Numero 36/2018
8 Settembre 2018
BERSERKER: Capitolo 28
Le navi vichinghe si erano spinte ancora più ad est.
Il primo villaggio che avevano depredato era ancora visibile dal mare.
Mentre passavano e le correnti facevano scivolare le agili navi oltre, Okir potè intravvedere le macerie del villaggio che avevano già razziato.
Sorrise ed il suo corpo fu percorso da un brivido.
Il vichingo era desideroso di incrociare di nuovo l’ascia con il nemico.
Un paio di giorni dopo aver visto il villaggio, in lontananza, là, un po’ più nell’entroterra, la vedetta scorse un conglomerato urbano.
«Carne frescaaaaa!!!» urlò.
Era il segnale per tutti i guerrieri che vi era un villagio da raziare!
Il messaggio si sparse veloce, sulle navi, fino a giungere a quella su cui viaggiava il Re.
Tuti si prepararono per lo sbarco.
Un’euforia sadica e barbara si era impadronita di tutti!
Okir non era da meno.
Una volta sbarcati, Okir si unì al gruppo di esploratori.
Un drappello di una ventina di elementi, giusto per ispezionare il luogo.
La piana era brulla e qua e là degli spruzzi di colore verde scuro, macchie sulla tavolozza degli Dei, erano pochi e sparuti alberi.
Troppo pochi per nascondersi tra le loro fronde per evitare di essere notati.
«Inutile cercare l’effetto sorpresa, se non di notte!» sentenziò Okir.
«Sì, hai ragione»
«Già… ma ho così tanta voglia di spaccare qualche cranio!» Un colosso alto almeno due metri, muscoloso e possente, rise, mentre pronunciava quelle macabre parole.
«Eh, come darti torto?» convenne il riflessivo Okir, che aggiunse «Il problema è che da qui non si vede che razza di villaggio è… e di notte rischiamo di arrivare lì, vicino alle mura ed avere brutte sorprese…»
«Per gli Dei! Da qui non si vede nulla! Non si capisce se le mura sono di pietra o di legno… non si capisce neppure se sono alte o se sono basse!»
«A dire il vero, non si capisce neppure se quel villaggio è grosso oppure no…»
«Hai paura dell’inferiorità numerica, “coraggioso Okir”?» lo apostrofò il gigante.
«Secondo te?»
I due risero.
«Però Okir ha ragione…»
«In che senso? Se anche fossero in…»
«Io sono dell’idea di attendere la venuta delle tenebre… osservare e tendere un’imboscata ci consentirebbe una più agevole vittoria!»
«Che cosa direbbe, il grande Dio Thor? I vili entrano forse nel Walhalla?»
«Sicuramente vi entrano gli astuti, protetti dal Grande Loki!» rispose l’altro a tono.
Okir tese le orecchie.
Si distaccò da quei discorsi privi di significato, battibecchi degni di bambini intenti a giocare!
«Silenzio!» ordinò.
«Come, Okir? Sei veramente d’accordo con questo vigliacco?»
«Zitti!»
«Ma…»
«STAI ZITTO, PER ODINO!!!»
Sorpreso dal tono del compagno d’arme, il colosso restò ammutolito.
Tutti tesero le orecchie.
Poi, finalmente, compresero quello che Okir aveva già capito.
Il lontananza, flebili e seminascosti dallo spirare del vento, i vichinghi udirono i rintocchi di una campana.
«Direi che l’effetto sorpresa è andato a farsi benedire…»
«Le campane… Grandioso, ci hanno già scoperto!»
«Torniamo indietro e prepariamo tutti alla battaglia!»
«Sììììììì!!! Era ora di sgranchirsi un po’!»