Numero 35/2024

26 Agosto 2024

Il giro del mondo in… tante birre: Congo

Il giro del mondo in… tante birre: Congo

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Il Giro del Mondo in Tante Birre torna a far tappa nel continente africano, e per fare uno strappo alla regola, ci porta in due Paesi contemporaneamente e cioè il Congo.

No, non è un errore. In questo articolo, troverete il racconto di un territorio e di due Stati confinanti: Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo.

Ma perché questa divisione?

 

Quest’area centrale dell’Africa subsahariana, alla fine del 1800, subisce una spartizione. La Francia occupa la parte occidentale del bacino del fiume Congo (v. immagine seguente) e fonda il “Congo francese”. Il Belgio, invece, si prende la parte orientale e istituisce il “Congo belga”.

Entrambe le colonie ottengono l’indipendenza nel 1960. Dopo varie guerre civili, colpi di stato e cambi di nome (Zaire, il più famoso), si trasformano, rispettivamente, in Repubblica del Congo nel 1992 con capitale Brazzaville e in Repubblica Democratica del Congo nel 1997 con capitale Kinshasa.

Particolare è la posizione di entrambe le città. Si trovano, infatti, sulle sponde opposte del fiume Congo, una di fronte all’altra. Quasi come volessero guardarsi a vista.

Nonostante lo status di repubbliche, queste due terre sono da sempre contraddistinte da feroci scontri etnici, lotte per il potere e capi di stato autoritari.

Fortunatamente, da qualche anno, la Repubblica del Congo sta conoscendo un periodo di relativa stabilità politica che ha permesso un’importante crescita economica. Lo stato dirimpettaio, al contrario, è ancora dilaniato da guerriglie, razzie e violenze. Situazione che lo condanna ad essere uno tra i 10 Paesi con il PIL più basso al mondo.

LA STORIA DELLA BIRRA NELLE REPUBBLICHE DEL CONGO

Agli inizi del Novecento, nel territorio di entrambi i Paesi, le birre importate dall’Europa, ad uso e consumo dei coloni, sono molto costose. Qualcuno tenta produzioni casalinghe. Nell’attuale Repubblica Democratica del Congo, un magazziniere di Ngaliema, città nei pressi di Kinshasa, ottiene risultati pessimi, nonostante l’utilizzo di impianti provenienti dal Vecchio Continente. Bisogna aspettare gli anni ’20 per assistere alla fondazione del primo vero birrificio, guidato da un gruppo di investitori europei, soprattutto di nazionalità belga.

Mentre, 30 anni dopo prende il via l’industria delle birre nella Repubblica del Congo.

Lo sviluppo dei primi birrifici non è solo spinto dal consumo delle migliaia di europei presenti in Congo ma anche dalla richiesta di avere un’alternativa di “comfort” rispetto agli alcolici tradizionali locali, tra cui:

  • Kasiksi: birra a base di purea di banane fermentate (circa 5% ABV), consumata durante feste, rituali e celebrazioni. È un elemento sociale primario della cultura congolese.
  • Munkoyo: birra prodotta con sorgo, mais o manioca (v. foto piantagione) e aggiunta di radici di Eminia, un arbusto tipico dell’Africa centro-meridionale (2-3% ABV).
  • Lotoko: distillato casalingo preparato con mais o manioca.
  • Vino di palma.

In Congo, la storia delle birre prosegue, poi, fino ai giorni nostri con il classico leitmotiv fatto di compra-vendite ed acquisizioni tra i big della birra mondiale. Scopriamo insieme cosa è successo.

I BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DELLE DUE REPUBBLICHE DEL CONGO

I birrifici esistenti in entrambi i Paesi sono di stampo industriale e legati a colossi internazionali come Groupe Castel e Heineken. Quest’ultimo, poi, spicca per la sua comunicazione molto aggressiva e, spesso discutibile. Loghi e manifesti campeggiano ovunque, sui muri di: scuole, stazioni di polizia e farmacie. In entrambe le repubbliche del Congo è ancora lontano l’arrivo delle birre artigianali.

– Il primo birrificio della Repubblica del Congo: BRASSERIES DU CONGO (BRASCO)

Fondato a Brazzaville nel 1952 con il nome di “Brasseries de Brazzaville”. Inizia da subito a produrre la birra “Primus”, il marchio di punta del birrificio “Bralima” con sede a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo. Solo nel 1988 lancia la sua prima birra che oggi è il simbolo della Repubblica del Congo: NGOK’. Dal 1994 entra a parte del gruppo Heineken e diventa così il più grande birrificio del Paese. In gamma, oltre ai marchi internazionali, anche bibite gassate e cocktail già pronti.

 

 

NGOK’: birra chiara a bassa fermentazione. La prima nata del birrificio e la più consumata del Paese. In lingua Lingala, Ngok’ significa “coccodrillo”. Una Pils leggera e facile da bere. Gradazione alcolica: 5%

– Il birrificio “più francese” della Repubblica del Congo: BRASSERIES ET LIMONADERIES DU CONGO (BRALICO)

Le radici di questo birrificio affondano nel mondo brassicolo francese. Tutto inizia da un’idea di Jean-Paul Lanfranchi, ex consigliere del magnate Pierre Castel, presidente di “Group Castel”, leader del settore beverage nell’Africa francofona e presente in più di venti Stati. Inaugurato nel 2013 a Pointe-Noire, città sulla costa atlantica e capitale economica del Paese, dopo solo due anni, il birrificio è assorbito dal colosso industriale d’oltralpe. In Congo, oltre alle birre, produce anche bibite gassate e cocktail mix.

 

STÄRK: birra chiara a bassa fermentazione. La prima birra congolese prodotta con il 100% di malto. Una Lager dai toni maltati che virano sul dolce e un finale amaro. Gradazione alcolica: 5,1%

BLACK NZOKO: birra scura a bassa fermentazione. Una Dark Lager dai toni maltati decisi e sentori di caffè. Gradazione alcolica: 6%

Il primo birrificio della Repubblica Democratica del Congo: BRASSERIES, LIMONADERIES ET MALTERIES (BRALIMA)

Nato nel 1923 come ‘’La Brasserie de Léopoldville’’, ex-nome della capitale Kinshasa, in onore di Leopoldo II re del Belgio. I cinque fondatori provengono dal Belgio, Francia, Russia e Svizzera. Nel 1926 lancia sul mercato la birra che sarebbe diventata la bandiera del birrificio: Primus. Dopo la seconda Guerra Mondiale si espande inaugurando altri quattro stabilimenti produttivi e all’alba dell’Indipendenza prende il nome attuale. Dal 1986 è di proprietà del gruppo Heineken e detiene quasi l’80% del mercato interno. Addirittura detiene il 2% del PIL del Paese! Alcune etichette, come la birra Primus, vengono anche prodotte nella vicina Repubblica del Congo da “Brasseries du Congo”.

 

 

PRIMUS: birra chiara a bassa fermentazione. La birra iconica e la più bevuta del Paese. I toni più dolci del malto sono bilanciati dal finale amaro. Gradazione alcolica: 5%

TURBO KING: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Amber Lager lanciata nel 1997 dai toni maltati più marcati e un amaro più delicato. Gradazione alcolica: 6,5%

N’TAY: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager dedicata alla provincia del Katanga. Il nome, in Swahili, significa “aquila” come il logo sull’etichetta. Facile e leggera. Gradazione alcolica: 5%

– Il birrificio “più legato” alla capitale della Repubblica Democratica del Congo: BOISSONS RAFRAÎCHISSANTES DU CONGO (BRACONGO)

Nato come “Brasserie du Congo” nel 1949 a Stanleyville (ora Kisangani), città situata nel punto dove il fiume Lualaba diventa Congo. Il fondatore è il Generale Alfred Dupont. Nel 1960, insieme ad altri tre birrifici crea la società UNIBRA (Union des Brasseries) che viene inglobata dal colosso francese “Groupe Castel” nel 1996. Un anno dopo cambia la ragione sociale in Bracongo. Ad oggi, la gamma prodotti comprende 7 etichette di birra e 6 marchi di bevande analcoliche tra cui bibite, bevande energetiche ed acqua.

 

 

NKOYI: birra chiara a bassa fermentazione. Lager dedicata ai “Kinois”, gli abitanti della capitale Kinshasa. Il loro spirito indomito è come quello del leopardo che in lingua Lingala si traduce proprio con “nkoyi”. Maltata ed erbacea. Gradazione alcolica: 5%

NKOYI BLACK: birra scura a bassa fermentazione. La versione Dark della precedente con note di malto più torrefatte di frutta secca e caramello. Gradazione alcolica: 5%

– Il birrificio “più animalista” della Repubblica Democratica del Congo: BRASSERIES SIMBA

Nel 1925 nasce come “Brasseries du Katanga” a Elisabethville (ora Lubumbashi), città vicino al confine con lo Zambia. La nostalgia dei numerosi coloni belgi in Congo, per le birre di casa, è il forte impulso per l’apertura del birrificio. Da subito, la birra Simba, che in Swahili significa “leone”, riscuote un grandissimo successo e l’azienda si ingrandisce. In soli 25 anni la produzione cresce di ben 30 volte! Negli anni ’50 avviene il lancio di un’altra birra iconica, Tembo (elefante in Swahili). Il birrificio viene acquisito da “Groupe Castel” nel 1994.

 

 

 

SIMBA: birra chiara a bassa fermentazione. La bandiera del birrificio. Lager dai otni maltati e un tocco di erbaceo. Facile e leggera. Gradazione alcolica: 5%

TEMBO: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Lager dai sentori di malto più marcati che ricordano il biscotto e il caramello. Gradazione alcolica: 5,9%

 

Due Paesi, divisi da un fiume, ma accomunati da un passato coloniale molto duro e da un presente indipendente altrettanto difficoltoso. Di rivoluzioni ne hanno vissute anche fin troppe e forse non sono neanche finite. Per ora il momento della Craft Revolution non arriverà. In nazioni come queste, le priorità sono altre.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

https://brascocongo.com

https://bralico-congo.com

https://bralima.net

https://bracongo.cd

www.brasimba.com

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!