Numero 10/2019
9 Marzo 2019
BERSERKER: Capitolo 54
La battaglia infuriò nuovamente.
Okir correva giù dal pendio a perdifiato.
Con lui i suoi cinquecento guerriero.
Il viso contratto.
Un ghigno sardonico comparve sul suo volto.
La mascella e la mandibola che sembravano disarticolate, a furia di essere contratte.
I denti che strisciavano gli uni sugli altri.
Lo stridio che producevano avrebbe fatto rabbrividire chiunque, se solo il clangore delle armi non avesse coperto ogni altro suono.
Ed anch’esso era, di per sé, terrorizzante.
Okir sentiva, percepiva che il suo corpo stava cambiando.
Non sentiva più il fastidioso contatto dei propri piedi con il terreno sconnesso.
Non percepiva più il pungente freddo della brezza marina.
Non percepiva più nulla.
Anche il senso della vista sembrava diverso, più acuto.
Non se ne accorse, ma dalla sua bocca cominciarono a scendere copiose le bave.
E lo stesso stava accadendo a tutti i suoi guerrieri.
A tutti i Berserker!
Pochi attimi.
La corsa non si interruppe.
I nemici indietreggiavano, colpiti dalle frecce nemiche.
Erano in rotta.
Un contingente enorme in rotta.
Era il momento buono!
Okir aveva interpretato bene la battaglia!
Il cozzare delle armi di Okir fu il primo ad essere udito.
I cinquecento giunsero come un ariete sull’esercito nemico.
Fu spaventoso.
L’impatto fu apocalittico.
Sangue ovunque, urla di terrore.
Alcune frecce, le ultime scagliate da oltre le mura, colpirono anche i vichinghi, ma loro, sotto agli effetti del tonico, non sentirono dolore e continuarono a trucidare i nemici.
Fu incredibile.
La battaglia durò pochi minuti.
Ma l’efficacia della tattica vichinga fu vincente.
Poche perdite tra i cinquecento Berserker.
Venti, venticinque guerrieri al massimo.
Okir intravvide il capo dell’esercito nemico.
Scappava, il codardo!
Che odio provò, in quel momento.
Corse a perdifiato, corse sui cadaveri, sui feriti, sul fango misto a sangue.
Sorrise quando, con il suo scatto felino, lo raggiunse.
Lanciò la sua ascia verso il nemico.
Essa roteò veloce…
letale!
Colpì la gamba del generale nemico.
Il piede gli venne mozzato di netto.
l’uomo cadde riverso a terra.
Okir troneggiava sul ferito che urlava a squarciagola il suo dolore.
Un grugnito, una specie di urlo demoniaco.
Okir comunicava a tutti che la battaglia era terminata e che loro avevano vinto!