Numero 20/2017
19 Maggio 2017
#Nonconventionalyeasts: l’idea di Birra dell’Eremo su come utilizzare lieviti “non convenzionali”
#Nonconventionalyeasts: un progetto nato 4 anni fa che ha visto Enrico Ciani di Birra dell’Eremo e il suo staff impegnati nello studio, nella ricerca e nella sperimentazione di nuovi lieviti (oltre 500) che potessero risultare adatti alla produzione di birra. Spinti dalla volontà di innovare sono arrivati a selezionare lieviti non convenzionali, come recita il claim ideato dal birrificio, da poter essere impiegati nella fermentazione primaria della birra, dando così al prodotto finito specifiche e particolari note sensoriali ed aromatiche.
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Tutto questo è alla base del progetto #Nonconventionalyeasts che ha portato alla selezione di tre specie di lievito non-convenzionali, da cui nasce una nuova linea di birre: la Ko2, con lievito Kluyveromyces thermotolerans; la To2, che vede l’impiego del lievito Torulaspora delbrueckii; la We2, ottenuta dalla fermentazione con lievito Wickerhamomyces anomalus.
Per mettere in risalto le potenzialità e l’impatto aromatico di ogni lievito, spiegano dal birrificio, è stato utilizzato per ogni linea lo stesso mosto, prodotto con 100% malto Pilsner e luppolo Cascade, ottenendo alla fine birre con il 5% vol e con un amaro di 20 IBU, ma ciascuna con un’identità e una propria impronta data dal loro c.d. Bioflavour.
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La nuova linea viene proposta con un packaging diverso da quello classico, con l’intento di renderla unica e accattivante come tutto il progetto da cui scaturisce, importante non solo per Birra dell’Eremo, ma anche per la ricerca universitaria su cui si è fondato a cui ha aperto nuove strade, avvalorate da pubblicazioni scientifiche internazionali.
Dopo la presentazione al pubblico avvenuta nei 4 giorni di Beer Attraction a Rimini nel mese di febbraio, le bottiglie della nuova linea rivoluzionaria targata Eremo hanno ricevuto molto più di qualche apprezzamento nell’edizione 2017 di Vinitaly appena conclusasi a Verona, in attesa di ritrovarle a breve in alcuni dei migliori locali d’Italia, per permettere alla vasta platea di birrofii italiani di godere del risultato di un lavoro sì a tratti pure estenuante, ma che darà sicuramente al nostro Enrico le soddisfazioni che merita.