Numero 16/2023

19 Aprile 2023

Alla scoperta degli stili: STILE CZECH PREMIUM PALE LAGER

Alla scoperta degli stili: STILE CZECH PREMIUM PALE LAGER

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Il secondo stile nella categoria delle Czech Lager è quello delle Czech Premium Pale Lager (codice 3B) e la sua scheda stile BJCP è la seguente:

 

Impressioni Generali: Una Czech Lager chiara e rinfrescante con importanti caratteri di malto e luppolo e un finale lungo. I sapori del malto sono complessi per una birra tipo Pilsner. L’amaro è forte ma senza asprezza il che dona un gusto rotondo e ben bilanciato che favorisce la bevibilità.

 

Aroma: Aroma panificato del malto da medio a medio-alto e bouquet di luppolo speziato, floreale o erbaceo da medio-basso a medio-alto; sebbene l’equilibrio tra malto e luppolo potrebbe variare, l’interazione tra essi è intensa e complessa. Una leggera presenza di diacetile o bassi livelli di esteri fruttati sono facoltativi. Gli esteri tendono ad aumentare con la densità.

 

Aspetto: Colore da giallo a dorato carico. Limpidezza da brillante a molto limpida. Schiuma bianca, cremosa, densa e persistente.

 

Gusto: Gusto maltato di panificato, deciso e complesso con una pronunciata seppur morbida e rotonda amaricatura e un gusto luppolato floreale e speziato. I sapori del malto e del luppolo sono di intensità da media a medio-alta e il malto potrebbe donare una leggera nota di caramello. Amaro prevalente ma mai invadente. Il lungo finale può essere sbilanciato verso il luppolo o il malto ma mai in modo esagerato verso nessuno dei due. Livelli di diacetile da leggeri a moderati e bassi livelli di esteri derivati dal luppolo sono accettabili ma facoltativi.

 

Sensazioni Boccali: Corpo medio. Carbonazione da bassa a moderata.

 

Commenti: Generalmente un gruppo di pivo Plzeňského typu o birre tipo Pilsner. Questo stile è una combinazione degli stili cechi světlý ležák (11–12.9 °P) e světlé speciální (13–14.9 °P). In Repubblica Ceca, solo la Pilsner Urquell e la Gambrinus sono definite Pilsner, nonostante questo nome sia ampiamente utilizzato in tutto il mondo. Al di fuori della Repubblica Ceca le definizioni Czech Pilsner o Bohemian Pilsner sono utilizzate a volte per differenziare queste birre dalle altre di tipo Pilsner.

Le Kvasnicové (“birra di lievito”) sono versioni popolari in Repubblica Ceca e potrebbero essere rese più frizzanti da mosto con lievito aggiunto oppure con l’aggiunta di una dose di lieviti dopo la fermentazione. Queste birre qualche volta sono velate, con un sottile carattere di lievito e con un carattere luppolato maggiore. Gli esempi moderni variano nel loro equilibrio tra malto e luppolo e molti non sono tendenti al luppolo come la Pilsner Urquell.

 

Storia: Comunemente associate con la Pilsner Urquell, nata nel 1842 dopo la costruzione di un nuovo birrificio da parte della borghesia insoddisfatta degli standard qualitativi della birra prodotta a Plzeň. Il birraio bavarese Josef Groll viene accreditato come il primo a brassare questa birra, sebbene potrebbero essere già esistite delle Lager chiare in Boemia. Importante tanto quanto l’utilizzo del lievito Lager era l’utilizzo delle tecniche di maltazione inglesi.

 

Ingredienti Caratteristici: Luppoli tradizionali cechi. Malto ceco. Lieviti lager cechi. Acqua con bassa presenza di solfati e carbonati che dona un caratteristico profilo morbido e rotondo al luppolo nonostante l’elevata luppolatura. Il livello di amaro di alcuni degli esempi in commercio più diffusi è calato in tempi recenti, sebbene non tanto quanto in molti esempi tedeschi contemporanei.

 

Confronto con altri stili: Di colore più carico, con più intensità data dal malto e più corposa di una German Pils e con un finale più deciso, morbido e pulito. Più alcoliche di una Czech Pale Lager.

 

Statistiche Essenziali:

OG: 1.044 – 1.060

FG: 1.013 – 1.017

IBU: 30 – 45

SRM: 3.5 – 6

ABV: 4.2 – 5.8%

 

Esempi in commercio: Bernard světlé ležák 12°, Budvar 33 světlý ležák, Pilsner Urquell, Pivovar Jihlava Ježek 11%, Primátor Premium lager, Radegast Ryze hořká 12, Únětická pivo 12°, Gambrinus

 

Tags: gradazione media, colore chiaro, bassa fermentazione, lagerizzata, Europa Centrale, stile tradizionale, famiglia delle Pilsner, bilanciata, luppolata

 

 

Per riprendere l’incipit del precedente articolo, possiamo osservare come in questo caso la categoria BJCP si pone a cavallo di due stili della tradizionale suddivisione ceca delle tipologie di birra: le birre chiare di gradazione media e alta (ležák e speciální, anche se per essere precisi dobbiamo ricordare che più che alla gradazione, come ben specificato, ci si riferisce ai gradi Plato e quindi alla densità del liquido).

A livello di caratteristiche sia di aspetto che di aroma che di gusto siamo molto prossimi a quelle delle Pale Lager “non Premium” con una differenza che si riscontra soprattutto nei livelli di intensità delle varie componenti, tra cui la corposità, la complessità dei sapori maltati, l’amaro e la luppolatura. In particolare possiamo evincere quanto appena detto anche dai livelli di intensità descritti nella sezione degli aromi con il malto che va da medio a medio-alto mentre nelle Czech Pale Lager era da leggero a moderato e l’aroma luppolato che può arrivare fino a medio-alto quando nelle CPL il livello massimo era moderato; gli esteri seppur sempre leggeri possono essere più presenti al crescere dei gradi Plato.

Stesso discorso può essere fatto per quanto riguarda i sapori, con il gusto maltato e il luppolo che saranno non solo più marcati ma anche con maggiore complessità soprattutto nella reciproca interazione, creando una rosa più ampia di possibili bilanciamenti fra essi (pur senza mai essere squilibrati tra loro).

 

Nei commenti da segnalare una curiosità, ci viene segnalato come solo le storiche Pilsner Urquell e Gambrinus siano definite Pilsner in Repubblica Ceca mentre questo nome è ampiamente utilizzato nel resto del mondo in unione con le parole Czech o Bohemian, necessarie per distinguerle dalle controparti tedesche, le German Pilsner, con cui peraltro abbiamo il principale confronto nella sezione di comparazione con altri stili, con le Czech Premium Pale Lager descritte come leggermente più scure, più corpose e più maltate e con un finale morbido e pulito (riaffronteremo questo confronto quando analizzeremo nel dettaglio le cugine tedesche).

Un’altra notazione riguarda le cosiddette “birre di lievito”, fondamentalmente versioni rifermentate con aggiunta di lievito o di birra giovane dopo la lagerizzazione e che perciò risultano più frizzanti e spesso leggermente velate.

Infine, come dicevamo prima, l’equilibrio tra malto e luppolo può variare e a differenza di quello che si potrebbe pensare (visto che l’esempio maggiormente noto e diffuso è sicuramente la Pilsner Urquell), molti esempi di questo stile non sono tendenti al luppolo.

 

La sezione Storia aggiunge altri particolari al quadro storico fatto nel precedente articolo riguardo alle Czech Pale Lager, ipotizzando che birre a bassa fermentazione simili a quella fatta da Josef Groll potessero già esistere in Boemia e che egli le abbia solo migliorate e “istituzionalizzate”. Inoltre viene sottolineato come un altro elemento caratteristico, oltre agli ingredienti usati da Groll, potrebbe essere l’utilizzo di tecniche di maltazione inglesi.

 

Per quanto riguarda gli esempi in commercio, quelli del BJCP sono abbastanza rappresentativi degli esempi cechi tradizionali di questo stile ma vorremmo spendere due parole sulla Budvar.

La Budweiser Budvar è una birra prodotta a Budejovice (Budweis, in tedesco) in Boemia sin dal 1895 (anche se la storia brassicola in questa città viene fatta risalire addirittura al XIII secolo), dal birrificio Budějovický Budvar Národní Podnik (BBNP) che utilizza peraltro tra gli ingredienti una varietà pregiata e particolare di luppolo Saaz.

La curiosità sorgerà sicuramente spontanea, visto che il nome di questa birra ci ricorda quello di una famosa birra commerciale che tutti abbiamo consumato almeno una volta nella vita.

La disputa tra i due produttori (per quanto riguarda l’americana Budweiser la multinazionale Anheuser-Busch InBev che ne detiene i diritti) nacque presto; infatti la birra ceca era l’unica ammessa ad essere venduta come Budweiser in molti Paesi europei e in questi Paesi l’americana era invece commercializzata come Bud: questo però portava dei problemi perché anche la BBNP produce una versione speciale della sua birra chiamata Bud.

Il contenzioso (che peraltro non si è ancora chiuso definitivamente) è andato avanti a più riprese per anni: se l’azienda americana rivendicava di aver usato il marchio Budweiser da prima del 1895 e quindi precedentemente alla BBNP, quest’ultima sosteneva che “Budweiser” rappresenta una denominazione d’origine ancora prima che un marchio o un nome di una birra, indicando una birra prodotta appunto a Budweis, sostenendo peraltro l’esistenza di un accordo informale del 1939 che garantiva alla BBNP l’utilizzo esclusivo in Europa del marchio “Budweiser”. L’Unione Europea ha accolto le tesi della BBNP, proteggendo la denominazione con ben tre denominazioni IGP, ma questo non ha quietato la disputa e anzi la Anheuser-Busch ha provato a rilevare l’azienda ceca, incontrando per motivi di orgoglio nazionale l’ostilità del governo ceco.

Per concludere aggiungiamo che la BBNP ha distribuito la sua birra in Nord America e anche in diversi Paesi latinoamericani (oltre che in Italia dal 2002 al 2005) con il diverso nome di Czechvar.

 

 

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Giacomo Scappaticci
Info autore

Giacomo Scappaticci

Sono nato e cresciuto a Roma, città dove vivo attualmente. Nella vita, dopo essermi laureato in Economia, ho intrapreso la carriera di programmatore informatico, lavoro che svolgo tuttora.
Proprio durante gli anni della laurea mi sono appassionato al mondo della birra artigianale grazie al Buskers e al suo publican Mirko, che ha aperto a due passi dall’università proprio nel corso del mio primo anno. Da lì è stato un continuo immergersi nel mondo di questa bevanda (mondo che seppur già presente da anni a Roma, stava sbocciando con maggior forza proprio in quegli anni): conoscendo piano piano nuovi stili, frequentando vari locali e soprattutto i festival. In tempi molto recenti la passione mi ha portato anche a frequentare due corsi di degustazione, con cui approfondire in maniera più consapevole le mie conoscenze.