Numero 33/2024

12 Agosto 2024

Il giro del mondo in… tante birre: Colombia

Il giro del mondo in… tante birre: Colombia

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Da un’isola del Mar Mediterraneo alle Americhe, il Giro del Mondo in Tante Birre ci porta in Colombia. Un Paese segnato dai numeri! È l’unico del Sudamerica bagnato da due oceani: il Pacifico e l’Atlantico. Nella parte meridionale, si trova la “città delle tre frontiere”, Leticia tocca anche i confini di Perù e Brasile. Mentre, al centro scorre il “fiume dai cinque colori”, il Caño Cristales, con le sue piante acquatiche multicolore.

 

Quando si sente parlare di Colombia, purtroppo, la mente corre subito a vicende molto dure. Si ricordano gli scontri sanguinosi dei cartelli della droga. La vita violenta ma quasi mitizzata di Pablo Escobar. Le azioni dei guerriglieri delle FARC-EP (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo) che per più di 50 anni, fino al 2016, hanno combattuto il governo centrale. Insomma, ciò che rimane impresso, è solo il dolore di questo Paese.

Eppure la Colombia custodisce tanta ricchezza, e non mi riferisco al tesoro ancora nascosto del “Patrón” o alla leggenda dell’El Dorado, l’oro gettato nelle acque del Lago Guatavita, vicino alla capitale Bogotà. La ricchezza sta nel grande patrimonio culturale e nella biodiversità unica al mondo.

È patria del premio Nobel per la Letteratura, Gabriel García Márquez e dell’artista a tutto tondo, è proprio il caso di dirlo, Fernando Botero (v. foto seguente). Qui, le tradizioni dei popoli indigeni si mischiano con quelle europee ed africane dando vita ad un melting pot suggestivo.

Il territorio racchiude, anche, 45 aree protette che difendono il fragile ecosistema minato dalle pesanti estrazioni minerarie e petrolifere. Tante chicche da preservare. La Colombia detiene il primato mondiale per la varietà di uccelli. Le orchidee, i “fiori nazionali”, crescono ovunque e le piantagioni di caffè, pilastro dell’economia, sono diventate, addirittura, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Ma secondo voi non sarebbe stato giusto proteggere anche le capigliature di due icone del calcio colombiano come Valderrama e Higuita?!?

LA STORIA DELLA BIRRA IN COLOMBIA

Anche qui, la cultura brassicola è preceduta dalla produzione di bevande fermentate tradizionali. Protagonista assoluta è la “Chicha”. In passato, prodotta dalle donne per il consumo quotidiano e rituale, con mais masticato, acqua, miele o zucchero di canna. Fulcro della vita dei popoli indigeni (come i Chamí), agli inizi del Novecento, il suo successo inizia a dare fastidio.

Infatti, nel 1948, il governo della Colombia, spalleggiato dall’industria delle birre, osteggia duramente questa attività. Facendo leva sulla reiterata evasione fiscale e sulle scarse condizioni igieniche produttive, favorisce, addirittura, il consumo di birra perché considerata una bevanda più civilizzata, tanto da poter “migliorare” la razza colombiana! Un vetusto concetto figlio dell’epoca. Tutto ciò, e il conseguente obbligo di pastorizzare e imbottigliare la Chicha, infliggono un duro colpo alle tradizioni native.

Ma torniamo alle origini delle birre in Colombia. L’orzo compare intorno il 1540, portato dai colonizzatori spagnoli per alimentare il bestiame e forse anche destinato a piccole produzioni birrarie. Per assistere all’avvento di birre moderne in Colombia, bisogna aspettare il XIX secolo. Il primo birrificio registrato è “Cervecería Meyer”, fondato dal tedesco J. Meyer a Bogotà (1826). Da qui comincia il vero e proprio sviluppo del mercato brassicolo.

Negli anni a seguire, come facile intuire, si avvicendano colossi nazionali ed internazionali con chiusure ed acquisizioni importanti. Agli inizi degli anni Duemila, anche qui in Colombia, si infrange l’onda lunga della Craft Revolution e così si affacciano le prime birre artigianali… continuate a leggere…

5 BIRRIFICI DELLA COLOMBIA CON…QUALCOSA IN PIU’!

Nonostante lo strapotere delle birre industriali nazionali ed estere, in Colombia, nell’ultimo decennio, si sta assistendo ad una forte crescita del settore craft. Ad oggi, si contano, infatti, circa 250 birrifici artigianali.

– Il birrificio più antico in Colombia: CERVECERÍA BAVARIA

Fondato nel 1889 a Bogotà dai fratelli tedeschi Leo Sigfried e Emil Kopp. All’inizio, in società con altri due fratelli, i colombiani Santiago e Arturo Castello. Poi, un anno dopo, da soli danno vita al “Bavaria Kopp’s Deutsche Bierbrauerei”. Dopo l’acquisizione di diversi birrifici locali, nel 1930 creano il “Consorcio de Cervecerías Bavaria”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il birrificio viene nazionalizzato come tutte le altre aziende tedesche presenti in Colombia. E solo nel 1969 diventa di proprietà colombiana, sotto la gestione dell’imprenditore Julio Mario Santo Domingo. Nel 2005, invece, viene inglobato dal colosso SABMiller e quindi da AB InBev. La gamma completa comprende anche acqua minerale, bevande analcoliche e Refajo (bevanda tipica colombiana a base di birra e bibite gassate).

 

 

AGUILA: birra chiara a bassa fermentazione. La birra iconica del birrificio e la più consumata in Colombia. Una Lager semplice e facile da bere. Gradazione alcolica: 4%

POKER ROJA: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Amber Lager dai sentori caramellati e torrefatti, dal finale amaro. Gradazione alcolica: 4%

COLA & POLA: il classico Refajo colombiano, un mix di birra Lager e Cola. Un must della tradizione locale. Dissetante e fresco. Gradazione alcolica: 2%

– Il primo birrificio artigianale colombiano: BOGOTÀ BEER COMPANY

Il fondatore Berny Silberwasser incentra la sua tesi di laurea sul mondo dei brewpub e dopo aver viaggiato tra Stati Uniti ed Europa, nel 2002 ne inaugura uno nella capitale. Per trasportare i fusti di birra compra un classico furgone Ford 52 che nel 2010 diventa il logo del birrificio. Berny ha un forte legame con Bogotà, infatti, le sue birre portano i nomi dei quartieri più popolari della città. Nel 2014 trasferisce la produzione in un edificio più grande e un anno dopo viene assorbito dal colosso industriale AB InBev. Ad oggi, la grande famiglia BBC include anche 72 pub.

 

MONSERRATE: birra ambrata ad alta fermentazione di ispirazione inglese. Una Bitter ben bilanciata, fruttata e luppolata che prende il nome dal monte alle spalle della capitale da cui si gode una vista mozzafiato. Gradazione alcolica: 5%

BACATA’: birra chiara ad alta fermentazione di stampo belga. Una Wibier dai tipici sentori agrumati e speziati dedicata ad un moderno complesso architettonico nel centro di Bogotà. Gradazione alcolica: 4,1%

MACONDO: birra scura ad alta fermentazione. Uno Stout con aggiunta di vero caffè colombiano che dona profondità ai classici sentori tostati. Gradazione alcolica: 5%

– Il birrificio artigianale “più rivoluzionario” della Colombia: CERVEZA ARTESANAL LA TROCHA

Anche un birrificio può rappresentare un riscatto sociale. A Bogotà, “La Trocha” è proprio questo. Nel 2019, infatti, dieci ex- combattenti delle FARC-EP decidono di cambiare totalmente vita e di iniziare a produrre birra. Per completare questo progetto sociale, un anno dopo inaugurano “La Casa de la Paz” (Casa della pace), uno spazio culturale dedicato alla riconciliazione. Tante iniziative per parlare di pace e per educare i giovani affinché la storia non si ripeta. Ad oggi sei birre in linea ispirate alla memoria e al passato.

  

 

COROMORO: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alle Porter inglesi. La prima nata in casa La Trocha, un omaggio alla combattente Antonia Santos. Note tostate che ricordano il caffè con un tocco fresco di agrumi. Gradazione alcolica: 5,5%

CHAMÍ: birra ambrata ad alta fermentazione di tradizione anglosassone. Una Strong Bitter maltata e dal lieve fruttato. Il nome deriva dalla scoperta di un uccellino sulla Cordigliera abitata dal popolo Chamí, avvenuta grazie all’accordo di pace. Gradazione alcolica: 5%

CHURUKA: birra chiara ad alta fermentazione con aggiunta di frumento e frutto della passione. Una American Wheat fruttata e dissetante, dedicata al sistema di comunicazione usato dai guerriglieri simile al verso della scimmia Churuko. Gradazione alcolica: 5,5%

– Il birrificio artigianale dedicato alle donne colombiane: CERVECERIA ARTESANAL 72 JUANAS

Fondato nel 2017 a Rionegro, vicino a Medellín, da Elkin Rodríguez insieme ad altri due soci. Un appassionato non solo di birra ma anche di storia locale. Il nome del birrificio, infatti, è un omaggio alle donne che nell’Ottocento, durante le guerre per l’indipendenza, stavano nelle retrovie per dare sostegno alle truppe. Cucinavano, curavano i feriti, cucivano le divise e pulivano le armi. Un appoggio fondamentale per la tanto agognata libertà. Per questo alcune birre portano i nomi delle “Juanas” passate alla storia.

PASCUALA: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione belga. Dedicata a Pascuala Muñoz a cui vennero uccisi due figli e il genero che si opposero alla dittatura. Un cuore velato dal dolore come l’aspetto di questa classica Witbier, agrumata, speziata ed acidula. Gradazione alcolica: 4,5%

SIMONA: birra chiara ad alta fermentazione, una Golden Strong Ale per ricordare Simona Duque che, come tante altre donne, consegnò i propri figli all’esercito. Le truppe così rimpolpate sconfissero gli spagnoli. Una donna forte come questa birra maltata e fruttata. Gradazione alcolica: 7%

MANUELA: birra ambrata ad alta fermentazione ispirata al mondo belga. Birra in onore di Manuela Saénz, patriota ecuadoriana, rivoluzionaria e compagna di Simón Bolívar. Era solita indossare una giacca militare rossa, proprio come il colore di questa Belgian Strong Ale dai toni caramellati e fruttati. Gradazione alcolica: 5,7%

– Il birrificio artigianale “più etnico” della Colombia: CERVEZA GONDWANA

Dal 2019 a Medellín, Víctor Mosquera mette a frutto i suoi studi di antropologia creando birre etniche artigianali. Gli ingredienti che usa, infatti, provengono sia dalla tradizione sudamericana che da quella africana. La birra diventa, quindi, il punto d’incontro ideale tra i popoli indigeni e i discendenti degli schiavi provenienti dall’Africa.

Il nome del birrificio racchiude tutto questo. Gondwana indica, appunto, il supercontinente, risalente a più di 300 milioni di anni fa, formato dagli attuali Paesi dell’emisfero australe, tra cui anche Sudamerica e Africa.

 

PACIFIC CHONTA: birra ambrata ad alta fermentazione. Una Amber Ale con aggiunta di Chontaduro, frutto arancione della palma da pesca, che dona sentori di castagna. Il bouquet aromatico si attesta sui toni maltati. Gradazione alcolica: 5%

TRAPICHE: birra scura ad alta fermentazione. Una Stout anglosassone con aggiunta di zucchero di canna, in memoria dei lavoratori africani delle piantagioni. In primo piano le classiche note di caffè e cioccolato. Gradazione alcolica: 5,5%

JAMAICA ALE: birra ambrata ad alta fermentazione. Birra di frumento con aggiunta di fiori di ibisco, pianta di origine africana che in Colombia viene chiamata “Flor de Jamaica”. Fruttata, acidula e dissetante. Gradazione alcolica: 5%

 

Qui in Colombia, la ricerca delle proprie radici, la salvaguardia della tradizione e il rispetto delle culture indigene possono rappresentare una chiave di volta per le birre artigianali. Nuovi sapori e ingredienti del territorio possono differenziare l’offerta, quasi monopolizzata dall’industria.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.bavaria.co

www.bbccerveceria.com

www.latrochalacasadelapaz.com

https://72juanas.com

www.cervezagondwana.com

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!