Numero 19/2016
14 Maggio 2016
I boccali di birra, fonte di ispirazione per Manet
Manet è uno dei pittori dell’Ottocento che più si è contraddistinto per uno spirito libero ed indipendente: non volle mai essere identificato con lo stile degli impressionisti, né partecipò mai alle loro esposizioni. Si batté durante tutta la sua carriera in difesa del principio della libertà espressiva degli artisti, con opere che non fecero scalpore tra i suoi contemporanei. Insomma, un personaggio che sarebbe di piena attualità con lo spirito di molti mastri birrai italiani e che si troverebbe sicuramente a suo agio nel panorama così sfaccettato, controverso e in alcuni casi contradditorio delle craft beer.
.
.
Èdouard Manet ebbe una vita breve, morendo a poco più di 51 anni, ma maturò numerose esperienze di viaggio che lo portarono da Parigi, sua città natale, in Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi: conobbe così i suoi futuri compagni impressionisti e alcuni letterati che ne condividevano le teorie, nonché la moglie Suzanne Leenhoff.
Nel 1856, all’età di 24 anni, Manet aprì il suo studio: in questo periodo, il suo stile era caratterizzato da pennellate libere, dettagli stilizzati e assenza di sfumature, inoltre si dedicava alla pittura en-plein-air, raramente produsse opere a tema religioso, e spesso raffigurò dipinti ambientati in birrerie e caffè-concerto di Parigi, veri e propri centri culturali dell’epoca.
.
.
La birra è stata in più occasioni fonte d’ispirazione per Manet: un dipinto molto celebre è “Il caffè concerto”, realizzato nella brasserie concert Au cabaret de Reichshoffen nel 1878. In questa opera l’artista riprende i personaggi di una precedente pittura, l’ “Assenzio” di Degàs, anche se gli stessi vengono sottoposti ad una sorta di trasfigurazione, che li vuole invecchiati e meno riconoscibili. Entrambi hanno i boccali pieni di birra ma non bevono, la donna appare assente, proprio come nel quadro di Degàs. Il soggetto maschile, invece, ha lo sguardo focalizzato in un’altra direzione, quasi fosse assorto in pensieri distaccati. La scena colpisce l’osservatore, mettendolo in soggezione, quasi a trasmettere una sorta di disagio affettivo, una staticità insolita rispetto al contesto. Interessante il contrasto dato dalla cameriera in secondo piano, che sta bevendo birra con foga.