Numero 19/2018
12 Maggio 2018
BERSERKER: Capitolo 11
Il confine del villaggio era segnato da un altro portale cittadino.
anch’esso in legno, divideva le deboli palizzate che erano servite come risibile difesa contro l’invasione dei Vichinghi.
Okir, il passo tranquillo, l’ascia in mano, procedeva lungo la strada Maestra che conduceva al limitare del centro abitato.
Con l’altra mano tratteneva per i capelli la sua nuova schiava, in modo che non potesse fuggire.
Uscirono dal villaggio indisturbati, nessuna vedetta a sbarrargli la strada.
Tutti isoldati si erano precipitati a combattere contro gli invasori, penetrati dal lato opposto del villaggio.
Nessuno a baluardo del capo spirituale della comunità.
I due percorsero la strada di campagna a passo un po’ più spedito.
Okir era impaziente di incontrare lo sciamano.
Schiavi e ricchezze, conquistate con il sangue di almeno dieci guerrieri…
Vi era forse qualcosa che avrebbe potuto compiacere di più Odino?
Il vichingo era convinto di no!
Ma prima di tutto, naturalmente, doveva essere certo che schiavi e ricchezze fossero realmente presenti nella casa dello sciamano!
«E’ dietro a quella collina…» indicò lei.
«Sicura? Mi stai forse conducendo in una trappola?»
«Vogliano gli Dei!» rispose lei in tono di sfida.
Un manrovescio le spaccò ulteriormente il labbro già martoriato dalle percosse precedentemente inflitte dal vichingo.
«Lo sai, vero, che se mi stai conducendo in una trappola ti ammazzerò prima di iniziare lo scontro, vero?»
«Lo immaginavo. Ma fidati, se i nostri guerrieri non sono riusciti a tenervi testa, figurati che cosa può fare un vecchio!»
«Un vecchio mistico, la magia non mi è mai piaciuta!» brontolò lui.
Giunsero dopo pochi minuti alla capanna dello sciamano.
Era piccola, abbastanza graziosa, il tetto ricoperto di muschi e licheni e le pareti in legno stagionato.
Al di fuori dell’abitazione, una piccola fucina ed un forno per panificare.
Il guerriero strinse meglio la propria arma; cosa lo avrebbe atteso all’interno?
La donna lo aveva trascinato in una trappola?
Oppure era riuscito a domarla ed ella si era rassegnata a dirgli la verità?
Il vichingo calciò la porta in legno della casupola che venne divelta con uno schianto secco, sotto la potenza erculea dell’uomo.
All’interno un vecchio ed un ragazzo che non aveva ancora compiuto, sicuramente, tredici anni.
Esile ma abbastanza slanciato, il ragazzino era alto quasi come l’invasore.
«Sapevo che qualcuno intelligente sarebbe giunto fino a qui. In fondo, non siete tutti dei cani barbari!»
«Vecchio, apprezzo il complimento! Ed ora dimmi, cosa devo fare per convincerti a darmi tute le ricchezze e gli schiavi che possiedi? Bada, non ho voglia di perdere il mio tempo massacrando un vecchio infermo ed un fanciullo! Collabora e, forse, avrai una morte rapida ed indolore!»
«Sei un uomo migliore di quello che dai a vedere! Molti del tuo popolo ci avrebbero squartato senza troppi complimenti!»
«Ritengo utile conoscere i popoli. Non sterminarli senza guadagnare nulla di più di oro e donne! Se posso acquisire nozioni, soprattutto dagli Uomini Mistici come te… preferisco fare una sana conversazione! Bada, però… il tempo è tiranno, quindi parla rapidamente, prima che sia costretto a farti ingoiare i denti!»
«Ti fa onore, questo tuo comportamento! Anche in Guerra, la forza di un uomo sta nella sua intelligenza!»
«Dunque, vecchio?»
«Dunque… se vuoi approfondire la tua conoscenza… ti chiedo di attendere un attimo!»
Il vecchio fischiò.
Dalla porta sul retro comparvero due guerrieri.
Nessuna armatura, solo delle spade corte in mano.
Erano strani…
sembravano come impazziti…
Gli occhi iniettati di sangue, spumavano dalla bocca…
Emisero dei versi più simili a quelli dei cinghiali, rispetto a quelli che emettono gli uomini.
Un respiro più profondo di uno dei due…
Un fiotto corposo di bava precipitò al suolo in un “Ploc” sonoro e ben marcato.
Fu quello il segnale che lo scontro doveva avere inizio!
I guerrieri si lanciarono verso Okir.