Numero 11/2023

13 Marzo 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Antigua e Barbuda

Il giro del mondo in… tante birre: Antigua e Barbuda

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Non si può lasciare tanto facilmente l’atmosfera rilassante delle isole del Mar dei Caraibi e, quindi, ho deciso di fermarmi ancora un po’ e di fare un salto ad Antigua e Barbuda.

Antigua e Barbuda è uno Stato insulare delle Isole Sopravento Settentrionali che fanno parte dell’arcipelago delle Piccole Antille. È uno dei 15 reami del Commonwealth, infatti il sovrano del Regno Unito è anche il capo di Stato.

Antigua fu scoperta nel 1493 da Cristoforo Colombo e prende il nome da una chiesa di Siviglia. Dal 1632 fu colonizzata dagli inglesi ed ottenne l’indipendenza solo nel 1981.

In queste terre, teatro di scorribande piratesche dal 1500 al 1700, dove il rum scorreva a fiumi, chissà se c’è posto per la nostra bevanda del cuore? Dai, forza, andiamo all’arrembaggio!!!

LA STORIA DELLA BIRRA DI ANTIGUA E BARBUDA

Le prime birre furono portate dagli inglesi verso la fine del 1800 e riscossero molto successo non solo fra la popolazione anglosassone residente (marinai, soldati,…) ma anche tra la gente del posto. Iniziarono, così, nelle Antille, delle piccole produzioni locali proprio per soddisfare questa nuova richiesta. Con l’avvento dei grandi gruppi birrari, lo scenario mutò in maniera profonda. In quasi tutte le isole delle Antille, i piccoli birrifici iniziarono a produrre su licenza i brand più famosi come Heineken e Guinness ma fortunatamente alcuni continuarono a proporre marchi locali, come successe proprio ad Antigua.

QUALI SONO I BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DI ANTIGUA E BARBUDA?

  1. Il primo birrificio di Antigua e Barbuda: ANTIGUA BREWERY

 

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

 

Fondato nel 1993 nei pressi della capitale Saint John’s, nasce come birrificio a conduzione familiare anche se, col passare del tempo, grandi gruppi internazionali si sono avvicendati nella proprietà (Royal Unibrew, Cervecería Nacional Dominicana e AmBev) provocando come sempre scossoni a livello organizzativo e logistico.

Negli anni ha iniziato a produrre su licenza marchi come: Red Stripe, Guinness e Carib e anche bibite analcoliche. Ma ha sempre continuato la produzione della propria birra iconica. Gli alti costi di produzione, l’approvvigionamento di acqua, infatti, è assicurato da un grande impianto di desalinizzazione, hanno causato il trasferimento dell’impianto originario su un’altra isola (St. Vincent).

WADADLI: lager chiara di ispirazione tedesca. La birra più bevuta, diventata il simbolo del Paese, il nome riprende quello originario amerindio delle isole e l’etichetta rappresenta addirittura la mappa di Antigua!!! Facile da bere, ideale per il clima tropicale. Gradazione alcolica: 4,8%

WADADLI GOLD: è la versione un po’ più alcolica della precedente. Di un colore giallo carico, presenta una tendenza più dolce al gusto. Gradazione alcolica: 5,6%

  1. L’unico birrificio artigianale di Antigua e Barbuda: 2SIX8 CRAFT BREWERY

 

 

 

Il nome di questo microbirrificio artigianale, con annessa taproom, è il prefisso telefonico di Antigua (268) e rappresenta il forte legame con l’isola che hanno i fondatori, anzi per meglio dire, la famiglia fondatrice. I ragazzi hanno avuto il coraggio di sfidare il mercato locale fatto di classiche  lager chiare proponendo una bella varietà di birre ma non solo.

GOAT FARM: una Pale Ale chiara, con note agrumate e un amaro leggero. Dedicata all’animale domestico più amato dei Caraibi: la capra. Gradazione alcolica: 5,5%

FRIG-IT: birra in stile Amber Ale quindi ambrata, con note fruttate date dai luppoli, ben bilanciate dal malto. Un omaggio alle fregate, uccelli migratori capaci di volare per mesi senza mai atterrare. Gradazione alcolica: 5%

ADMIRAL: birra scura in stile Stout di ispirazione inglese, dedicata all’Ammiraglio Nelson, dominatore dei Caraibi. Note di melassa, caffè e cioccolato. Gradazione alcolica: 9%.

PIGEON POINT: birra chiara che si rifà alle Pilsner boeme, prodotta con luppolo Saaz. Facile da bere e dissetante da godersi sulla spiaggia che ha ispirato il suo nome. Gradazione alcolica: 4,5%

HONEY BEE: lager chiara che prevede l’uso di miele locale. Gradazione alcolica: 4,2%

BARKING DOG: birra chiara allo zenzero, pungente e speziata al punto giusto. Perché si chiama “cane che abbaia”? Perché su Antigua tutte le serate sono accompagnate da una buona birra, dal verso delle raganelle e da quello dei cani del villaggio. Gradazione alcolica: 5%

Dal 2020, completano la gamma anche due nuovi hard seltzer: bevande frizzanti, poco alcoliche ed aromatizzate con frutta o spezie. Da qualche anno sono molto in voga negli Stati Uniti ma stanno prendendo piede anche qui in Italia. Vengono definite le “birre-non birre”. Nascono, infatti, da un processo di fermentazione di una miscela di acqua e zucchero a cui viene aggiunto il lievito ma la base non è il classico malto, oppure si producono mediante il semplice assemblaggio di acqua, alcol e zucchero.

SIX CUCUMBER LEMON: hard seltzer con cetriolo e limone. Gradazione alcolica: 4,5%; SIX POMEGRANATE GRAPEFRUIT: hard seltzer con melograno e pompelmo. Gradazione alcolica: 4,5%

Anche in un territorio così piccolo (solo 444 Km2) si assiste a ciò che avviene su scala più grande: da un lato la quasi totalità del mercato occupato da birre chiare, a bassa fermentazione di tradizione ceco-tedesca (Lager o Helles e Pils) prodotte a livello industriale, dall’altro il movimento craft che propone stili alternativi o che riscopre stili storici per portare avanti la sua missione: rieducare il palato ad aromi, sentori e gusti non standardizzati dai colossi industriali. Ad Antigua, chi vincerà? Davide o Golia?

Alla prossima tappa!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

https://www.facebook.com/wadadlibeeranu

https://2six8craftbrewery.com

https://www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!