Numero 31/2024
3 Agosto 2024
Alla riscoperta di uno stile storico: Adambier
Qualche mese fa, andando a spulciare tra i vari check-in postati da qualche mio collegamento su Untappd, mi sono imbattuto in uno stile di birra a me sconosciuto fino a qual momento che ha destato in me molta curiosità.
Mi riferisco alla Adambier.
Facendo un po’ di ricerche in rete, noto che è uno stile storico legato alla città di Dortmund introdotto in epoca medievale ma la cui produzione subì un forte declino nel XIX secolo a causa della invasione delle lager bavaresi. Per contrapposizione alle Altbier di Dusseldorf, questo stile veniva chiamato anche Dortmund Altbier.
Questo stile è stato recentemente ripreso da qualche birrificio artigianale, soprattutto dal Nord Europa propongono questo stile tra le loro referenze.
Tradizionalmente era una birra ad alta fermentazione con alta gradazione alcoolica (maggiore di 9) e riservata per le occasioni speciali.
Leggenda racconta che nel XIX secolo, il re di Prussia Federico Guglielmo di Prussia nel visitare la città di Dortmund, nonostante fosse un forte bevitore, venne messo sottobanco per più di una giornata intera da qualche bevuta di Adambier
Le caratteristiche distintive di questo stile era il colore scuro (da ambrato carico a quasi nero), in genere limpide o lievemente velate con una schiuma bianco sporco o beige.
Gli aromi erano abbastanza complessi, dati sia dal mix di malti utilizzati che danno note tostate, affumicate e caramellate, e sia dai lieviti selvatici dato che la birra veniva invecchiata in botti di legno (si presuppone che subentravano i Brettanomyces e i batteri lattici) e quindi c’erano richiami al cuoio ma anche fruttati e terrosi.
Al gusto si presentava con un corpo da medio a pieno con carbonatazione moderata e sensazione di pseudocalore. La birra presentava una contemporanea presenza di dolce (dovuto al mix di malti utilizzati che comprendevano probabilmente il Pale, Monaco, Caramel e Malti Affumicati ricordano il caramello, il tostato, l’affumicato, la nocciola) ed acidità, quest’ultima dovuta all’azione dei lieviti selvatici dati dall’invecchiamento in botti di legno. La luppolatura era da moderato a basso che conferiva un carattere erbaceo-floreale.
Le proposte moderne possono avere un impatto dato dai malti affumicati molto trascurabile per rendere più accessibile la birra ad un audience maggiore e sono presenti versioni sperimentali invecchiate in variegate tipologie di botti di legno ed utilizzo di lieviti selvaggi per enfatizzarne la complessità.
Lo stile è presente nelle Beer Style Guidelines 2023 della American Brewers Association (AHA), dove è stato inserito per la prima volta nel 2013 insieme alle Gratzer. Nelle ultime linee guida BJCP non vi è traccia, ma da alcune fonti sembra che sia stato escluso nella revisione delle linee guida del 1998.
Esperienza personale con questo stile.
Incuriosito dalle informazioni ricavate dalle mie ricerche, ho iniziato ad informarmi dove acquistare delle referenze di questo stile. Non ho trovato molte opzioni ed ho deciso di acquistarle sul beer shop on line danese Kihoskh (www.kihoskh.dk) dove ho trovato solo 2 referenze di questo stile del birrificio Bad Seed Brewing di Storvode: la Adambier di 10,5 % ABV e la Adambier Bourbon Barrel Aged di 11,5%. Entrambe sono etichettate come German Style Dark Strong Ale.
Tra le due decido di gustarmi la lattina di Adambier “normale”.
Come bicchiere per la degustazione ho preferito un snifter.
La birra si presentava con un colore mogano scuro con una schiuma presente di colore beige con grana delle bolle media. Al naso si apprezzava una buona intensità, dove erano evidenti note complesse date dal mix di malti utilizzati che spaziavano dal caramello, al cioccolato, al miele, ai frutti scuri e si percepiva anche il cuoio ed un po’ di terroso. L’affumicato era percettibile ma non evidentissimo. Ciò è coerente a ciò troviamo nella descrizione della birra in etichetta dove dichiarano di utilizzare malti caramello, tostati e affumicati da torba (quest’ultimo credo in piccolissima quantità).
Al sorso una lieve frizzantezza ed una sensazione di pseudocalore ma che a dire la verità era meno evidente se pensiamo ai suoi 10,5% di ABV, che sono ben nascosti grazie al corpo pieno di questa birra. Al gusto la birra si è presentata piena e rotonda, e la definirei una birra “super maltata”, con un amaro dato dai malti scuri ed una lieve ma piacevole acidità che ben si integravano con la rotondità della birra. Al gusto era coerente a quanto avvertito al naso.
La birra è piaciuta molto (ho dato un voto 4,60 su Untappd), ma sarei curioso di assaggiare altre referenze presenti sul mercato e tastare se più si avvicinano al concetto della storica birra, dove immagino di trovare allo stesso tempo il caramello, il tostato, affumicato ed una rinfrescante acidità.
Come già descritto precedentemente, ho definito la birra “super maltata” e penso che questa sensazione sia enfatizzata dall’utilizzo dell’acqua di Dortmund, dove è presente un elevato contenuto di cloruri che vanno appunto ad esaltare le sensazioni di malto contribuendo alla pienezza e alla rotondità della birra. Se parliamo di acqua di Dortmund, dovremmo considerare un elevato consentito di carbonati che vanno ad impattare sull’astringenza. Ecco, io l’astringenza non l’ho trovata.
Se dovessi trovare qualche similitudine con altri stili direi che sembra una via di mezzo tra una Doppelbock ed un Barley Wine inglese.
Consiglierei di godere questa birra come post cena per meditazione o da accompagnare ad una lettura di un bel libro.