Numero 35/2017
31 Agosto 2017
L’opinione di alcuni guru della birra italiana sulle acquisizioni dell’industria
Negli ultimi mesi il mondo della birra artigianale è stato scosso dalle acquisizioni di Birradamare da parte del colosso industriale MolsonCoors, dalla join-venture tra Toccalmatto e Caulier e dagl’acquisti di una cospicua parte di quote del Birrificio del Ducato da parte di Duvel Moortgaat. Pensiamo che solamente un anno fa circa il gruppo ABInBev aveva rilevato l’intero pacchetto delle quote azionarie di Birra del Borgo.
Giornale della Birra ha contattato alcune personalità del mondo della birra per chiedere il punto di vista su queste acquisizioni.
Uno degli imprenditori più importanti del mondo della birra artigianale in Italia è senza ombra di dubbio Teo Musso, padre del Birrificio Agricolo Baladin.
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Già ai tempi dell’acquisizione di Birra del Borgo aveva diffuso un comunicato dove affermava senza dubbio alcuno, che nei suoi locali la celebre birra laziale non avrebbe trovato più spazio. Anche se non si è espresso sulle nuove partnership c’è da scommettere che la sua posizione è restata, e crediamo resterà, intransigente sui birrifici che cedono parte delle quote o l’intero pacchetto ai gruppi industriali.
Gianni Tacchini, affermato publican toscano del TNT Pub della provincia di Siena, famoso importatore di birra belga nonché organizzatore del Villaggio della Birra ritiene che “sarà molto difficile nel tempo far mantenere la costanza qualitativa delle birre ormai in mano ai grandi gruppi.
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La prima Interbrew, ora InBev, cominciò ad acquistare marchi storici nell’allora piccolo panorama belga. Questi marchi ad oggi sono spariti o standardizzati al gusto del bevitore medio che, purtroppo secondo me, individua come “artigianali” anche birre che non lo sono. È artigianale ciò che è frutto del lavoro dell’uomo, del suo ingegno e della sua creatività: dietro ogni birra c’è una persona ed è quella, oltre ai suoi prodotti, che vogliamo presentare al Villaggio. Spero di sbagliarmi ma per i grandi gruppi la “poesia” è finita da un pezzo”.
Lorenzo Dabove, in arte Kuaska, princeps dei degustatori italiani, ricorda che “già nel 1996 quando accettai, non senza qualche riluttanza, di gettarmi nell’avventura che stavano iniziando i nostri birrai pionieri, anticipai che prima o poi le multinazionali avrebbero bussato alle nostre porte.
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Ed ecco perché oggi forse provo più rassegnazione che dolore ma non certo stupore. Condanno “per default” ed ideologia tutte queste operazioni e non mi serve quindi entrare nel merito di ogni singola acquisizione, anche perché bisognerebbe conoscerne i dettagli con verità, precisione e riscontro”. In un recente scritto Kuaska ha profetizzato che nel giro di qualche anno i prodotti di Birra del Borgo verranno “annientati” dalla standardizzazione industriale.
In una nostra recente intervista dell’aprile scorso a Giovanni Campari, socio fondatore di Birrificio del Ducato, aveva dichiarato che “le attenzioni dei grandi gruppi industriali verso il mondo della birra artigianale sono naturali e fisiologiche. Hanno notato che il nostro settore è in crescita e che i prodotti industriali sono in leggero calo quindi, non mi stupirei se dovessero esserci nuove acquisizioni di birrifici.” Alla luce dei fatti la sua dichiarazione risulta essere più che sibillina.