Numero 12/2023
22 Marzo 2023
Alla scoperta degli stili: STILE INTERNATIONAL AMBER LAGER
Parliamo oggi del secondo stile della categoria delle International Lager, le International Amber Lager (codice 2B).
Ecco la scheda delle linee guida del BJCP:
Impressioni Generali: Una lager ambrata, delicata, maltata, di facile beva, con un gusto deciso di caramello o con caratteri tostati. Solitamente abbastanza ben attenuata, spesso con alcune qualità apportate dai succedanei e amaro contenuto.
Aroma: Aroma da basso a moderato di cereali maltati, spesso accompagnato da note caramellate o tostate che variano da molto poco presenti a moderate. Occasionalmente possono essere presenti accenti di nocciola e biscotto ma mai di bruciato. Basso ma discreto. Profilo fermentativo pulito.
Aspetto: Colore da dorato ad ambrato fino a ramato con riflessi rossicci. Limpidezza brillante. Schiuma di colore da bianco a bianco sporco che può risultare poco persistente.
Gusto: Sapore del malto da basso a moderato, spesso con note caramellate e di pane tostato. Può essere presente una dolcezza da bassa a medio-bassa derivata dai cereali succedanei utilizzati. Amaricatura da bassa a moderata che dona alla birra un buon bilanciamento del malto. Sapori luppolati da bassi a moderati con note speziate, erbacee o floreali. Profilo fermentativo pulito. Il finale è moderatamente secco con un leggero retrogusto maltato. La birra potrebbe risultare un po’ dolce se il livello di amaro è particolarmente basso.
Sensazioni Boccali: Corpo da leggero a medio. Carbonazione da media a elevata. Morbida. Alcuni esempi possono risultare leggermente cremosi.
Commenti: Questo stile descrive un ampio spettro di lager ambrate prodotte per il mercato della grande distribuzione in vari Paesi oppure più genericamente birre ambrate che hanno avuto una maggiore rilevanza storica ma che col tempo sono divenute prodotti standardizzati e senza caratteri peculiari.
Storia: Variabile da Paese a Paese anche se generalmente rappresentano o un adattamento più scuro delle International Pale Lager prodotte per il mercato di massa oppure un’evoluzione di stili indigeni in prodotti più generici e adatti ad un pubblico ampio.
Ingredienti Caratteristici: Malto base distico o esastico. Malti per il colore come Victory, Caramel, Crystal o malti tostati. Possono essere prodotte con solo malto o con l’utilizzo di succedanei, tra i quali zuccheri o agenti coloranti. Luppoli Europei o Americani.
Confronto con altri stili: Gusto maltato meno deciso e presente di una Vienna Lager, spesso con elementi aggiuntivi apportati dai succedanei. Sapore meno deciso e meno amaro rispetto ad una Altbier.
Statistiche Essenziali:
OG: 1.042 – 1.055
FG: 1.008 – 1.014
IBU: 8 – 25
SRM: 6 – 14
ABV: 4.5 – 6.0%
Esempi in commercio: Brooklyn Amber Lager, Menabrea Ambrata, Birra Moretti La Rossa, Peroni Gran Riserva Ambrata, Android DIY Amber Lager Birrificio della Granda
Tags: gradazione media, colore ambrato, bassa fermentazione, lagerizzata, stile tradizionale, famiglia delle lager ambrate, maltata
Sebbene queste birre continuino a ricadere in una categoria e in una famiglia di birre che sono destinate alla grande distribuzione, hanno certamente una diffusione minore tra i consumi dell’utente medio a cui idealmente sono destinate. Quello che conta in questo caso più che la diffusione effettiva (che, seppur inferiore se rapportata alle cugine di colore più chiaro, resta comunque molto ampia, trattandosi per la stragrande maggioranza di prodotti industriali), è l’intento con cui queste birre sono prodotte: andare a coprire, in maniera il più possibile ampia, quella fetta di mercato che gradisce un gusto diverso di quello della classica “bionda” ma comunque standardizzato e non molto complesso; i fattori chiave rispetto alle International Pale Lager sono una maggiore dolcezza e note caramellate, in contrapposizione ad un gusto, quello delle controparti di colore dorato e brillante, percepito come troppo amaro o troppo luppolato.
Qui l’elemento psicologico gioca un fattore chiave perché, come abbiamo visto, l’apparente amaricatura delle versioni chiare è più una questione di suggestione e percezione soggettiva, visto che i range di IBU sono praticamente gli stessi e il luppolo è presente solo nella misura necessaria a bilanciare la dolcezza del malto e senza apportare aromi decisi.
Una personale opinione, data dall’esperienza quotidiana di frequentazione di pub e ristoranti dove viene servita birra artigianale, è che la platea più interessata da questo tipo di birra è principalmente composta da consumatori che hanno una spiccata percezione dell’amaro e/o non gradiscono quel tipo di gusto oppure da chi, pur non essendo un appassionato, vuole uscire dalla solita logica della birra chiara, in particolare in contesti di abbinamento al cibo, e si orienta su queste birre “crafty” (espressione che indica birre prodotte a livello industriale ma che confondono il consumatore, tramite l’utilizzo del packaging e altre operazioni di marketing, apparendo somiglianti a birre artigianali).
L’aroma del malto in questo caso sarà prevalente con note, mai eccessive ma presenti, di caramello o addirittura tostate o biscottate, questo a seconda delle varianti di malti Caramel o Crystal utilizzati (una curiosità: viene anche citato il malto Victory, un malto ambrato di provenienza americana non molto diffuso e citato esplicitamente solo in questo stile in tutto il BJCP).
I malti sono responsabili anche del colore che mediamente si attesta su tonalità ambrate ma può arrivare ad essere anche ramato; il range di colorazioni ammesse parte dal dorato, elemento che ci aiuta a comprendere come, nei casi di utilizzo contenuto dei malti speciali, la soglia di differenza tra questo stile e quello precedente diventa piuttosto labile sia per l’aspetto che per le qualità aromatiche e gustative. Peraltro, in caso si voglia ridurre l’apporto qualitativo dei malti speciali senza rinunciare alla tipica colorazione ambrata si può ricorrere da disciplinare ad agenti coloranti o altri zuccheri.
Sul gusto la descrizione rimane simile a quella fatta per l’aroma, con una dolcezza che può risultare leggermente più accentuata. con la parte luppolata che può essere presente ma sempre in secondo piano rispetto al malto e con un apporto dei lieviti sostanzialmente neutrale; anche in questo caso viene sottolineato come il livello di amaro debba essere sufficiente solo a bilanciare il malto, pur ammettendo stavolta una prevalenza della dolcezza.
Nelle sezioni Commenti e Storia troviamo poi un riferimento interessante al fatto che oltre a comprendere il tipo di birre che abbiamo descritto sinora, quindi una versione ambrata delle lager dirette al mercato della grande distribuzione, questo stile può rappresentare un’evoluzione di stili locali che in passato hanno avuto maggiore rilevanza e anche dignità e diffusione in ambiti più prettamente artigianali ma che con il tempo si sono conformati al mercato diventando prodotti standardizzati e generici, del tutto simili a quelli prodotti a livello industriale, per andare incontro a necessità commerciali. Non vengono riportati esempi ma se ci si pensa bene questo è un po’ il percorso che hanno battuto molti birrifici nel corso della storia e non solo per quanto riguarda le birre ambrate; del resto anche i grandi marchi industriali sono nati con piccoli e medi impianti che producevano quantità contenute, con tecniche e tecnologie uguali o assimilabili a quelle che oggi definiamo artigianali, almeno fino all’affermarsi delle metodologie e degli impianti tipici delle grandi industrie moderne.
Infine per quanto riguarda la comparazione con altri stili, i due esempi riportati sono immediati: la Vienna Lager che rappresenta il classico esempio di bassa fermentazione europea di colore ambrato e con note derivati da malti caramellati e ambrati e più alla lontana la Altbier, una alta fermentazione tedesca di colore ambrato che viene prodotta con tecniche e metodi tipici delle basse fermentazioni.
Ovviamente anche in questo caso la somiglianza, a parte la colorazione, rimane relativa a livello aromatico, gustativo e organolettico e la minore “decisione” del malto, dei sapori e nel caso dell’Altbier dell’amaro, è un’espressione telegrafica per indicare una minore complessità generale di questo stile, rispetto ai due storici europei, dovuta ad un’elaborazione industriale piuttosto che artigianale e alla necessità di non creare sapori eccessivamente spiccati per andare incontro alla massa di consumatori medi.