Numero 43/2018
27 Ottobre 2018
BERSERKER: Capitolo 35
L’effetto dei funghi era finito.
Il vichingo stava nuovamente male.
Il suo corpo era come distrutto, dilaniato.
I movimenti che aveva compiuto durante quell’oretta in cui non aveva percepito il dolore, erano stati rapidi, come se non avesse nessuna ferita.
Comportamento, questo, che aveva fatto sì che le ferite che si stavano rimarginando si riaprissero senza troppi complimenti.
Era di nuovo allettato, ma ora era soddisfatto.
Aveva capito che il vecchio schiavo era stato di parola.
Aveva trovato il modo per fargli aumentare il proprio livello sociale all’interno della comunità, forse addirittura nella scala gerarchica della grande Nazione Norrena!
Ma ora era il tempo di riposare.
Doveva lasciare che la natura facesse il suo corso, il suo piano era semplice, ma al contempo molto pericoloso.
Avrebbe lasciato che le ferite si rimarginassero quel tanto che bastava perché non sgorgasse più sangue e sebo da esse.
Poi, con un’entrata teatrale, si sarebbe fatto trasportare allettato al cospetto del Conte e del Re, che ancora soggiornava nella loro cittadina, ferito anche lui.
In seguito, avrebbe bevuto la birra preparata dal vecchio, recuperando istantaneamente le forze ed avrebbe dimostrato a tutti che quella bevanda sarebbe stato un tonico da guerra fenomenale!
Certo, questo voleva dire affrontare nuovamente la febbre, il dolore post dimostrazione e tutti i rischi derivanti da una nuova e lunga convalescenza!
Ma doveva farlo, sicuramente il gioco valeva la candela!
I giorni trascorsero.
Tra dolore e febbre, sonni turbolenti ed incubi annessi e connessi, il vichingo godeva di poche ore di veglia cosciente durante il giorno.
Passarono due settimane.
Le sue condizioni si erano stabilizzate.
Non ancora del tutto, ma non aveva più tempo.
Il Re, che era ancora ospite negli appartamenti del Conte, stava preparando la propria partenza.
Anche lui era rimasto ferito durante il tentato saccheggio in cui l’armata vichinga aveva perso rovinosamente.
Era restato lì, per curarsi le ferite, sia quelle fisiche che quelle psicologiche…
Soprattutto quelle psicologiche!
Okir sapeva che il Re avrebbe dovuto affrontare le ire del Consiglio dei saggi e dei Conti.
Una sconfitta del genere non poteva passare in sordina.
Ci sarebbero stati scontri.
Forse solamente verbali o, più probabilmente, fisici.
Molti avrebbero contestato la condotta del sovrano ed avrebbero sostenuto che lui non fosse più in grado di comandare i Vichinghi in guerra.
E per un popolo guerriero, essere comandato da un re che sbagliava le tattiche e che mandava i suoi soldati allo sbaraglio…
Era inaccettabile!
Ci sarebbe stato, sicuramente, qualche conte che avrebbe sfidato il sovrano.
Magari uno giovane, forte e smanioso di conquistare il potere…
Okir sapeva di dover proporre il suo tonico a qualcuno…
La scelta era vitale anche per lui…
Doveva puntare sul cavallo vincente!
Ora doveva scegliere: il cavallo vincente sarebbe stato il Re in disgrazia oppure un nuovo ed inesperto sovrano?