Numero 41/2023

9 Ottobre 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Bermuda

Il giro del mondo in… tante birre: Bermuda

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E dal continente africano a quello americano è un attimo, il Giro del Mondo in Tante Birre ci fa sbarcare sulle isole di Bermuda, il più vecchio e popoloso Territorio d’Oltremare Britannico (circa 63.000 abitanti). Un arcipelago di origine vulcanica composto da circa 180 isole di cui solo 20 abitate, situato al largo delle coste della Carolina del Nord nel Mar dei Sargassi (Oceano Atlantico).

Bermuda prende il nome dal navigatore spagnolo Juan de Bermudez che nel 1505 raggiunse i suoi litorali. L’arcipelago venne, poi, colonizzato un secolo dopo dai naufraghi inglesi della Sea Venture diretta in Virginia. Nel 1707 Bermuda divenne a tutti gli effetti una colonia britannica e ancora oggi è sotto la sovranità del Regno Unito. Tutta la storia secolare di Bermuda è custodita dal Museo Nazionale al Royal Naval Dockyard (v. foto seguente).

 

 

Paradiso fiscale e meta turistica dell’élite americana e inglese fin dagli inizi del Novecento, Bermuda ha dato il nome anche agli omonimi pantaloncini corti. L’invenzione casuale si attribuisce a Nathaniel Coxon, proprietario di una sala da tè che, nel 1914, decise di tagliare al ginocchio i pantaloni dei suoi dipendenti per far sopportate meglio le temperature proibitive dell’isola. Tra i clienti abituali c’erano anche degli Ufficiali della Marina inglese che rimasero colpiti dall’idea e la adottarono per le loro spedizioni tropicali.

Ma Bermuda non è mica famosa solo per questo! Dove lo mettiamo il fantasmagorico Triangolo?!? Per chi non ne avesse ancora sentito parlare, si narra che nel tratto di mare compreso fra l’arcipelago, Puerto Rico e la Florida, appunto un’area triangolare, dal 1800 si siano verificate strane sparizioni di navi ed aerei. Chi pensa sia colpa degli alieni, chi invece ridimensiona tutto facendo rientrare questi incidenti nella casistica media. Insomma chi ci crede e chi no….io credo che mi farò una birra!! (cit. H. Simpson) e quindi…

LA STORIA DELLA BIRRA DI BERMUDA

Prima dell’avvento dei birrifici moderni, la tradizione brassicola di Bermuda si fondava sulla produzione di birre allo zenzero, le “Ginger Beer”.

Le radici affondano nell’Inghilterra del Settecento nel pieno del commercio coloniale. Le spezie trasformarono gusti ed abitudini, una novità esotica che divenne addirittura uno status-symbol. La Ginger Beer non era propriamente una birra ma una bevanda frizzante e lievemente alcolica ottenuta mediante la fermentazione di una miscela a base di acqua, zucchero, lievito e radice di zenzero (v. foto seguente).

Questa tradizione fu portata sull’arcipelago dagli inglesi intorno al 1800 e divenne molto popolare tra i militari della Marina perché era efficace per contrastare il mal di mare.

Ancora oggi è una delle bevande preferite dagli isolani ma a differenza del passato, ora si consuma la versione analcolica. William John Barritt la produsse per la prima volta nel 1874 e da allora l’attività è sempre rimasta di proprietà della stessa famiglia.

La Ginger Beer, poi, è legata anche ad un’altra tipicità del Paese, anzi una vera e propria cultura: il Rum. Dal loro mix nasce, infatti, il cocktail ufficiale di Bermuda, il “Dark ‘n’ Stormy”, il cui nome è stato addirittura registrato. Infatti, per preparare la ricetta originale, non si può usare un rum qualsiasi ma solo il Gosling’s Black Seal. Questo rum dona al long-drink il colore scuro (Dark), mentre la Ginger Beer con la sua frizzantezza crea una piacevole “tempesta” per le papille gustative (Stormy).

Tornando, invece, alla nostra amata birra, fino ai primi anni del Duemila, il mercato era in mano solo ed esclusivamente a multinazionali come Heineken e Carlsberg e colossi locali come Carib. L’apertura, poi, di piccole realtà artigianali ha ampliato e diversificato l’offerta proponendo stili diversi di ispirazione europea.

I BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DI BERMUDA

Oltre alle birre industriali, gli abitanti di Bermuda e i tanti turisti possono finalmente scegliere di bere birra anche da microbirrifici artigianali. Purtroppo gli effetti della pandemia ne hanno fatto chiudere uno e quindi ne rimangono all’attivo solo due. Eccoli qui.

Il birrificio più “britannico” di Bermuda: DOCKYARD BREWING COMPANY

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Fa parte della catena di ristoranti e pub “Island Restaurant Group” in attività dal 1957. È nato dalla joint venture con lo storico brewpub “North Rock Brewing Company” nel 2006. Produce birra nei local del pub “The Frog and Onion”, inaugurato nel 1992 da un francese (The Frog) e da un isolano (The Onion),  che si trova nell’area del Royal Naval Dockyard. Il birrificio segue la tradizione britannica delle Real Ales infustando le birre nei cask. In questo modo la carbonatazione risulta essere naturale e delicata.

SOMERS AMBER ALE: la birra di punta del birrificio., di colore ramato, ad alta fermentazione. Si ispira alle Bitter inglesi con i suoi sentori di caramello bilanciati dall’amaro del luppolo. Gradazione alcolica: 5,5%

BLACK ANCHOR PORTER: birra scura, ad alta fermentazione, ispirata alle London Porter inglesi. Il malto è protagonista con aromi di tostato, cioccolato fondente e caffè. Finale amaro e secco. Gradazione alcolica: 6,3%

BERMUDA TRIANGLE STOUT: birra scura che riprende lo stile delle Stout anglosassoni. Servita con carbo-azoto proveniente da un generatore progettato dalla NASA! Cremosa e morbida con sentori che ricordano il cioccolato amaro. Gradazione alcolica: 6,3%

TRUNK ISLAND PALE ALE: birra chiara ad alta fermentazione, riprende lo stile delle West Coast IPA. Luppoli in primo piano con intensi sentori di agrumi e resine, un tocco di malto che ricorda il caramello. Gradazione alcolica: 6,9%

Altre birre in linea: Whale of a Wheat (Hefeweizen), St. David’s Lager (Pilsner), Mistery Brew (stagionale)

Il birrificio più giovane di Bermuda: BERMUDA CRAFT BREWING

Fondato nel 2020 dagli amici homebrewer Freddy e Cameron nel cuore dell’isola a pochi minuti dalla capitale Hamilton. La storia di questo microbirrificio è comune a tantissime altre realtà brassicole. Si inizia per passione a fare la birra nel garage, gli amici apprezzano le ricette e si decide di fare il grande salto con l’aiuto e il supporto delle famiglie. I ragazzi Bermuda Craft Brewing hanno aperto il birrificio proponendo solo 3 birre (Witbier, Pale Ale e Session IPA), ora ne producono circa 15!

CITRA SMASH: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Pale Ale inglesi. In aggiunta un tocco americano grazie all’uso di luppolo Citra, da cui il nome, che dona fresche note agrumate. Gradazione alcolica: 4,5%

64° WEST: birra ambrata ad alta fermentazione che strizza l’occhio alle West Coast IPA statunitensi. Luppolatura decisa supportata da una buona base maltata. Gradazione alcolica: 4,5%

WHITECAPS: birra chiara ad alta fermentazione, ispirata alle Witbier o Blanche del Belgio. Oltre al frumento non maltato, viene aggiunta l’avena. Classica speziatura data dal coriandolo e tradizionali note fruttate di arancia amara. Gradazione alcolica: 4,4%

PARISH PILSNER: birra chiara a bassa fermentazione in stile Pils, prodotta con 100% malto tedesco. Note maltate di panificato e miele rinfrescate da un’elegante luppolatura. Gradazione alcolica: 4,5%

Altre birre in gamma: Helles Festbeer (Helles), Märzen Festbeer (Marzen), Naked Haze (NEIPA), Savage (Pale Ale), Amigo (Mexican Lager), 32° Nord (NEIPA), Qatar Dry (Pils), Pandemic Porter (Porter), Cat3 (Tripel), Trespasser (sour con nespole), Mega Loop (DDH IPA), Stout Ignorance (Stout).

Mare, vento, mistero… sembra l’inizio di un romanzo d’avventura e invece sono l’essenza di questo arcipelago legato ancora alle tradizioni dei primi coloni europei. Dalla Ginger Beer alle birre di stampo anglosassone, a Bermuda c’è n’è per tutti gusti!!!

Alla prossima pinta.

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

https://bermudacraftbrewing.com

www.irg.bm/dockyard-brewing-co

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!