Numero 07/2019
16 Febbraio 2019
BERSERKER: Capitolo 51!
I nemici erano lì…
Pronti per invadere la capitale Norrena.
L’esercito dei vichinghi era schierato.
Uomini alti, forzuti e coraggiosi.
Ed anche le donne, slanciate, bardate con pelli ed armature rudimentali, pronte anche loro a dare la vita.
Da guerriere…
Non da fanciulle inermi.
Guerriere valide tanto quanto i loro mariti, i loro figli, i loro nipoti, i loro padri!
Non temevano la morte…
Nessuno di loro la temeva.
Anzi, la anelavano!
Cosa c’era di più gratificante di dare la propria vita per difendere la propria patria?
E se quel sacrificio, estremo, rendeva omaggio anche agli Dei stessi!
E la morte sul campo di battaglia, portava al Walhalla!
Questa l’unica certezza, il volano che spingeva i vichinghi alla guerra!
Tutti i crimini, i peccati, le colpe… Tutto perdonato!
Ed Odino, il grande Padre, lui, il Signore degli Dei e del Tutto, avrebbe accolto personalmente i guerrieri caduti durante la battaglia che si stava per consumare.
Okir non era in prima linea.
Di solito, lui, grande guerriero, era sempre in prima linea, pronto a scontrarsi di petto contro qualunque avversario!
Ma in quella occasione, in quella battaglia, il suo ruolo sarebbe stato diverso.
Era divenuto Conte.
Al suo fianco la bella ex schiava.
Tre mesi erano passati da quando erano giunti nella capitale.
Tre lunghi mesi di preparativi.
Tre mesi, per lei, di allenamenti estenuanti, un corso rapido, accelerato di tattiche da battaglia.
Tre mesi in cui lei, perfino lei, una ex schiava, era divenuta una guerriera!
E per lei, quel giorno, sarebbe stato il battesimo del fuoco.
Avrebbe sconfitto innumerevoli nemici oppure sarebbe perita durante lo scontro?
L’adrenalina che fuoriusciva dai corpi sudati dei guerrieri permeava l’aria.
Un odore forte, acre… l’odore della battaglia.
La quiete prima della tempesta!
Ed Okir era con lei, in cima alla collina che dominava la vallata.
La capitale ai suoi piedi.
I guerrieri nemici poco oltre.
Doveva aspettare, il Conte Okir.
Doveva attendere chela battaglia iniziasse.
Una volta che i guerrieri avrebbero iniziato a darsi battaglia, nel caso più che plausibile di difficoltà vichinga, in funzione della grande differenza numerica delle forze in campo, Okir sarebbe intervenuto.
Cinquecento guerrieri.
Questa era l’entità della sua armata.
La sua legione d’elité.
Cinquecento tra i più sanguinari guerrieri del popolo vichingo.
«Okir… ho paura…»
«Lo so, mia cara, lo so…»
«Se dovessimo morire?»
«Ci ritroveremo sicuramente nel Walhalla»
«Io non credo nei tuoi stessi Dei…»
«Allora, vediamo di non morire!»
«Non ci tengo… morire non sarebbe nei miei programmi futuri…»
«Sai qual è il mio programma futuro?»
«No, Okir… Quale?»
«Se vinceremo questa battaglia, vorrei sposarti!»