Numero 52/2017
25 Dicembre 2017
La birra nella Bibbia: le citazioni dall’Antico e Nuovo Testamento
Oggi, nel giorno in cui la Religione Cristiano – Cristiana festeggia la nascita di Cristo, abbiamo voluto dedicare una approfondita ricerca alle citazioni della birra nel testo sacro della Birra. Impresa non facile, considerato come il cattolicesimo, fin dai suoi primordi, abbia considerato il vino come la bevanda sacra, alla quale sono associati numerosi significati simbolici, alcuni dei quali di fondamentale importanza nella ritualità della dottrina.
Nella Bibbia, nonostante il vino ricopra una evidente centralità, non mancano comunque citazioni della birra. Alcuni studiosi, peraltro, hanno evidenziato come probabilmente, nel corso delle successive trascrizioni e traduzioni dei testi, il ruolo della bevanda di cereali sia stato sostituito proprio a favore del fermentato di uva.
Inoltre, è bene specificare come nelle Sacre Scritture non viene usato esplicitamente il termine birra, ma si parla di una generica “bevanda inebriante”. Secondo numerosi studiosi biblici, tra cui le bibliste Rhodes e Blazer, l’espressione “bevanda inebriante” è la traduzione errata della parola latina “sicera”.
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Questo termine, derivante dall’ebraico “shekhar”, designava una bevanda alcolica ottenuta dal luppolo e dai cereali o a volte dai datteri. In realtà, il cereale impiegato era l’orzo, in quanto il più diffuso e coltivato all’epoca, di conseguenza la shekhar, o meglio la sicera, e in ultima ratio la “bevanda inebriante” non sono altro che una birra.
Di seguito sono riportati i passi della Bibbia in cui si cita la birra:
Isaia 24,9
“ […] Non si beve più il vino tra i canti,
la bevanda inebriante è amara per chi la beve […] ”.
Lievitico 10,9
“ […] Non bevete vino o bevanda inebriante né tu né i tuoi figli, quando dovete entrare nella tenda del convegno, perché non moriate; sarà una legge perenne, di generazione in generazione […] ”.
Numeri 6,3
“ […] si asterrà dal vino e dalle bevande inebrianti; non berrà aceto fatto di vino né aceto fatto di bevanda inebriante; non berrà liquori tratti dall’uva e non mangerà uva, né fresca né secca […] ”.
Proverbi 31, 4-6
“ […] Non conviene ai re , Lemuèl,
non conviene ai re bere il vino,
né ai principi bramare bevande inebrianti,
per paura che, bevendo, dimentichino i loro decreti
e tradiscano il diritto di tutti gli affliti.
Date bevande inebrianti a chi sta per perire
e il vino a chi ha l’amarezza nel cuore […] ”.
Molto suggestiva ed interessante l’ipotesi formulata dallo studioso americano Robert Best nel suo libro Noah’s Arc and the Ziusudra Epic secondo cui alle nozze di Cana, Gesù non abbia trasformato l’acqua in vino, ma in birra.
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Tale tesi si basa su due evidenze:
- all’epoca la bevanda più consumata era la birra, sicuramente più diffusa e facile da reperire mentre il vino non era così comune in quell’area
- nella “prima” versione della Bibbia, scritta in aramaico si parla di una “bevanda forte” mentre non viene utilizzato il termine “vino”. Tuttavia nelle traduzioni successive i traduttori hanno scelto di adottare la parola “vino” perché ritenuta una bevanda d’elite e più nobile della birra, ritenuta invece troppo plebea.
Da queste testimonianze religiose, nonché sacre, non può che accrescersi ulteriormente in ogni appassionato di birra e di cibo la consapevolezza di quanto sia grande la cultura che si cela in ogni sorso della “bevanda inebriante”!