Numero 26/2023

26 Giugno 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Bahamas

Il giro del mondo in… tante birre: Bahamas

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Ogni viaggio che si rispetti ha la sua colonna sonora, ma ancora non ho deciso quale sia la migliore per questo giro del mondo in tante birre. Intanto che ci penso su, vi racconto un po’ quali sono le birre e i birrifici che si possono trovare alle Bahamas!

Le Bahamas sono uno stato insulare posizionato nell’Oceano Atlantico, a est della Florida e a nord di Cuba, e sono composte da un arcipelago di circa 690 isole coralline, alcune delle quali disabitate. Queste isole sono un’ex colonia del Regno Unito, hanno ottenuto, infatti, l’indipendenza nel 1973 e fanno parte del Commonwealth delle nazioni.

Scoperte durante il primo viaggio di Cristoforo Colombo, divennero parte della corona spagnola, fino alla conquista degli inglesi nel XVII secolo.

Il nome Bahamas è una storpiatura inglese della parola spagnola “bajamar” (mare basso). Quando Colombo scoprì l’arcipelago si rese conto, infatti, che i fondali erano poco profondi e così chiamo le isole “Islas de la Bajamar”.

Nassau, la capitale delle Bahamas ubicata sull’isola di New Providence, è stata dichiarata la “Repubblica dei Pirati” all’inizio del 1700. All’epoca si stimava che ci fossero ben 800 pirati! Fintantoché, Re Giorgio I d’Inghilterra inviò, nel 1718, una spedizione per liberare la zona, spingendo le navi pirata verso la Carolina (Stati Uniti), le altre isole caraibiche e addirittura verso l’Africa.

LA STORIA DELLA BIRRA ALLE BAHAMAS

Dopo la fine della Guerra d’Indipendenza americana nel 1783, le persone che volevano rimanere fedeli alla corona inglese, lasciarono il Nord America e si stabilirono alle Bahamas che erano una colonia britannica. Questi fedelissimi, chiamati “Loyalists”, si portarono dietro i loro usi e costumi e diedero vita ad un periodo storico detto “periodo lealista” (1783-1834). In questa epoca, una tradizione anglosassone rimasta viva e vegeta fu il consumo di birra.

(Nassau – Fort Fincastle – 1793)

La prova più lampante proviene dagli annunci pubblicati sui giornali di Nassau, la capitale. Su un campione di 50 pubblicità, 36 si riferivano alla birra. I tipi di birra pubblicizzati includevano Porter e Strong Ale provenienti da birrifici inglesi, in diversi formati: bottiglie, botti, barili e alla spina. I consumatori di birre alle Bahamas erano trasversali, provenivano da tutte le classi sociali, dai ricchi possidenti inglesi fino agli schiavi di origine africana, impiegati nelle piantagioni e nei lavori più umili. Per soddisfare questa grande richiesta, iniziarono delle piccole produzioni locali che resistettero fino all’arrivo dei colossi industriali. I piccoli birrifici, infatti, cominciarono a produrre su licenza marchi europei come Heineken e Guinness. È curioso scoprire che la Guinness prodotta a Nassau è molto diversa dall’originale irlandese: ha un grado alcolico più alto ed ha un sapore più dolce per incontrare il gusto dei consumatori bahamensi.

I 4 BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DELLE BAHAMAS

Le birre che si possono trovare alle Bahamas sono equamente divise tra due birrifici a carattere più industriale e due birrifici artigianali. Scopriamoli insieme.

  1. La prima birra delle Bahamas: KALIK

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

La birra Kalik viene prodotta dal birrificio industriale Commonwealth Brewery Ltd. nato nel 1983 dall’unione tra la multinazionale Heineken e Associated Bahamas Distillers and Brewers (ABDAB) e diventato operativo solo 4 anni dopo, con la messa sul mercato delle prime bottiglie di Heineken. All’epoca era l’unico birrificio dell’arcipelago, avendo preso il posto di “Goldstar Brewery”, aperto e chiuso negli anni ’60.

Nel 1988 viene creato il marchio locale di birra: Kalik, la prima birra delle Bahamas, che ancora oggi detiene il 50% del mercato. Kalik prende il nome dal suono dei campanacci usati durante la sfilata in costume della tradizionale festa di Junkanoo (26 dicembre). Festa nata nel XVII sec. nel periodo della colonizzazione inglese, quando agli schiavi dell’isola venivano concessi tre giorni di libertà.

KALIK: il pezzo forte del birrificio, la prima birra Lager delle Bahamas. Persistenti note maltate che conferiscono un carattere più “dolce” rispetto al gusto europeo. Facile da bere, rinfrescante per il clima tropicale. Gradazione alcolica: 5%

KALIK GOLD: una Strong Lager creata nel 1992 per celebrare i 500 anni della scoperta dell’America. Birra chiara più strutturata con sentori di malto più tostati. E’ la lager più alcolica dei Caraibi. Gradazione alcolica: 7%

KALIK LIGHT: una birra Lager leggera. Le note maltate sono alleggerite da quelle più amare date dal luppolo. finale secco. Gradazione alcolica: 4,5%

KALIK LIME: birra chiara sempre a bassa fermentazione con aggiunta di lime. Gradazione alcolica: 4%

KALIK RADLER: l’incontro tra la classica Kalik e i succhi di frutta (limone, mango, guava, mirtillo rosso, pompelmo rosa). Gradazione alcolica: 2%

  1. Il primo birrificio artigianale delle Bahamas: PIRATE REPUBLIC BREWING CO.

 

È nato come beer firm nel 2014 nella capitale Nassau, collaborando con Ipswitch Brewing Company (Massachusetts), è, poi, diventato birrificio artigianale nel 2016. Lo staff è un mix di nazionalità, i ragazzi sono originari non solo dell’isola ma anche degli Stati Uniti. Il logo piratesco nasconde tante curiosità: al posto delle classiche ossa incrociate sono state disegnate due bottiglie. Non indicano solo la posizione del tesoro ma simboleggiano il classico brindisi tra amici. Anche la scelta del carattere non è casuale, riprende la calligrafia di 300 anni fa del primo antenato del fondatore.

ISLAND PIRATE ALE: birra ambrata ispirata alle India Pale Ale. Birra iconica del birrificio, la prima nata. Malti Caramel con un pizzico di frumento, luppolata con Cascade e Columbus. Sentori resinosi e fruttati di agrumi e frutti tropicali. Gradazione alcolica: 5,2%

LONG JOHN PILSNER: birra chiara a bassa fermentazione in stile Pils, dedicata al famoso pirata Long John Silver. Luppolo Saaz e un tocco di malto Munich per donare aromi speziati e di panificato bianco. Facile da bere come tradizione tedesca vuole. Gradazione alcolica: 5,2%

TAKE NO QUARTER: birra ambrata ad alta fermentazione in stile American IPA. Il nome vuol dire sia “senza pietà” che “non fare prigionieri”, regole proprio da pirati.! E questa birra non fa sconti sull’amaro (73 IBU), grazie ai luppoli Centennial, Cascade, Amarillo e Pacific Jade, gli ultimi due aggiunti in Dry Hopping. I malti Vienna e Caramel riescono a dare una bella struttura alla bevuta super fruttata e resinosa. Gradazione alcolica: 7,2%

BLACK BEER’D STOUT: birra scura ad alta fermentazione in stile Stout, dedicata al pirata Barbanera. Interessante il mix di cereali, con orzo tostato, malto Chocolate e Midnight Wheat che donano note di caffè e cioccolato fondente. L’aggiunta di fiocchi d’avena assicura una sensazione vellutata. Il luppolo Columbus bilancia la parte maltata. Gradazione alcolica: 6,9%

E poi tante altre birre stagionali, tra cui: Coconut Porter (birra scura al cocco); Weissermelon Berliner Weisse (birra acida con anguria e ananas); Bourbon Barrel Scotch Ale (birra invecchiata in botti di Bourbon). Non può mancare la gamma di Hard Seltzer alla frutta (mango, passion fruit, frutti rossi e ananas).

  1. Il birrificio più “marinaresco” delle Bahamas: RIP TY’D

Birrificio artigianale aperto alla fine del 2014 nella capitale. Nella taproom tutto profuma di mare, i colori, le decorazioni addirittura il bancone è lo scafo di un vecchio “sloop”, una piccola barca a vela con un sollo albero chiamata Farmers Daughter, che ha dato il nome anche a una birra. Il nome del birrificio, poi, è un mix tra la parola “riptide” (marea) e Tyrone, il nome del marito scomparso della fondatrice Christine, originaria del Canada. Tyrone era appassionato homebrewer, infatti, alcune birre sono ancora prodotte con le sue ricette. 12 etichette, tra cui:

FARMER’S DAUGHTER: birra chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. Le note maltate sono ben bilanciate dall’amaro elegante del luppolo. Bevuta leggera e rinfrescante. Gradazione alcolica: 5.7%

LOOSE GOAT: birra scura ad alta fermentazione in stile Porter. Aromi prevalenti di caffè e cioccolato per una bevuta snella. ABV 7%

MANGO GUSSIE MAE: birra chiara ad alta fermentazione che richiama le India Pale Ale ma con l’utilizzo di malto Pils e l’aggiunta di infuso di mango fresco locale. Un sorso di Bahamas! Gradazione alcolica: 5.7%

ISLAND HOPPER: birra chiara ad ala fermentazione che strizza l’occhio alle New England IPA. Succosa e dall’aspetto velato con note agrumate belle decise. Gradazione alcolica: 6,5%

  1. Il birrificio più “bahamense” delle Bahamas: BAHAMIAN BREWERY AND BEVERAGE

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Essere proprietario di un birrificio è sempre stato il sogno di Jimmy Sand, imprenditore nel settore degli alcolici e l’ha realizzato nel 2007, inaugurando, a Freeport sull’isola natia di Grand Bahama, l’unico birrificio interamente bahamiano, tutto lo staff, infatti, è nativo dell’arcipelago. Per essere ancora più vicino ai suoi concittadini, nel 2006 aveva indetto un concorso a premi per trovare il nome delle sue prime birre da lanciare sul mercato delle Bahamas. I nomi scelti furono “Sands” e “High Rock”, ancora oggi le birre di punta del birrificio.

SANDS: la birra iconica del birrificio, chiara e a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. L’amaro del luppolo persiste nel finale supportato dalle note maltate. Fresca e dissetante. Gradazione alcolica: 5,3%. In produzione anche la versione Light (4,2%)

HIGH ROCK LAGER: birra chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. Il nome è quello di un quartiere di Grand Bahama. Più corposa della precedente, spiccano le note maltate. Gradazione alcolica: 5,6%

STRONG BACK STOUT: birra scura di ispirazione anglosassone. Una Stout forte prodotta con orzo tostato, in cui vengono esaltate le note torrefatte del caffè insieme a quelle del cioccolato. Gradazione alcolica: 7,7%

SANDS PINK RADLER: una miscela 50/50 di succo di pompelmo rosa e la lager Sands. Gradazione alcolica: 2,3%

BUSH CRACK: la versione più alcolica delle due lager in produzione. Gradazione alcolica: 5,9%. Anche in versione Light (4,2%).

 

E voi nel frattempo avete pensato alla colonna sonora per questo viaggio tropicale tra le isole coralline di Bahamas e birre fresche? A me sono venute due canzoni: un classicone melodico italiano “Il Mondo” cantato da Jimmy Fontana e un altro classicone, ma questa volta elettronico, “Around the World” dei Daft Punk. Che ne dite?

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.facebook.com/KalikBeer

https://piraterepublicbahamas.com

www.riptyd.com

www.facebook.com/BahamianBrewery

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!