalizzato come un punto di svolta per lo sviluppo della cultura dei bicchieri da birra che oggi definiamo tradizionali: infatti, mentre la produzione dei boccali si è sfaccettata in molte tipologie locali, anche i bicchieri da birra in vetro hanno sviluppato nuove forme per adattarsi ai vari stili birrari.
Di seguito si riportano le principali tipologie tradizionali di bicchieri da birra:
- Altglas (1): vetro sottile e forma cilindrica, per dare il giusto equilibrio alla schiuma. Adatto alle birre Alt.
- Balloon (2): ha una superficie ampia per favorire lo scambio termico e la forma a chiudere per esaltare la schiuma. Indicato per le birre corpose e robuste come le doppio malto e le Strong Ale.
- Boccale (3): il vetro spesso conserva la temperatura mentre la superficie liscia evidenzia lo scarso perlage. Adatto alle birre Ales, soprattutto alle Pale Ales.
- Boccale tedesco – mass (4):il vetro è spesso per conservare la freschezza e lavorato per valorizzare il perlage, mentre la forma cilindrica dà un effetto neutro sulla schiuma. Nato per le Märzen e per le Export è considerato il bicchiere universale.
- Calice a chiudere (5): la forma che si restringe verso l’alto alza la schiuma senza farla traboccare; il vetro sottile e liscio favorisce la formazione di condensa. Adatto alle delicate Lager e alle Pils.
- Calice a tulipano (6): di forma svasata esalta il profumo della birra. Valorizza le birre aromatiche come le Belghe d’Abbazia ma è adatto anche per le Pilsner.
- Bicchiere biconico (7): la forma, allargata al centro, si restringe sulla bocca. Per le Pils Belghe e per quanti vogliono togliere la schiuma con la spatola.
- Bicchiere conico (8): la forma conica controlla la schiuma. Indicato per le profumate birre danesi.
- Coppa (9): la forma leggermente emisferica abbassa la schiuma ed esalta il profumo. Per birre aromatiche come le Belghe d’Abbazia.
- Pinta (10): la particolare forma a cono e la dilatazione in prossimità dell’orlo valorizzano la “cream” delle birre Stout.
- Stivale (11): è il bicchiere dell’iniziazione alle confraternite studentesche in Germania. E´ infatti un bicchiere difficile da utilizzare per gli inesperti.
- Weizenbecher (12): è un bicchiere da mezzo litro che si allarga nella parte terminale per controllare l’abbondante schiuma delle birre di grano, le Weizen e Weissbiere.
- Flûte (13): forma essenziale adatta a birre secche di schiuma abbondante come le Pils.
- Kölschglas (14): cilindrico e sottile è il bicchiere più semplice.
Infine, negli ultimi decenni sono nate alcune vere e proprie tipologie di bicchieri da degustazione, specificamente studiati per l’analisi sensoriale: a questi verrà dedicato un approfondimento più specifico.