Numero 22/2016
1 Giugno 2016
Birra & asparagi: abbinamento possibile e di salute!
Le primizie che la natura ci mette in tavola sono innumerevoli e ognuna è tipica di un particolare periodo dell’anno. La primavera è stagione di molti golosi ortaggi: fave, carciofi, crescione e porri ne sono alcuni esempi. Però il re delle tavole di tutta Italia, in questo periodo, è l’asparago. Bianco, verde o viola, è solitamente disponibile sui banchi degli ortofrutticoli già a fine marzo, anche se i mesi migliori per gustarne appieno la freschezza, sono aprile e maggio. Il giovane fusto della pianta, che spunta dal terreno e nasce direttamente dal rizoma, si chiama turione: la sua polpa è soda e croccante e la punta, ovvero il germoglio vero e proprio, ben chiusa.
Ricchi di vitamine e dal delicato gusto caratterizzato da un’inconfondibile aromaticità frutto dell’equilibrio di note dolci e amarognole, gli asparagi erano consumati in gran parte dell’Europa fin dai tempi antichi, crudi, bolliti o arrosto: secondo lo storico latino Plutarco, Giulio Cesare li gustava conditi con olio o burro. La presenza dell’asparagina, che fornisce il caratteristico sapore all’asparago, e le sensazioni amare, astringenti e tanniche fanno sì che sia difficilmente abbinabile col vino.
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La birra, al contrario, ha peculiarità che la rendono ideale per essere consumata con questo ortaggio. La capacità di pulire la bocca che deriva dall’abbondante gassatura e la scarsa presenza di tannini ben contrastano le note legnose e acerbose dell’asparago, mentre la dolcezza del malto riduce la sensazione di astringenza. Ovviamente non tutte le birre sono ugualmente efficaci nell’abbinamento con l’asparago. Una IPA, per esempio, nonostante un finale amaro si sposi in genere con l’aromaticità dell’asparago, risulterebbe eccessivamente penetrante e talora fastidiosa, rovinando sia il sapore del cibo che quello della birra. Una Weizen, che ben si addice ai primi soli primaverili, è sicuramente più indicata,data la bassa dose di luppolo: la sua dolcezza è infatti in grado di contrastare e bilanciare l’amaro degli asparagi. La presenza di esteri, composti chimici molto importanti per il profilo aromatico di una birra e che donano alla Weizen il tipico sentore di banana, esalta la fragranza del turione.
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Qualche volta però capita di trovare una combinazione inaspettata, un turbinio di profumi e sapori che nessun altro abbinamento crea e che, inspiegabilmente, funziona alla perfezione. Il complesso aroma fruttato e speziato e il sapore dolce e amaro al tempo stesso della Tripel belga esaltano in maniera unica il sapore dell’asparago. Le Tripel sono birre ingannevoli, dal colore dorato, brillante, con una schiuma candida e dai profumi maltati e floreali, che mostrano solo alla fine la loro vera natura, col caldo finale pepato ed etilico che esplode in bocca. Una decisa secchezza e un finale amaro lasciano la bocca pulita e pronta per una nuova sorsata. La Tripel ha qualità che ottimamente si abbinano alle caratteristiche chimiche dell’asparago, creando una sinergia tale da far pensare che i monaci dell’abbazia trappista di Onze-Lieve-Vrouw van het Heilig Hart di Westmalle, nelle Fiandre, creando questa birra nei primi decenni del XX secolo, cercassero proprio una bevanda da accompagnare a questi pregiati ortaggi.