Numero 20/2018
17 Maggio 2018
Perle di malto e inchiostro: citando D. H. Lawrence, Camilleri, Montalbán
Un romanzo rivoluzionario, messo al bando in tutta Europa, pubblicato nel Regno Unito solo nel 1960, trentadue anni dopo la prima edizione originale. Riferimenti espliciti di carattere sessuale; descrizione di una relazione tra una donna della nobiltà, sposata con un baronetto paraplegico, e un uomo appartenente alla working class. Un duro colpo per i benpensanti, per la morale vittoriana. Da L’amante di Lady Chatterley, di David Herbert Lawrence:
“Tornò a casa con il suo fucile e il suo cane, nella casa buia, accese la lampada, il camino e consumò la cena a base di pane, formaggio, cipolle fresche e birra. Era solo, in un silenzio che amava. La sua camera era pulita e ordinata, ma piuttosto spoglia. Però il fuoco era allegro, il focolare bianco, la lampada a petrolio brillava sulla cerata bianca della tavola. Cercò di leggere un libro sull’India, ma non ci riuscì. Si sedette accanto al fuoco, in maniche di camicia, senza fumare, ma con un boccale di birra. E pensò a Connie.”
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Una piccola pausa, mi verso un bicchiere dalla mia solita birra Ichnusa, e penso a Camilleri. Così, lo scrittore di Porto Empedocle, in Esercizi di memoria:
“Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. Sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre.”
Da un suo racconto, Un angolo di paradiso:
“«Che angolo di paradiso!» fece Livia scendendo dalla barca e aiutando Salvo a spingerla sulla sabbia asciutta. Finite le operazioni di trasbordo della borsa coi vestiti e della grande sacca refrigerante piena di panini imbottiti e bottiglie di birra, il commissario Montalbano si gettò per morto sulla rena spiandosi chi glielo avesse fatto fare a mettersi in quell’impresa. Perché di una vera e propria impresa si trattava. Sei giorni avanti quell’imbecille di Mimì Augello, mentre si trovava a cena in un ristorante con loro due, si era messo a vantare una sua scoperta: la minuscola spiaggetta tre chilometri appresso il faro di Capo Russello, solitaria, a tutti ignota, raggiungibile solo via mare. Ne parlò con tale entusiasmo che Livia se ne incantò: Mimì descriveva il posto come una specie d’isola di Robinson senza manco un’orma di Venerdì, e da quel momento Montalbano non ebbe più abento: «Quando mi porti alla spiaggetta?» era diventato il ritornello di Livia in media nove volte al giorno.”
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Il nome di Montalbano, personaggio immaginario e protagonista dei romanzi, venne scelto da Camilleri in omaggio allo scrittore catalano Manuel Vázquez Montalbán, ideatore di un altro famoso investigatore, Pepe Carvalho. I due personaggi hanno in comune l’amore per la buona cucina. Dalla penna di Montalbán le cosce di agnello alla birra:
“I nomi dei piatti di cucina fanno molta impressione, ma i metodi sono solitamente di routine, facili, ovvi. Questo qui. Un soffritto di cipolla, porro, carota, aglio, pomodoro. Poi la coscia d’agnello fatta a pezzi e infarinata, rosolata nel soffritto. Un litro di birra, un po’ d’acqua se si ha paura dell’eccesso di birra, anche se qualsiasi bevanda cuocendo perde l’alcol… Sale e pepe… Fuoco lento… E il gioco è fatto.” (Carvalho indaga)
Gnam gnam!
Apro un’altra bottiglia di Ichnusa, alla salute!
Alle prossime piccole perle di malto e inchiostro.