Numero 28/2021
13 Luglio 2021
Abbinamenti: Si tradizione, ma di più innovazione!
L’ultima fissazione che guida i miei esperimenti è quella dell’abbinamento, solido con liquido e viceversa, secondo me il miglior modo per valorizzare il ricordo di un pasto.
Quante volte vi è capitato di tornare a casa dal lavoro o dal campo da tennis ed esclamare:
“Stasera vado a farmi una pizza e mi bevo una bella bionda gelata…”
Dopo pizza e birra, tornando a casa, però, vi ritrovate con la pancia gonfia e rumorosa, vi sdraiate sul letto sentendovi come con un cinghiale sullo stomaco, situazione simile a quella pubblicità di un famoso digestivo effervescente.
Adesso… potete giustificarvi in qualunque modo: sarà stata la seconda birra, magari l’hanno spillata male, eppure la pizza non mi sembrava cruda, il forno evidentemente era troppo freddo. Per poi, non contenti, prendervela persino con il pizzaiolo, il barista che ha spillato la birra, o con quello che ha vinto al tiebreak del terzo.
Dovete però pensare che in realtà avete solo abusato di fermentati da lieviti cerevisiæ.
Con la pizza mi trovo molto bene bevendo un Lambrusco di Sorbara, ma dipende sempre dal condimento, dopotutto capita anche di mangiarla con accanto un caffè.
Se riflettiamo ancora sugli usi e costumi italiani, sembra inimmaginabile mangiare una bistecca di Chianina cotta alla Fiorentina senza bere un Chianti Classico o un Syrah dei colli Cortonesi (e onestamente di chiunque sia l’idea… non ha poi tutti i torti).
Proviamo però a pensare fuori dagli schemi e a quelle che possono essere tradizioni diverse da quelle dello stivale, quindi oggetto di curiosità.
Facendo riferimento ai nostri gusti personali riusciamo a capire come l’arte dell’abbinamento, pur dovendo sottostare ad alcune regole, dà spazio alla nostra fantasia di reinterpretarle e perché no, di trasgredirle.
Perché quindi non provare questa bistecca alla fiorentina, ad esempio, con una Saison tipica della Vallonia?
Una birra il cui lievito aromatico ricordagli odori tipici di un’azienda agricola in primavera estate, un finissimo erbaceo dei luppoli in fiore, un alcol trascinato e slanciato dalle bolle che insieme asciugano i liquidi della carne, ma con la giusta acidità che ci fa salivare abbastanza da preparare il palato ad accogliere subito un altro delizioso boccone.
Dopo aver provato a mettere in discussione due idee di tradizione, vorrei proporre alcuni degli ultimi abbinamenti con la birra meglio riusciti:
Chitarra al nero di seppia con ricci di mare e fiore di zucca croccante
Birra Madre di Birrificio Menaresta (fermentazione spontanea)
Le durezze ben evidenziate nel piatto si sposano benissimo con la freschezza della birra, la sensazione croccante del fiore di zucca esplode in bocca con la bolla finissima della “Lambric” brianzola.
Ascolterei Funky Kingston dei Toots and the Maytals, ma in situazioni meno sobrie probabilmente AMare…oo del grandissimo attore Nino D’angelo, con in mano una JeverPils.
Ziti spezzati alla Genovese
Dunkel di Schonramer
La tendenza dolce delle cipolle a lunga cottura e la scioglievolezza del campanello vanno a braccetto con i malti tostati e la sensazione di pane di segale, tipiche di questa Dunkel del del piccolissimo paesino nel Petting in Baviera sudorientale.
Sembrano fatti l’uno per l’altra.
Ascolterei Superfly di Curtis Mayfield, ma sempre in quelle situazioni meno sobrie a tutto volume la hit dei famosissimi Die Kassierer: DasSchlimmsteist, wenndasBier Alle ist
Panettone all’albicocca e gianduia abbinato a
Deltacolt ALDER (Milk Stout)
Il rapporto cromatico tra il grande lievitato e la grande birra è evidente, entrambi ricordano i colori tipici delle stagioni da ottobre a marzo. La texture del panettone cammina mano nella mano con il corpo quasi oleoso di questa Milk Stout che insieme riempiono il morso senza essere invadenti, anzi in completa armonia.
Ed è sempre Natale.
Ascolterei Bollocks to Christmas, una raccolta punk e ska di canzoni natalizie, dopotutto quando è l’ora del panettone a Natale, non è mai sobrio nessuno…
Adesso però tocca a voi sperimentare e divertirvi, ma senza tralasciare quello che a sua volta citava il maestro Gualtiero Marchesi: “Non si può improvvisare senza conoscere la materia” mi raccomando.