Numero 13/2017
28 Marzo 2017
Etichette nutrizionali per le bevande alcoliche: sì, ma solo se il TAV è minore a 1.2% vol
Fa sempre piacere poter dare una buona notizia a chi opera nel mondo della birra artigianale italiana, anche se questo significa dover correggere un nostro precedente articolo.
In queste ultime ore, a seguito di una serie di confronti avuti con attori vari della scena brassicola e di una più che attenta rilettura di tutte le disposizioni normative europee in materie, veniamo chiamati a fare una più che doverosa correzione delle nostre considerazioni fatte non più di una settimana fa, relativamente al presunto obbligo di inserimento delle Tabelle (o Dichiarazioni) nutrizionali nelle etichette delle bevande alcoliche, birra compresa.
.
.
Come fatto notare da Andrea Turco di Cronache di Birra, precedenti comunicati risalenti a metà marzo a firma CNA, Coldiretti e Confagricoltura, ripresi pure dal sito de Il Sole 24 Ore ci hanno fatto cadere in errore, orientando una lettura errata della normativa comunitaria, nelle parti in cui criticavano la scelta di Bruxelles di obbligare i produttori di bevande alcoliche superiori ai 1,2% vol ad inserire le c.d. Tabelle nutrizionali in etichetta.
Confrontando in queste ore le varie opinioni chiamate in causa, ci si è resi conto dell’errata interpretazione fatta della regolamentazione europea in materia, alla luce di quanto chiarito pure dal Ministero dello Sviluppo Economico che, chiamato ad esprimersi da Birrificio Opera sulla questione, ha così risposto: “La risposta al suo quesito la trova nel REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 ed in particolare nel combinato disposto dell’articolo 9 lettera l) che prevede l’obbligo della dichiarazione nutrizionale e del paragrafo 4 dell’articolo 16 che dispone invece che tale obbligo non si applica alle bevande con contenuto alcolico superiore all’1,2 % in volume.”
.
.
In definitiva, la Commissione europea ha sì previsto l’obbligo entro il 2018 di inserimento delle Tabelle nutrizionali nelle etichette dei prodotti alcolici, ma solo se tali prodotti risultano inferiori ai 1,2% vol: versione definitiva e diametralmente opposta a quella data da noi nei giorni scorsi, che comunque a questo punto fatichiamo non poco a comprendere.
I birrifici nostrani non hanno, dunque, assolutamente nulla da temere: non è e non sarà previsto nel prossimo futuro nessun obbligo aggiuntivo circa le disposizioni da rispettare relativamente alle informazioni da inserire in etichetta, a meno che non producano birre di tenore alcolico inferiore ai 1,2 % vol.
Una buona notizia dunque, con cui correggiamo le nostre precedenti riflessioni sul tema, di cui ci assumiamo la responsabilità con l’onestà e la trasparenza con cui da sempre portiamo avanti la nostra opera di ricerca e selezione delle informazioni.