Numero 15/2018
14 Aprile 2018
BERSERKER: Capitolo 7
I Vichinghi erano noti in tutto il nord-est d’Europa per essere violenti, quasi animaleschi.
Nessuno, in vero, voleva affrontarli.
Solo un popolo, si narrava che non temesse quei colossi simili a semidei: proprio i Cosacchi!
Gente rude, forse più rude dei vichinghi stessi.
Più bassi ma robusti e muscolosi quanto i loro rivali, questi guerrieri provenienti dalle steppe asiatiche si erano macchiati delle più efferate atrocità che uomo del Nord avesse mai visto.
Si diceva che mangiassero le proprie cavalcature e che, nel brodo di cottura della carne equina, non disdegnassero neppure pezzi di pelle umana, per lo più quella tenera, quella dei bambini.
Le donne erano state stuprate da quei conquistatori asiatici; stuprate ed ammazzate.
Un secolo prima, le tribù nomadi Cosacche erano giunte fino ai territori europei, radendo al suolo le città e costruendovi sopra alle macerie i propri agglomerati urbani.
Cittadine semplici, in vero, molto legno e poca pietra.
Arcaiche…
Semplici…
Quasi indifese, ad una fugace occhiata.
Ma i guerrieri all’interno, da cento anni, terrorizzavano le popolazioni indigene delle steppe europee, tanto ché nessun reuccio locale aveva osato tentare di riconquistare le terre sottratte negli anni.
Sembrava un gesto di codardia bello e buono, ma quei Nomadi asiatici, divenuti stanziali dopo aver invaso il Nord-Est europeo, suscitavano un terrore smisurato, nelle popolazioni locali.
E poi, da una ventina di anni, come se i Cosacchi non fossero bastati, erano arrivati dal mare anche quei guerrieri spietati, alti come giganti, che il popolo aveva iniziato a chiamare “Norreni”.
Vichinghi, in vero, che avevano deciso di spostare le proprie mire di saccheggio sulle popolazioni già provate dai Cosacchi.
Era solo questione di tempo ed i due violenti popoli si sarebbero incontrati.
Ed avrebbero iniziato una guerra sanguinaria, senza esclusione di colpi.
Chi avrebbe vinto?
Chi avrebbe bevuto birra dal teschio del proprio nemico?
Il tempo ormai era giunto.
I Vichinghi erano approdati lì, alle porte del villaggio Huuk, uno dei più antichi fondati dai Cosacchi, dopo aver distrutto il villaggio che prima sorgeva in quelle lande.
Il destino dei due popoli era ormai segnato.
Quella di Huuk, sarebbe stata la prima battaglia tra quei due mondi.
Le armi vichinghe serrate nei pugni.
Trenta guerrieri vichinghi erano intenti a far vorticare degli arpioni rudimentali.
Dei ganci legati a delle corde che sibilavano come il vento autunnale al tramonto.
I guerrieri, giunti silenziosamente fin sotto alle mura della cittadina, lanciarono i loro ganci.
Corde lunghe centocinquanta metri, spesse e resistenti come quelle con cui si governavano le vele delle imbarcazioni, vennero tese da decine e decine di guerrieri che ne tesero le estremità opposte.
Semplici pali di legni tenuti insieme da cordame di scarsa qualità e da chiodi in legno, non potevano certo resistere alla forza bruta di decine e decine di braccia vichinghe!
I guerrieri, i trenta che avevano “arpionato le mura”, si erano staccati dalla compagnia principale, precedendola di diverse centinaia di metri.
Un’avanguardia atta a sabotare le difese nemiche in un punto che i nemici stessi ritenevano inviolabili.
Tutti i querrieri Cosacchi, infatti, scorti i nemici, avevano preso posizione all’interno delle mura, nella Piazza Centrale, in modo da poter meglio difendere il villaggio, il popolo e le case dei Signori Locali site, ovviamente, nel centro dell’agglomerato urbano.
Grave errore, lasciare sguarnite le mura, presidiando solamente i cancelli cittadini!
I guerrieri vichinghi tirarono all’unisono.
Poche tirate.
Uno sforzo risibile.
Un violento schiocco, simile ad una frusta che si abbatteva sulla schiena di uno schiavo e poi, subito dopo, lo schianto!
Un tonfo sordo permeò l’aria ed una grande e biancastra nuvola di polvere si levò per diversi metri in corrispondenza della sezione di muro abbattuto con tanta facilità.
Silenzio.
Poi, il Sovrano Vichingo diede l’ordine:
«All’attaccooooo!!!!!»
Un urlo imperioso, come di un sol uomo, si levò dalle steppe russe.
La battaglia era iniziata.
Il destino dei due popoli, ora, era nelle mani dei rispettivi Dei!