Numero 21/2018
24 Maggio 2018
Birra tra le righe: dalla montagna ai bar cittadini
Una birra dopo un lavoro faticoso, come la costruzione di una casa in montagna. Paolo Cognetti in “Le otto montagne”:
“Le nostre giornate finivano con una birra, adesso, che infilavo nello zaino la mattina insieme alle provviste. Ci sedemmo a bere davanti al focolare nero di cenere e braci. Io ero bianco, invece: avevo polvere di roccia dappertutto e le mani indolenzite per via del trapano. Ma quando alzai lo sguardo, le staffe d’acciaio brillavano sulla parete al sole della sera.”.
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Lo scrittore Alessandro Robecchi, con i personaggi di “Torto marcio”, ci porta nella sua Milano. Tarcisio Ghezzi (il poliziotto) e Carlo Monterossi (l’autore di programmi televisivi trash) si incontrano al bar in zona San Siro.
“E allora arrivano quasi insieme davanti al bar, che ha qualche tavolino male in arnese fuori, due ombrelloni con una marca di birra stampata sopra…
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Si siedono su due sgabelli un po’ distanti dal bancone che serve i panini.
«Sicuro tutto bene?», chiede ancora Carlo, ma siccome quello sbuffa decide di lasciar perdere. Per il resto il vicesovrintendente Ghezzi ha il solito sguardo sveglio, la battuta pronta e soprattutto una certa fretta.
«Sentiamo», dice quando arrivano le due birre e lui ne ha già bevuto un sorso, perché la camminata che gli ha fatto tagliare come il burro le classi sociali di Milano gli ha messo sete.
Questa volta non sono io a bere la birra Ichnusa, un simbolo della Sardegna.
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Da “La nave a Gaza” di Vincenzo Soddu:
“Diamine! Un’Ichnusa!”, implorava Vittorio alla ragazza, nel piccolo locale sul Corso, prima che d’Ichnusa ne restassero vuote parecchie sul vecchio tavolo in legno.”
Al prossimo articolo di birra tra le righe.
Buona lettura e tanti brindisi.